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PARLA STORARI: "Se la Juve vuole firmo a vita. Il mio sfogo? Non volevo offendere nessuno. Con Delneri mi sono già chiarito, con Buffon no"08.04.2011 08:45 di Redazione TuttoJuve articolo letto 4510 volte © foto di Alberto Fornasari Le grandi parate all'Olimpico di Roma, lo sfogo del post-partita, il dualismo con Buffon, il rapporto con Delneri ed il futuro. Marco Storari parla a ruota libera in una lunga intervista rilasciata a "La Gazzetta dello Sport. Ecco i principali passaggi:"CON DELNERI MI SONO GIA' CHIARITO - "A Roma parate da fuoriclasse? E pensare che avevo saputo di giocare solo due ore prima della partita. Se Delneri è davvero cieco? (Sorride, ndr) Voglio chiarire subito questa cosa. Col mister mi sono spiegato appena rientrato negli spogliatoi. La mia buonafede non va messa in discussione. Ho parlato al fischio finale, ero euforico per la prestazione personale e per la vittoria, pesante, pesantissima. Certo, ho detto cose che si prestavano alle peggiori interpretazioni, però, davvero, non volevo offendere nessuno"."CON BUFFON NON HO ANCORA PARLATO. CON LUI RAPPORTO DI STIMA RECIPROCA" - "Se ne ho parlato con Buffon? No, non ne ho ancora parlato. Qualcuno ci ha letto un residuo di rabbia per l’accantonamento seguito al recupero di Gigi? Penso di aver fatto bene nella prima parte della stagione, e sicuramente avrei fatto casino se a togliermi il posto non fosse stato Buffon, ma un portiere normale. I patti sono però sempre stati chiarissimi con la società. Il mio ruolo era quello di non far sentire la mancanza di Gigi fino al suo rientro. Sapevo che sarei potuto finire in panchina. Il rapporto con Gigi? Di stima reciproca"."SE LA JUVE VUOLE FIRMO A VITO" - "Convivere un altro anno con Buffon? Pensiamo a chiudere bene questa stagione, poi vedremo cosa succederà. Io ragiono sempre da titolare. Mi alleno come se dovessi giocare ogni domenica. Così ho scalato posizioni ai tempi del Milan, solo così non si falliscono le occasioni che ti vengono concesse. A trentaquattro anni ho ancora tanta voglia di giocare, ma la Juve è la Juve, a prescindere da ogni altra cosa. Quando arrivi al top, ci devi pensare bene prima di prendere decisioni drastiche. Se Marotta mi propone il prolungamento fino al 2014? Firmo subito! Se sono pronto a restare a prescindere da Buffon? La verità è che mi sento molto legato a questo club, al progetto in particolare. Sono stato uno dei primissimi acquisti, sono arrivato qui con chi ha dato il via a questo progetto. In un certo senso Agnelli e Marotta hanno anche scommesso su di me, e oggi mi piace l’idea di poterli ripagare di tanta fiducia. Mi piace ancor di più la prospettiva di essere qui quando la Juve tornerà a vincere. E succederà molto presto, perché sbaglia chi pensa che il progetto bianconero sia a lunga scadenza. L’anno prossimo ci saremo anche noi per le cose che contano. Le basi gettate sono buone, ora serve solo un’iniezione di esperienza a questo gruppo, gente che ci faccia fare il salto di qualità a livello di mentalità vincente"."RAPPORTO CON I TIFOSI MOLTO BELLO" - "Il rapporto con i tifosi? Molto bello. Posso solo dirvi che il momento più emozionante l’ho vissuto dalla panchina, contro il Bari, il giorno in cui Buffon tornò titolare. Ebbene, tutto lo stadio mi travolse di affetto con cori e applausi. Cose che ti restano dentro, che ti legano ancor di più a un ambiente"."MAROTTA ED IL SUO STAFF CAPISCONO DI CALCIO" - "Pazzini, Cassano ed io emigrati nel Paradiso del calcio? Evidentemente Marotta e i suoi collaboratori capiscono parecchio di calcio. Altra garanzia per la Juve"."CHAMPIONS? NIENTE PROCLAMI" - "Champions alla portata? Niente proclami, in passato abbiamo fatto una brutta fine. Viviamo alla giornata, e sputiamo sangue in ogni partita, poi faremo i conti. Questo deve essere il nostro obiettivo. Da qui alla fine vorrei vedere sette Juventus come quella di Roma, una squadra compatta, generosa, concentrata. Figlia degli insegnamenti di Delneri, un tecnico che è ancora vivo nello spogliatoio, che ha saputo trasmettere serenità anche nei momenti più difficili. Qui nessuno ha mai alzato la voce, non abbiamo mai sbracato e buona parte del merito va sicuramente al mister".NAZIONALE - "Cosa dico della Nazionale? Che è un sogno finito. Rimpianti? Forse avrei meritato di andare al Mondiale in Sudafrica. Ora è più difficile entrare nel giro. Prandelli ha aperto un nuovo ciclo, anche se secondo me - pur partendo sempre da un blocco giovane - non bisognerebbe rinunciare in partenza ai 'vecchietti'. Le gare di qualificazione si giocano adesso: perché rinunciare a chi sta bene ora, anche se un po’ in là con gli anni?".