Casa di nonna

24 Gennaio 2017


Da cosa nasce cosa: il museo che non ti aspettiLa scuola superiore frequentata negli  anni passati da Rerun e Cucciolo organizza ogni anno eventi culturali rivolti a tutta la città e quando posso mi piace parteciparvi con Romeo ma soprattutto con Sally che essendo molto più fresca di me di studi e grazie al suo percorso di studio mi da “ripetizioni” e mi regala il piacere di animati confronti e interessanti commenti. In uno di questi incontri una giovane entusiasta ex allieva della scuola ci ha presentato l’attività  in cui è attualmente impegnata e lo ha fatto in modo così appassionato e interessante che abbiamo deciso di dedicare un pomeriggio, durante le festività natalizie, ad approfondire la cosa.
Così a inizio anno, nonostante il freddo polare, siamo andati tutti a Castelnuovo di Farfa per visitare il Museo dell’Olio della Sabina. La visita guidata prevedeva anche la presenza di un esperto del Consorzio Sabina DOP e si sarebbe conclusa, come recitava la locandina, con una sessione teorico-pratica di assaggio, durante la quale sarà illustrato ai presenti come e perchè si effettua l'analisi sensoriale degli oli di oliva vergini e saranno fornite utili informazioni relative alla produzione, al consumo ed alla scelta consapevole dell'olio extra vergine di oliva. Inutile dire che la cosa mi incuriosiva molto anche se le precedenti esperienze di visite a musei “di settore” in varie località italiane erano state a volte deludenti e temevo di ritrovarmi davanti ad una serie di strumenti antichi mescolati ad opere d’arte contemporanea capitate lì per caso. Per fortuna i miei timori erano infondati e la visita al museo si è rivelata una immersione totale in un mondo di ombre, luci, suoni e profumi assolutamente unica e appagante. Inutile cercare di descriverlo, questo museo bisogna viverlo e questa prima visita fatta con un troppo numeroso, rumoroso e variegato gruppo di visitatori spinti da motivazioni assortite è stata solo una sorta di ottimo antipasto che ci ha fatto venire l’acquolina in bocca e il desiderio di tornarci per una visita più lenta, intima, una prolungata degustazione interiore. Il pomeriggio si è concluso con le “istruzioni” per  l’assaggio dell’olio e con bicchierini di plastica riempiti di olio buono e meno buono, con buonumore e sorpresa, con bruschetta e crema spalmabile alle nocciole e olio evo al cui confronto  altre famose cioccolate spalmabili sono ignobili intrugli. Speciale il museo, bravissime, preparatissime e cordiali le ragazze che con tanto entusiasmo lo gestiscono, ottimo l’olio dop, indimenticabile l’allegria e il calore dell’essere famiglia che Romeo, Sally, Rerun e Cucciolo mi hanno regalato. E’ un dono di cui avevo bisogno in questo periodo difficile in cui grandi conflitti si mescolano a grandi intese, problemi apparentemente irrisolvibili vanno a braccetto con rassicuranti certezze e inaspettate soluzioni, cambiamenti dolorosi si alternano a promettenti novità. Sono viva e questo è già tanto.