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L'Amore è l'eccesso dell'amore di un soggetto.
E’ un tema dominante, oggi come ieri e come lo sarà domani, ma è proprio nel trattarlo un tema che si insinua nel pensare quotidiano come un errore. Sto parlando del tema dell'Amore, quello con la “A” maiuscola. A mio modesto avviso - ma è quanto ho imparato anch'io – parlare dell’Amore è cosa quanto mai delicata. “Amore” è il termine della Teoria sull'amore, che è tanto astratta e pericolosa quanto più si radica nel quotidiano. Anche la parola “amore” (con la “a” minuscola) è un puro suono se non è legata ad un’esperienza. L'esperienza dell'amore infatti si riferisce al rapporto tra (almeno) due persone. Il termine amore è allora il nome della forma o del contenuto del rapporto tra due soggetti ed esso definisce l'esperienza di quei due soggetti. Pensare l'amore come l'Amore fa fuori il soggetto e per questo può diventare violento. La Teoria dell’Amore non permette a nessuno di entrarvi perché, in quanto Teoria, esclude la possibilità di una manifestazione diversa da essa. La persona è sottoposta alla legge di natura e non sarà mai all’altezza della Teoria che, in quanto tale, è perfetta. Eppure non per questo l'esperienza amorosa di un soggetto è "meno" di ciò che ci si può attendere, anzi l'amore è nella sua totalità ciò che quel soggetto realizza nel rapporto con il suo altro; può piacere o no, può rispondere alle attese o no, ma è totale in quanto "di" quel soggetto. Potrei dire che l'Amore è l'eccesso dell'amore di un soggetto. L'esperienza amorosa quindi chiede all'uno (non mi riferisco soltanto al rapporto uomo-donna) il dono di sé e all'altro l'abbraccio del "diverso da sé" pur dentro la corrispondenza reciproca, che nel caso della coppia uomo-donna diventa sostanziale. E' quindi totale non l'Amore, ma l'amore nel momento in cui sa comprendere (nel senso di prendere dentro di sé) la diversità dell'altro. Per contro è parziale l'Amore perché elimina la possibilità della diversità dalla Teoria dell'Amore. L’amore è un rapporto di possesso nel suo senso più positivo. Infatti il vero possesso della realtà sta nel suo rispetto. Ad esempio il possesso di un fiore non sta nel farne una proprietà cogliendolo: morirebbe. Il vero possesso di quel fiore è riposto nel cuore di chi lo ama lasciandolo lì dov’è, dove il destino lo ha posto; amare il fiore è amarlo “nel” suo destino (rispetto). Trasportiamo questo nel rapporto tra le persone e troviamo l’amore quale vera forma del rapporto. Le forme dell’amore sono infinite come infinite sono le possibilità di un rapporto. E’ solo nella psicopatologia che la forma del rapporto può essere definita: psicosi, nevrosi, handicap, ecc. Suggerisco di pensare l’amore come la forma del rapporto che abbiamo con i nostri altri presi dall’universo di tutti gli altri del mondo. Ognuno di questi rapporti ha la forma dell’amore, che si manifesta, concretizza, vive nei modi che quel rapporto porta con sé.
Commenti al Post:
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Inviato da: lottergs
il 25/03/2009 alle 08:05
Inviato da: toorresa
il 25/03/2009 alle 03:49
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