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Interviews are back!

Post n°18 pubblicato il 01 Luglio 2008 da jungle.rain

Jungle sta per tornare con le sue interviste, che nel passato avete tanto amato e altrettanto richiesto. In occasione del grande ritorno vi offriamo uno spuntino di gran classe: Emiliano Natali! Ebbene si, il bassista noto per aver militato in gruppi quali Macchina Primordiale, Betelgeuse, November Leaf, Elfic Circle, Lsmd, Alberto Radicati, Mizar (e la lista è ancora lunga) e per essere parte degli Ispiria e di un gruppo storico come gli Shoreborn, apre le sue idee in questa piacevole chiacchierata! Direttamente dall’archivio di Jungle, ecco dunque a voi una intervista mai terminata ad uno dei personaggi più conosciuti e apprezzati della zona… signori e signori, ecco a voi “10 lezioni assolutamente schiette e dirette” su Emiliano Natali!

1.    Allora Emiliano, la tua passione per il basso è iniziata molti, moltissimi anni fa ed è maturata anche in scuole di un certo livello: vuoi parlarcene? Bah ho iniziato a suonare il basso a 17 anni, perché avevo la passione per gli Iron Maiden. Non ho cominciato molto presto, lo so, ma poi ho fatto le cose sul serio, ho frequentato diversi anni (prima di cui prendevo lezioni private e staff) l’Università della musica a Roma ed un anno Percento musica…Al di la della scuola musicale però penso che l’elemento chiave della mia formazione sia stata la mia mentalità ed attitudine verso la musica… ma non sono ipocrita, ammetto che le basi servono!

2.    Tra i tuoi miti, anziché i soliti nomi tipo Jaco Pastorius o Cliff Burton, vediamo spiccare Steve Harris: come mai? Senza nulla togliere nulla a Jaco, il fondatore del bassismo moderno, la mia grande passione era l’heavy metal e nessuno più di Steve Harris è riuscito ad imporsi come bassista in tale genere. Nemmeno Cliff Burton, che nonostante sia geniale ritengo sia sopravvalutato tecnicamente da molti. Ora vabbè, va di moda Myung… bravissimo, per carità, ma freddo, e non ha certo le palle di Steve. Per me, circa quest’ultimo, è bellissimo anche il suo suono, fatto col mitico Fender precision bass.

Con gli Iron ci sono cresciuto, Steve è in me, anche se ho dovuto - per suonare tanti generi diversi e grazie pure agli studi - raffinarmi e spostarmi in molte occasioni in stili dal tocco più morbido e più “tondo”. Tuttavia non rinnego il passato come tanti idioti fanno. Crescere non vuol dire regredire!

3.    Nelle canzoni che hai scritto poni spesso in rilievo problemi abbastanza insoliti se rapportati alle classiche storie d’amore, alle proteste generazionali e via di seguito di cui trattano gli altri. Da cosa scaturisce l’interesse verso queste questioni più “inusuali”? Penso che nasca dall’educazione della mia famiglia e soprattutto dal mio DNA. Il mio carattere è fatto così, e fin da piccolo mi interessavano i misteri e l’horror oltre che gli intrighi psicologici. Oggigiorno mi va anche di parlare di cose di tutti i giorni in modo anche semplice ma mai superficiale o precostituito…a volte l’involucro esterno serve soltanto a coprire una mancanza di idee anche a livello di testi…e così ecco che arrivano i paroloni che nascondono mancanza di contenuti!

4.    E’ importante secondo te sentirsi parte di un gruppo di appartenenza o di una filosofia di vita, o preferisci essere un cane sciolto? Pensi che la personalità sia premiata? Io sono un cane sciolto, anche se a volte è bello sentirsi appoggiati da qualcuno che condivide i tuoi stessi interessi…è difficile trovare certe persone non penso di essere asociale ne’ contro l’amicizia, però credo che spesso sia difficile farsi capire…. per quanto riguarda la musica è più facile seguire le mode… Fare black metal o brutal, o emo core o indie… a me la musica piace un po’ tutta e ora come ora apprezzo molto anche gruppi alla moda in ambito rock, ma non per questo mi piace seguire schemi predefiniti…coi miei gruppi cerco sempre di essere personale qualunque genere faccio.

E’ il caso degli Shoreborn,  ma anche degli Ispiria, in cui alterniamo momenti più tranquilli a momenti più hard o indie-vintage.

  1. Credi sia giusto lottare per un ideale o pensi che sia inevitabile nella società di oggi piegarsi alle convenzioni e al volere dei potenti? E’ bello lottare per gli ideali, ma non per gli ideali stessi, bensì per noi stessi. Mai affidarsi a nessuna filosofia precostituita o a qualche setta o gruppo politico…tanto nella migliore ipotesi verrai deluso, e morirai nella peggiore (parlo di sette) [ride]

  2. Attualmente fai parte di due gruppi: Shoreborn e Ispiria. Cominciamo col parlare di questi ultimi; non avete ancora demo all’attivo ma il vostro nome circola già parecchio: a cosa credi sia dovuto ciò? Circola il nome? Bah non lo sapevo proprio…è una bugia vero? Stiamo registrando il demo ma ce la stiamo prendendo comoda…ora stiamo preparando cover riarrangiate per i live…non so veramente che dirti, spero che possiamo girare il più possibile e fare belle canzoni. Tutto qui!

