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La superficialità del caso Piazon...


di M. LancieriSgombro immediatamente il campo dalle possibili incomprensioni. Personalmente, non ho idea di chi sia Piazon: ho letto che sarebbe un ottimo giocatore e che somiglia a Kakà (più dal punto di vista estetico che pratico), ma anche su Youtube scarseggiano i filmati delle sue giocate. Nel profondo della mia ignoranza, non ho di conseguenza i mezzi per valutare la gravità o meno dell’essersi fatti sfuggire il giocatore. Tra l’altro, mi tornano in mente molti sudamericani che, appena arrivati in Europa, avrebbero dovuto spaccare tutto, ma poi sono scomparsi nella nebbia della mediocrità. Motivo per cui non mi sento di drammatizzare la situazione.Detto questo, alcuni fatti sono evidenti. Il giocatore fu portato come un trofeo allo stadio, a vedere la Juve (eliminata) in Coppa Italia. Sui giornali la cosa fu data ovviamente per fatta: si disse che mancavano solo pochi dettagli, ma che dalla prossima stagione la Juve avrebbe potuto contare sul brasiliano. Dopo qualche settimana, fecero capolino alcune avvisaglie del pasticcio: si disse che in realtà c’era l’accordo con il giocatore, ma mancava quello con la squadra, si disse che il costo del cartellino era lievitato. Alla fine si è scoperto che il costo era sempre quello e che l’accordo tra Juve e San Paolo esisteva, ma non è stata raggiunta l’intesa con il giocatore, che nel frattempo ha firmato per il Chelsea. Appena si è avuta la certezza dell’affare sfumato, Marotta ha tenuto a precisare che la scelta della Juve era etica: non è corretto pagare un milione d’ingaggio ad un diciassettenne.Andiamo con ordine. L’idea di pubblicizzare in maniera tanto evidente una compravendita in corso è a dir poco raccapricciante. Anche i bambini sanno che la prerogativa principale di qualsiasi trattativa complessa è la riservatezza che va mantenuta nella conduzione della stessa. Personalmente, quando leggevo che in realtà mancava la firma, ero convinto che fossero speculazioni giornalistiche: tanta superficialità era impensabile.Poi, a frittata fatta, il commento di Marotta sull’etica non ha fatto altro che accrescere le perplessità. Piazon ha 17 anni, non 12. A 17 anni, tanto per fare qualche illustre paragone, Maldini era titolare fisso nel Milan (in cui aveva esordito a 16 anni), Del Piero aveva esordito in Coppa Uefa e in Serie A (dove aveva anche segnato la sua prima rete) con la Juve, per non parlare di Maradona, che esordì nell’Argentinos Juniors addirittura a 15 anni. Insomma, se un giocatore è un predestinato, a 17 anni può essere già protagonista. Se poi guardiamo altri sport, ci accorgiamo che Boris Becker a 17 anni si impose nel tempio del tennis, Wimbledon, dove il premio per chi vince non è certo inferiore ad un milione di euro. Qualcuno ebbe da ridire qualcosa sull’etica? Tanto per farci ancora del male, occorre ricordare che negli USA, non proprio gli ultimi arrivati in tema di diritti personali, si diventa maggiorenni a 16 anni, con tutti i diritti ed i doveri conseguenti. E allora lasciamo perdere l’etica, per favore!Sarebbe piuttosto stato meglio ammettere che si era fatto un errore e che comunque l’ingaggio richiesto dal giocatore non era proporzionato a quella che per i dirigenti rappresentava ad oggi una scommessa.Talvolta la toppa è peggiore del buco e questo sembra proprio uno di quei casi.Quello di Piazon resta comunque un fatto marginale, ma è opportuno rammentare ai dirigenti juventini che anche i tifosi armati delle migliori intenzioni non amano assistere a scene di questo tipo. Fare parte della Juve è certamente un onore, ma porta con sé anche tanti oneri. È bene non dimenticarsene.http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1477