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Pasquato: "Sogno di tornare alla Juve. Alex è il mio idolo, un esempio"


Fonte: di Filippo Merli per generazioneditalenti.com
© foto di Federico GaetanoIl segreto è la valvola. Cristian Pasquato sistema il pallone con cura per colpire il punto esatto. “Prima di tirare una punizione - ha raccontato tempo fa alla Gazzetta dello Sport - metto la palla così, con la valvola rivolta verso l’alto per dare l’effetto. Ma è più un fatto mentale: a volte in allenamento non ci faccio caso e mi riescono lo stesso”. Le hanno calciate in tutti i modi: a foglia morta, con le tre dita, sopra la barriera, sotto la barriera, a scendere, a giro, di potenza, di precisione, con l’effetto Magnus reso famoso da una telecronaca di Fabio Caressa dopo un gol di Pirlo. Ognuno al suo stile e spesso lo stile fa scuola: allora ecco la punizione alla Beckham, alla Roberto Carlos, alla Ronaldinho, alla Zico, alla Mihajlovic, alla Juninho, alla Cristiano Ronaldo. Pasquato è cresciuto con quella alla Del Piero. L’ha osservato in allenamento, quando Alex si divertiva a superare le sagome e a metterla all’incrocio, l’ha studiato, ha preso spunto da quelle parabole e ha inventato la punizione alla Pasquato. “Finora - dice a Generazioneditalenti.com - quelle vincenti sono sei: i calci da fermo restano la mia specialità”. Il fantasista del Modena, 21 anni, è stato il grande protagonista della sfida alla rappresentativa serba che si è giocata mercoledì scorso a Sassuolo. Questa è davvero un’Italia di serie B: nella squadra di Massimo Piscedda - che al Ricci ha vinto 2-0 - giocano i migliori giovani della serie cadetta, da Bonaventura a Mendicino, da Viola a Mazzarani, compagno di squadra di Pasquato. “Per noi giovani - continua Cristian, che sabato ha segnato la rete decisiva al Livorno - la B Italia è una grande vetrina. Ci dà la possibilità di metterci in mostra e di confrontarci con i pari età di altre nazioni”.Al Ricci erano presenti diversi osservatori, televisioni, inviati dei giornali e altri addetti ai lavori. “Per noi giovani è davvero un’occasione importante, un’opportunità da sfruttare”. Il ritornello è sempre quello: cultura dei giovani, valorizzazione dei vivai, nuove generazioni da crescere e svezzare sui campi di serie A. Oggi, però, pochi ragazzi hanno il posto fisso nella massima categoria. Il precariato esiste anche nel pallone e costringe i giovani a scendere di categoria per giocare con la giusta continuità. “In Italia - spiega Pasquato - siamo svantaggiati rispetto ad altri Paesi, dove giocatori di 17-18 anni sono stabilmente nella rosa della prima squadra e, se dimostrano di avere testa e qualità, a 20 anni sono titolari”. Qui, invece, si punta sull’usato sicuro. “Spesso il giocatore d’esperienza viene preferito al giovane per raggiungere risultati immediati. Vincere è la cosa più importante, ma è difficile che per farlo un allenatore punti su una squadra composta da soli giovani. Ho fatto due ritiri con la Juve e mi sono trovato benissimo. Se metti un giovane tra dieci campioni è difficile che sbagli la partita, tanto è concentrato e determinato a fare bene. Può sbagliare un passaggio, può fallire un gol, ma darà tutto in ogni gara. Ecco, servirebbe maggiore fiducia nei ragazzi”. Domanda marzulliana: meglio fare panchina in una grande squadra o giocare con continuità in B? “Per un giovane è fondamentale giocare. Certo, stare in gruppo con grandi giocatori è importante, puoi imparare qualcosa di nuovo in ogni allenamento, ma ciò che conta di più è stare in campo il giorno della partita”. Meglio la gavetta, allora. “Un paio d’anni in serie B o in Lega Pro possono essere molto costruttivi per un giovane”. Cesare Prandelli ha proposto di far partecipare l’Under 21 al campionato di serie B. “Premetto che non conosco i dettagli e il regolamento, ma potrebbe essere un progetto interessante”. Lewis Holtby, il ventunenne tedesco che ha segnato una doppietta alla squadra di Ferrara nell’amichevole di Kassel, gioca titolare nel Mainz, la squadra rivelazione della Bundesliga. Molti giocatori dell’Under 21 azzurra, invece, sono panchinari con poche presenze all’attivo. “Basta pensare alla Germania Under 21 che affrontò l’Italia un paio d’anni fa. Oggi gran parte di quei giocatori formano la nazionale maggiore che è arrivata terza al Mondiale sudafricano...”. Prandelli ci prova. Il tacco di Giovinco per il gol di Matri, nell’amichevole con l’Ucraina, ha evidenziato ancora una volta l’intenzione del citì di ringiovanire e rifondare. Alla fine della stagione Pasquato, che come Giovinco è in prestito dalla Juve, potrebbe tornare a Torino, anche se i giornali parlano già di un possibile trasferimento a Cagliari nell’ambito dell’affare Matri. “La Juve è il mio sogno. Devo tantissimo alla società bianconera, mi ha formato sia come persona sia come giocatore. So che non è facile, ma un giorno mi piacerebbe ricambiare”. Cristian ha ancora il poster di Del Piero appeso alla parete. Sono entrambi veneti, sono cresciuti nel Padova e sono entrambi fantasisti: le coincidenze alimentano il paragone. “Alex è il mio idolo. Ho avuto la fortuna di allenarmi spesso con lui, è un grande esempio, soprattutto come uomo. Persona splendida e fuoriclasse assoluto”. Cristian si diverte a superare le sagome e a mettere il pallone all’incrocio, come faceva Del Piero. I ragazzini del Modena provano a imitare la punizione alla Pasquato.