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Montero: "Amo la Juventus.


 Mi piacerebbe fare l'osservatore per il Sudamerica. Quella volta che portai Zidane ai Murazzi..."
Paolo Montero è un idolo dei tifosi juventini. Leader in campo, muro difensivo insuperabile, ha sempre messo in campo anima e cuore. Intervistato da Extratime, supplemento de La Gazzetta dello Sport, l'ex difensore bianconero ricorda con nostalgia il suo periodo bianconero svelando qualche aneddoto: "Ho amato Torino, dove ho vissuto mille aneddoti e ho ancora oggi tanti amici. Ricordo soprattutto le serate ai Murazzi, il mio posto preferito, perché potevo bermi una birra tranquillamente e farmi due chiacchiere come una persona qualunque. Un giorno portai anche Zidane e tutti gli immigrati nordafricani del posto iniziarono a tifare Juve. Ogni volta che si vinceva, partiva subito la macchina per Milano. Di feste ne ho vissute parecchie, però oggi sono sposato e non si possono raccontare. Quante serate con il mio amico Mark (Iuliano, ndr). Era un vero conquistatore, e io gli facevo da spalla. Quando andavamo a ballare e incontravamo tifosi della Fiorentina o del Torino era facile che succedesse qualcosa. Una volta a Viareggio è finita a cazzotti e ci hanno sbattuto fuori dalla discoteca, ma per fortuna ho convinto Mark a lasciar perdere perché erano una decina e ci avrebbero ammazzato di botte.Se in campo succedeva qualcosa, spesso negli spogliatoi andavamo a cercare rissa con gli avversari, soprattutto quando giocavamo con l’Inter. Una volta ho litigato con Toldo,ma era così alto che quando gli ho tirato un pugno non sono riuscito a prenderlo. Poi i compagni ci hanno fermato subito". Montero rivela anche un curioso episodio sotto l'era Ancelotti. "Una volta durante il precampionato Ancelotti ci lasciò una serata libera. Io esagerai e il giorno successivo mi presentai agli allenamenti in condizioni pietose, tanto che la società disse ai giornalisti che ero influenzato. Mi volevano cacciare, ma per fortuna il mister insistette perché restassi e mi salvò". Ora idolo indiscusso dei tifosi, ma una volta "mi volevano picchiare dopo aver scoperto che uscivo con due tifosi del Torino. Mi sono venuti a prendere al Comunale, ma abbiamo parlato e ci siamo chiariti in fretta. Gli ho spiegato che le amicizie me le scelgo da solo". Capitolo allenatori: "Sono stato fortunato, ho conosciuto grandi uomini. Ho litigato con tutti, ma ancora oggi ci sentiamo, segno che ci sono sempre stati stima e rispetto reciproci. Il più importante è stato Ancelotti, che quando lasciò la Juve mi confidò di volermi bene come a un fratello". Sguardo alla Juve attuale. Cosa prova Montero?: "È durissimo, fa davvero male. Ma non so spiegarmi quale possa essere il problema. Adesso ci sono Pavel e Andrea , eppure la Juve non riesce ancora a tornare quella di prima. Non so perché. Da fuori non è possibile e non è nemmeno giusto giudicare". Infine una proposta di collaborazione: "Sarei felicissimo di aiutare la Juve facendo il collaboratore o l’osservatore per il Sudamerica, ma non mi offendo di certo se non mi chiamano. Amo quella maglia, ma sono solo uno dei tanti che l’hanno indossata, quindi capisco perfettamente. Nella Juve ho tanti amici, ma non mi è mai piaciuto mischiare amicizia e lavoro".