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CALCIO -GEA: Oggi arringhe e sentenze...


(Tuttosport) - Appuntamento alle ore 14 davanti al­la prima Corte d’Appello di Roma, presidente il giudice Masi, per la sentenza d’appello del processo Gea: l’avvocato Marcello Melandrie il figlio Matteo che difendono Moggi conclude­ranno la discussione con le loro arringhe e la corte - a meno di repliche dalle parti civili o del procuratore generale Cozzella - si ritirerà per la sentenza. Si riparte dall’assoluzione per il reato più grave, l’associazione per delinquere finalizzata all’alterazione della concorrenza nel settore degli agenti, e dalla condanna per violenza privata e minacce di Luciano Moggi (16 mesi sospesi e ormai prescritti) e del figlio Alessandro per i casi Amorusoe Zeytulayev e Boudianski. Assolti Franco Zavaglia, Da­vide Lippi, Franco Ceravoloe Pasquale Gal­lo.Il pg Cozzella aveva ripreso in mano l’ac­cusa uscita sconfitta l’8 gennaio 2009 e richie­sto nuovamente l’associazione tornando a chiedere 4 anni e 8 mesi di reclusione per Lu­ciano Moggi, 4 anni per il figlio Alessandro e 1 anno e 4 mesi per Davide Lippi, più 2 anni e 4 mesi di reclusione per Francesco Zavaglia, anche lui assolto in primo grado così come Francesco Ceravolo per cui sono stati chiesti 8 mesi di reclusione. Accolto l’ultimo rinvio lo scorso 11 febbraio, Masi e i suoi giudici a late­re - c’è anche il giudice-scrittore di Romanzo Criminale, De Cataldo, ormai assegnato alla Corte d’Assise di Roma e all’ultima sentenza in Appello - avevano annunciato per oggi chiu­sura e sentenza. Che al massimo potrà slitta­re visti i tempi (venerdì pomeriggio) all’inizio della prossima settimana. E’ il primo procedi­mento legato a Calciopoli che arriva ad una sentenza di secondo grado: una sentenza, quella della Gea, che sembrò a qualcuno pro­fetica. Il giudice Luigi Fiasconaro escluden­do l’associazione a delinquere per gli uomini Gea parlava di un sistema calcio tutto intriso di zone grigie, con una Figc inerme e incapa­ce di intervenire e non solo nei confronti di Moggi&C: non è quello che sta emergendo an­che a Napoli?