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Nucini. Il cavallo di Troia… di Palazzi?


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di G. FioritoLa partita e le utenze telefoniche. Nella ricostruzione che fa nell’udienza del 15 marzo con il PM Narducci della vicenda che lo avrebbe portato ad avere rapporti con Giacinto Facchetti, Nucini parte da Livorno - Messina del settembre 2003, che precede l’episodio del Concord. Non avrebbe dovuto giocarsi per la protesta delle squadre di B contro l’allargamento del campionato, ma avrebbe ricevuto una telefonata di Bergamo e un’altra di Fabiani per convalidare il match registrando la presenza del Messina, che vincerà a tavolino la gara. Il 25 settembre ha luogo l’incontro presso l’hotel di Torino, nel quale gli viene consegnata la scheda che Narducci ricorda avere per finale 366, dalla quale Nucini non effettua telefonate, ma ne riceve qualcuna. Della scheda si disfa (perché? Costituirebbe una prova fondamentale) non appena incontra Facchetti. Dopo che Gianfelice Facchetti porta a conoscenza degli inquirenti il memoriale del padre, fornisce ai carabinieri ulteriori 4 numeri ricevuti per comunicare con Fabiani, che non avrebbe mai chiamato, ma avrebbe ricevuto un paio di telefonate in occasione di Salernitana Reggina di Coppa Italia, successiva all’incontro al Concord. Perché Fabiani “pensava che fossi entrato nel loro gruppo”. Nonostante Nucini riferisca di aver detto a Fabiani che “era seccato per quello che era accaduto”, questi ci riprova in occasione di Avellino - Messina del 12 ottobre 2003, dicendogli: “Ricordati chi sono gli amici”. 2 a 0 per il Messina, con due espulsi per l’Avellino. La Gazzetta dello Sport pubblica la notizia che Zeman aveva ricevuto un SMS che gli prediceva cosa sarebbe successo. Nucini decide di parlarne con Pairetto invece di denunciare alla FIGC le pressioni ricevute e il designatore si rifiuta di sollecitare un’inchiesta. Nel 2002 Nucini inizia a frequentare Facchetti, fino al 2004/2005, come dichiara ammettendo: “l’unica indicazione che ho avvertito come messaggio è stata in occasione di Livorno-Messina”. Durante il controinterrogatorio l’avvocato Prioreschi gli chiede conto delle incongruenze con le deposizioni precedenti: “Sulla scheda data da Fabiani: lei prima ha indicato il numero, ma poi ha detto di non averla usata e che le sono arrivate solo un paio di telefonate. Lei il 23 settembre 2007 ai carabinieri ha detto di avere avuto la scheda ancora imballata e che l’aveva buttata via” . E ancora: “Fabiani il 15 marzo 2003 Le avrebbe dato 3 utenze all’aeroporto di Lamezia. Lei dice di non avere mai usato le utenze. Purtroppo lei è sfortunato, perché da indagini dei pm risulta che è impossibile che Fabiani possa averle dato questa utenza, perché questa utenza risulta attiva solo dal 18/12/99 al maggio 2002 e riattivata a dicembre 2004, quindi il 15 marzo 2003 questa utenza non esisteva, ed è un po’ difficile che Fabiani possa averle dato questa utenza. Adesso Lei mi dice da dove ha pescato queste tre utenze?”. Con un comportamento irriguardoso e reticente Nucini non riesce a spiegare niente. Forse non vuole e anzi nega di avere avuto un ruolo attivo nell’organizzazione: “No, no, no, mi faccia rispondere, mi faccia rispondere....Questo era impossibile che io confidassi a Facchetti che... perché noi, nell’estate del 2002 abbiamo iniziato un percorso che ho definito "cavallo di Troia" perché sapevamo che nel mondo del calcio c’era un malessere e volevamo scoprirlo”. Da soli? Con l’aiuto della Procura di Milano? Della security di Telecom? Sono domande che esigono da tempo di trovare una risposta. Nucini, che come arbitro si sentiva messo da parte, intanto si ricorda improvvisamente di aver arbitrato due volte in serie A nel 2001/2002, ma si presenta come l’uomo che denuncia un sistema nel quale si è tentato di coinvolgerlo. L’anomalia consiste nel denunciarlo a un dirigente dell’Inter, per conto del quale si mette a spiare. Il cavallo di Troia, come tutti sanno, è un espediente usato per entrare a tradimento dentro la città ed espugnarla. Sostanzialmente un inganno. La ricompensa e il fascicolo della Boccassini. Tra le accuse formulate contro la Triade vi è quella di aver omaggiato i