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Meani rassicura Copelli: «Sei dei nostri!»


 Il dirigente tranquillizza il guardalinee per gli attacchi di FoschiCrollato castello accusatorio Rinviata ricusazione TORINO, 30 marzo - «Uno di noi». Un coro da ultrà? No, la rassi­curazione con cui Leonar­do Meani, addetto agli abritri del Milan ai tempi di Calciopoli, tranquillizza un agitatissimo Cristiano Copelli, assistente che aveva commesso un errore piuttosto grossolano in Sampdoria- Palermo ( cam­pionato 2004- 2005), vinta dai blucerchiati 1- 0 grazie ad un calcio di rigore asse­gnato da Rodomonti, pro­prio su segnalazione del­l’assistente Copelli, per un presunto fallo di mano di Fabio Grosso. Il ds rosane­ro Rino Foschi è una furia, prima lo aggredisce in campo, poi attraverso i media: un vero e proprio massacro per un rigore che costa la qualficazione Champions al Palermo. A un certo punto, Copelli non ce la fa più e a chi chiede aiuto? A Leonardo Meani. E la telefonata del 19 aprile 2005, alle 9.52 è fra quelle intercettate sul­l’utenza di Meani. Copelli: Leo? Ti disturbo? Hai due minuti da deicarmi? Meani: Certo, dimmi C: No, adesso mi sono rotto il cazzo, sai che non ho mai detto o fatto nien­te, perché ho sempre voluto andare avanti con le mi armi. Ma adesso ba­sta... ieri sera ho visto la trasmissio­ne Sky e c’era Foschi, c’era anche Franco Ordine, De Biasi, l’altro che non mi ricordo che c’è sempre... Sconcerti. Adesso Foschi ha girato... M: Sì! Ha girato tutto! C: Ha girato tutto come attacco per­sonale a me, tutto quanto. Io ho chie­sto scusa, io ho sbagliato, la manife­stazione non è stata corretta, chiedo scusa, però questo assistente dopo un errore del genere è inqualificabile, è una persona che non deve prende­re più in mano la bandierina. Andate­vi a prendere tutti gli articoli sono an­ni che ne ha combinato a non finire. Al che Bonan è intervenuto e ha det­to: guardi Foschi, che Copelli è uno degli assistenti internazionali ed è uno che... M: E’ candidato ad andare ai Mon­diali C: No, ha detto: uno dei più bravi. Al­lora Foschi ha detto: no, guardi non ha capito, questo non deve più pren­dere in mano una bandierina, non deve più uscire su un campo di cal­cio, è uno dei mali delle partite di cal­cio. E’ intervenuto De Biasi... .... e Fo­schi ha ribattuto: no Gianni, ti cono­sco da tanto tempo, ma non hai ca­pito questo assistente non deve più uscire. E allora no! Non ci sto... M: Allora sai cosa faccio ora, chiamo Braida che è suo amico, e gli dico: senti, dì a Foschi di piantarla! C: No, soprattutto, il problema qual è? Lui in campo mi ha detto di tutto e io sono stato zitto... M: Sì, si vedeva il labiale che diceva: lasciate stare è pazzo, è pazzo!