  3. A quando il vostro primo demo? 1 mese, massimo 2 dai…tra copertine e rogne me la prendo comoda… Ricorda: sempre meglio una bella dormita sotto le stelle che una corsa sotto il solleone! E qualche spuntino qua e la fa sempre bene…

  4. Sugli Shoreborn circolavano strane voci che ci avevano fatto temere il peggio: ora avete progetti in mente? Mah! In verità non ci siamo mai fermati, abbiamo sempre provato e siamo diventati sempre più compatti… semplicemente non ci va di fare tanti live inutili…non sono di certo il tipo che si sbatte per arrivare ai 4 angoli del globo e dovendoci magari pure rimettere i soldi… La mentalità nu-style mi fa veramente ridere…per fortuna che chi ragiona così ha sempre i genitori che pagano! Comunque, tornando agli Shoreborn, posso assicurarti che il gruppo è sempre più compatto e preciso e di questo ne siamo lieti… meglio poche date ma buone!

  5. La vostra ultima esibizione a Jailbreak ha suscitato consensi da parte di testate specialistiche importanti e ha fatto una buona presa anche sugli headliner scandinavi; come commenti tutto questo successo? Siamo un gruppo particolare, in ambito metal non incarniamo il solito stereotipo fatto solo di violenza e impatto. Le nuove generazioni dovrebbero ascoltarsi un po’ di sano heavy metal classico, e capire che non conta solo l’impatto che si ha, ma che le soluzioni, le armonie, le atmosfere… Cazzo! Basta con il solito giung giung fatto di sola violenza! Al nord Europa hanno una cultura classica, ed è da lì che noi prendiamo spunto per le nostre melodie. Ci apprezzano per questo. Sentitevi 3 volte almeno le nostre canzoni con attenzione e vedrete che piano piano le apprezzerete sempre di più; non è roba facilissima da assimilare… anche se io la considero abbastanza orecchiabile!

  6. Sono davvero tantissimi i siti e le riviste che hanno parlato di voi; tuttavia vorrei che tu commentassi una dichiarazione in particolare, quella fatta qualche tempo fa dalla rivista Metal Maniac, che criticava l’attuale business musicale poiché ci sono in giro gruppi scarsi muniti di contratto e una band come la tua è ancora senza etichetta. Dovresti averlo capito come funziona qui in Italia: se non hai un nome non sei nessuno e per avere il nome devi suonare con qualcuno che lo ha già, altrimenti con la crisi discografica che c’è nessuna casa seria potrà mai scommettere su di te. Le etichette piccole ti fanno pagare e vogliono il prodotto già pronto… che se ne stessero alla larga da me! Vivo bene anche senza di loro…. Hey, ovviamente parlavo delle etichette-truffa! Voglio sperare che qualche etichetta piccola seria esista, anzi ne sono sicuro!

 

 
Rispondi al commento:
SubTerra
SubTerra il 02/07/08 alle 15:39 via WEB
Eh eh felice di vedere un'intervista ad Emiliano! Spero di vedere di nuovo live presto gli Ispiria =)
 
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Non si pone spesso attenzione sull’importanza delle radio nel veicolare e diffondere musica, eppure queste, pur non avendo più lo sconfinato potere di un tempo, continuano a detenere il coltello dalla parte del manico per ciò che riguarda i gusti della maggioranza delle persone. Al centro commerciale, in un negozio, a volte anche al lavoro, in macchina o in casa ciò che ci martella le orecchie sono i suoni che provengono dalle frequenze radiofoniche. Si sentono le stesse canzoni decine di volte, finchè quasi automaticamente si giunge a conoscerne a memoria il motivo.
Prestando un po’ di attenzione è facilissimo notare come le radio italiane in linea di massima selezionino i brani operando un vero e proprio “razzismo musicale”: un piccolo esempio? L’ossessività con cui vengono proposte canzoni di artisti come ad esempio Laura Pausini o Eros Ramazzotti, e la rarità con cui vengono fatte ascoltare le produzioni di gruppi invece famosi all’estero come Lacuna Coil o Linea 77… ma non solo! Per fare un esempio sugli artisti più gettonati abbiamo utilizzato due esempi italiani, ma forse ho un po’ sbagliato: la quantità di musica italiana che viene messa in onda è assolutamente irrisoria se paragonata a quella straniera. Molte stazioni si giustificano adducendo il pretesto che in Italia manca innovatività o uno stile personale: questa tesi è più che ovviamente falsa… basta pensare a gruppi come Subsonica o Bugo, assolutamente scartati dai programmi radiofonici!
Vi chiedete il perché le radio emarginino alcuni artisti, emancipandone altri? Bè, proviamo a darvi una risposta noi… perché si pensa troppo alla commercialità, all’orecchiabilità! A questo punto viene logico dire: “Le radio DEVONO pensare alle cose commerciali perché sono quelle che piacciono alla massa!”. Bè, a questa tesi sono da ribattere alcuni fatti storici: Elvis Prasely quando ancheggiò per la prima volta in tv era commerciale? Eppure è considerato il re della musica! E i Pink Floyd? Hanno rivoluzionato la musica! E con loro gente del calibro di Jim Morrison, Genesis, Nirvana…
Concludiamo con un augurio: che le radio la smettano con la loro dannata dittatura e inizino a dare spazio a tutti… dovrebbe essere veramente il pubblico a decretare chi merita fama e chi no, selezionando i propri artisti preferiti tra i molti che le radio dovrebbero mettere a disposizione di tutti gli uditori.

Rain, Laura Liguori

 

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