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Calciopoli, Moratti voleva la conferma di Bergamo ...


 L’ex designatore sul nerazzurro: «Mi ha detto: non disperi, vedrà»Briatore su Calciopoli Ricusazione giudice ROMA, 29 marzo - E’ la settimana del­le risposte di Moratti alla Procura Figc, ma anche quella in cui riemerge una telefonata sunteggiata in modo assai sbrigativo dai carabinieri di Auricchio nel 2005, che parlano di questa telefonata con Moratti (e al­lora che senso aveva il «piaccia o non piaccia»?). Avessero ascoltato bene i primi 20’ di una lunga chia­mata di Paolo Bergamo e Maria Grazia Fazi, il 23 marzo 2005, avrebbero sco­perto cose sorprendenti e assai interessanti sul rap­porto che c’era - in partico­lare dalla cena con Fac­chetti del 5 gennaio 2005 in poi - tra il designatore li­vornese e l’Inter. In partico­lare con Massimo Moratti , proprio questo è uno dei te­mi all’ordine del giorno del­l’audizione di giovedì sullo scudetto 2006. ALLEATO&PRESAGO - Bergamo parla in tutta scioltezza dalla sim svizze­ra alla sua braccio destro alla Can, Fazi, di una telefo­nata fatta lo stesso giorno (ma non con l’utenza inter­cettata, italiana, diciamo) col patron interista. Sco­priamo che Moratti tifava per una conferma di Berga­mo e Pairetto (nonostante il memoriale Facchetti e lo spionaggio Telecom), visto che rispetto al passato «nes­suno si può lamentare, og­gi». E non solo: Bergamo, professando il rimpianto per uno scudetto perso il 5 maggio 2002, dice a Morat­ti: «Quando la sua Inter co­mincerà a vincere, farà un filotto che farà invidia a tut­to il mondo». Bergamo dice alla Fazi: «Oggi, parlando con Morat­ti, m’ha detto: “Bergamo non penserà mica che Car­raro gli (ad Abetecui riser­va una definizione non pia­cevole, ndr) lascerà la fede­razione (erano i giorni del Patto della Staffetta, ndr). Io ho gran rispetto per il fratello, ma lui è considera­to zero. Ma sai s’è fatta que­sta cosa (il patto, ndr) s’è fatta per necessità, mica perché poi lui può ambire a qualcosa”. Pensa te che con­siderazione ha di lui». Fazi: «E lui (Moratti) che t’ha detto?» Bergamo: «Lui mi ha detto quello che può dire una per­sona di buonsenso. L’ho rin­graziato. Mi fa:“So cosa suc­cedeva prima, oggi nessuno si può lamentare. E se glie­lo dico io che non ho vinto nulla, ne sono convinto. Non è una cosa semplice fa­re il vostro lavoro, qualche errore c’è senz’altro. Rispet­to a prima, però, ora siamo veramente nelle condizioni di stare tutti tranquilli. Co­sì anche voi non dovete di­sperare”. Io però non capi­sco come la Federazione in­tende fare con noi (si parla­va di fine dell’avventura di Bergamo&Pairetto, ndr). Se uno può essere utile, ma­gari per il ruolo che ha all’e­stero: Pairetto in Uefa, io in Fifa. Se no, sono anni di la­voro buttati: io ho la respon­sabilità della selezione dei 18 che... (gli arbitri del Mon­diale, ndr). E gli faccio: do­mani vedrò (in Slovacchia, da dove Bergamo chiama la Fazi, ndr) l’arbitro che farà il derby di Champions»