designatori di regali. Prioreschi chiede nel controesame a Nucini di fare l’elenco dei colloqui che Facchetti gli ha procurato presso banche, assicurazioni e quant’altro. Nucini li conferma. Anche attraverso Paolillo, attuale AD dell’Inter, ne avrebbe ottenuti presso la Banca Popolare di Milano, Unicredit e Private Banking. In merito alle considerazioni riferite a Facchetti sugli arbitri che facevano parte dell’associazione, l’ex arbitro ancora una volta fa emergere impressioni e addirittura commenti su percezioni. Un criterio di giudizio applicato anche alla maggiore influenzabilità degli arbitri giovani, che pure risultano designati non solo per la Juventus, ma anche per l’Inter e il Milan. Di rilievo che nonostante Facchetti diventi Presidente dell’Inter, Nucini sia il quarto uomo con i nerazzurri in campo. Ricapitolando le dichiarazioni fatte sotto giuramento: l’arbitro in attività Danilo Nucini e il dirigente dell’Inter Giacinto Facchetti svolgono indagini per proprio conto su percezioni che hanno intorno a comportamenti sportivi e/o illeciti nel mondo del calcio, ricevendo il primo in cambio la promessa di un posto di lavoro. Un bel promemoria per Palazzi. Che non si ferma qui. Nucini ricostruisce ancora cronologicamente, durante il controesame dell’avvocato Gallinelli, la genesi dei rapporti con Facchetti, originati dall’apprezzata mancata espulsione di Di Biagio durante Inter Udinese, come ha dichiarato nell’intervista a Mensurati di Repubblica dell’11 maggio 2006. Ora, che si vedessero in città, non toglie che si intrattenessero in rapporti proibiti a campionato in corso e non dall’estate seguente, come Nucini vorrebbe far credere. Di questi rapporti Nucini non sa se Facchetti riferisce a qualcuno. Non è nemmeno a conoscenza se avviene un incontro presso la SARAS tra Facchetti, Moratti e Tavaroli. Tuttavia la procura di Milano lo convoca e si reca dalla Boccassini tra la fine del 2003 e l’inizio del 2004. Da solo, non accompagnato da Facchetti, dichiara. Non ritiene possibile l’esistenza di un CD nel quale Facchetti avrebbe conservato le registrazioni dei loro colloqui. Si tratta del CD di cui ha parlato Tavaroli alla procura di Milano nell’ambito del processo Telecom. Secondo Tavaroli, Facchetti gli riferisce di aver registrato i colloqui con Nucini e gli chiede di effettuare verifiche su De Santis. Si rivolge ad Adamo Bove (ex funzionario di polizia che lavorava alla Telecom, morto si presume suicida a Napoli) per controllare i numeri in possesso di Nucini e stabilirne la riconducibilità a personaggi del mondo del calcio. Cipriani redige il dossier "Operazione ladroni". Tavaroli avrebbe proposto a Facchetti due opzioni: presentarsi in Procura o collaborare come confidente delle forze dell’ordine. Come vanno le cose? Si arena qui il fascicolo aperto dalla Boccassini? Presso la quale Nucini dice di aver parlato genericamente di calcio, senza sapere se la sua convocazione fosse conseguente a un esposto presentato dall’Inter. Alla fine non se la sente “di affrontare da solo il problema che c’era nel mondo del calcio” . L’Inter ha presentato esposto alla procura di Milano? L’averlo fatto avrebbe violato la cosiddetta clausola compromissoria. Obbligatorietà della denuncia e di avvertire la FIGC. L’avvocato Gallinelli insiste, a ragione, sulla necessità di acquisire il fascicolo della Boccassini. Il PM Capuano si oppone, come aveva già fatto all’epoca dell’acquisizione della sentenza Telecom. Né Tavaroli, né Moratti sono stati ascoltati a Napoli. Nelle deposizioni di Tavaroli e Tronchetti Provera sembra plausibile l’ipotesi che fu qualcuno dell’Inter a rivolgersi alla procura milanese. Moratti ha ammesso con Borrelli una mezza verità retrodatata di un anno rispetto all’incontro dell’hotel Concord. Tra meno di due settimane Palazzi avrà l’occasione di valutare, chiedendone conto a Moratti, l’onestà, la legittimità e la liceità dei comportamenti dei dirigenti interisti nell’ultimo decennio.Valga anche per lui il monito che Dante mette in bocca a Ulisse nella Divina Commedia: “Considerate la vostra semenza:/ fatti non foste a viver come bruti /ma per seguir virtute e canoscenza”. (Inferno canto XXVI, 116-120) http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1493