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Capello a La Stampa: "Agnelli ha le idee chiare. Due-tre acquisti per tornare grandi"


Il ct della Nazionale inglese a "colloquio" col quotidiano torinese: "Andrea sa rimediare agli errori fatti. Ma nessuna Juve sarà forte come la mia"Fonte: di Guglielmo Buccheri per "La Stampa"
© foto di Giuseppe Celeste/Image SportLe cento parole «tecniche» in inglese sono diventate mille nella sua lingua e Fabio Capello atterra sul calcio italiano. «Lo so, sono stato oggetto di ironia quando i tabloid hanno detto che uso solo cento vocaboli per parlare alla squadra nazionale, ma - sorride sir Fabio - i vostri colleghi si sono dimenticati di dire che mi riferivo alle parole tecniche. C'è la registrazione della conferenza a testimoniarlo...». Questione di feeling, dunque. Ne ha trovato molto il condottiero dei Leoni Bianchi tra i ciliegi in fiore di Turi, paese che negli Anni 50 e 60 si riconosceva nel mago Oronzo Pugliese che di Capello è stato allenatore a Roma (da ieri nella bacheca del selezionatore inglese c'è anche il premio ricordo del lavoro del tecnico del primo miracolo Foggia).L'Inghilterra è lontana, così è il nostro pallone ad inseguire l'ospite più illustre. Capello sbarca in Puglia con negli occhi il colpo della Juve nella Capitale giallorossa. «Ho visto una squadra umile che ha giocato con l'atteggiamento da provinciale: conosco Andrea (Agnelli, ndr), ha le idee chiare e sa quello che vuole. È il presidente giusto...», sorride mister Fabio. Parole al miele, concetti chiari: l'analisi di Capello si fa più dettagliata. «La Juve sa di aver commesso degli errori, ma Andrea ha le capacità per rimediare. Conosco bene Del Neri, so quanto vale: se in una stagione ti capitano una serie interminabile di infortuni, diventa tutto più difficile ed io ne so qualcosa. Quanto tempo ci vorrà perché i bianconeri colmino il distacco dalle due squadre di Milano? Se indovinerà due o tre acquisti, la Juve tornerà competitiva, ma...». Capello si prende una pausa, poi l'affondo. E il piccolo palazzetto dello sport di Turi diventa un'aula di tribunale sportivo. «Competitiva sì, ma - così il vincitore della terza edizione del premio Pugliese - mai al livello della mia squadra di quel biennio vincente (campione d'Italia 2005 e 2006). Io quelli scudetti li considero nel mio palmares, diciamo mentale: per capire la forza di quella Juve, andatevi a contare quanti giocatori presenti nella finale di Berlino Italia-Francia erano bianconeri...».Capello è in partita. «Allenare una Nazionale o un club è cosa piuttosto differente, ma nella vita non si può dire non farò o rifarò mai una scelta...», precisa. Il calcio italiano visto da fuori, adesso, è più divertente. «Si fischia meno e questo favorisce il bel gioco. Finalmente ci stiamo allineando agli altri tornei europei e lo spettacolo è migliorato. Mi incuriosisce il lavoro del ct azzurro Prandelli: la sua è un'Italia meno muscolare e più tecnica. Quello che, invece, continua a non piacermi dell'Italia sono gli stadi, davvero obsoleti, brutti, invivibili. E poi, la presenza degli ultrà che delinquono sugli spalti». Il derby di Milano ha segnato un nuovo confine alla stagione. «Di solito in partite del genere vince chi ha più voglia di dimostrare qualcosa. Il Milan ha avuto la meglio meritatamente perché ha voluto far capire alla concorrenza che sono loro, i rossoneri, i primi della classe. Per lo scudetto, però, dico attenti al Napoli: i partenopei sono devastanti là davanti e l'entusiasmo dell'ambiente può fare la differenza».I più piccoli stanno per invadere le tribune quando Capello dà gli ultimi voti. «Conosco bene Cassano: togliersi la maglietta dopo il gol nel derby è stata una delle sue bambinate, ma il Milan è la famiglia giusta per lui. Un pronostico su Inter-Schalke? Con le tedesche di solito non abbiamo problemi: i nerazzurri potrebbero, poi, pagare a livello di stress il passaggio del turno in chiave lotta scudetto». Le cento parole «tecniche» in inglese hanno lasciato spazio alle mille in italiano. Guai, però, a sconfinare nel recinto da gioco dei Leoni Bianchi. «Il futuro di Franco Baldini alla Roma di DiBenedetto? Alt, DiBenedetto non lo conosco e Baldini è il manager dell'Inghilterra...».