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MOGGI su Libero: "Sulla Juve altro fango e il club tace"


Fonte: di Luciano Moggi per "Libero"
© foto di Micri ComunicationChe Mou consoli l’Inter serve a poco, adesso i nerazzurri devono pensare al campionato, anche perché 5 punti dal Milan sono pochi. Serve a poco anche la previsione di Rivera, arrivata prima del secondo flop con lo Schalke: lo scudetto non è cosa solo di Milan e Napoli, c’è anche l’Inter. È ovvio, nei numeri e nella teoria, ma dobbiamo chiederci in quali condizioni la squadra di Leonardo (e lui stesso) torni da Gelsenkirchen. Il primo ad avere il morale sotto i tacchi è proprio il brasiliano; crudele l’impressione offerta davanti alla panchina sul campo tedesco, quella dei momenti d’impotenza di fronte alle disfatte. E ci sono colpe, non poche, anche sue. Il grande motivatore si è dissolto, e con lui lo scacchiere tattico. Ed è mancato persino l’approccio alla partita più scontato che non aveva bisogno di grandi pensatori. L’Inter avrebbe dovuto assaltare la porta dello Schalke quasi come la cavalcata di Balaklava nella guerra di Crimea, ma non c’è stato nemmeno il tentativo. Fossimo in Moratti staremmo attenti. Non ci vuol molto a passare dal Triplete a “zero tituli”. Il tonfo è stato pesante ed ha cause antiche. Le ha fatte proprie anche Fabrizio Bocca ma, come i nostri lettori sanno, ne avevamo già parlato in tempi non sospetti. Dice dunque Bocca, «poteva sembrare folle ma era la verità: molti pezzi dell’Inter andavano smontati e sostituiti subito in estate».Nonbisognava essere folli, caro Bocca, e neanche avere «quel pizzico di cinismo che nessuno umanamente ha avuto», bisognava sapere di calcio, e di come sia necessario intervenire comunque anche sulle squadre vincenti.Colpevole Massimo - Quel che Bocca non dice è che tutto fu bloccato da Moratti, che, dopo che gli era riuscito lo scambio Ibra-Eto’o, si era cullato nella convinzione di saper far da sé, al punto che furono negati i rinforzi già promessi a Benitez. Ma anche su quello scambio i conti dovranno essere fatti alla fine. Eto’o non è più quello di prima, e se Snejider non ce la fa più a stare in campo e i giganti della difesa fanno le belle statuine davanti a Raul, c’è da chiedersi dove mai potesse arrivare l’Inter a Gelsenkirchen e dove poggiassero le speranze di Leo e le attese affascinanti (per lui) di Moratti: solo illusioni. Stavolta il patron non se la può prendere con nessuno. Di dietrologia è sempre vissuto ogni volta che perdeva, e lì di sicuro è nata la prima idea di Calciopoli, ma stavolta non può farvi ricorso.L’erba cattiva si diffonde però copiosamente e non muore mai, e prende ora le fattezze di tale Tettamanti, che vomita una colata di fango anti-Juve su Il Secolo XIX. Farneticazioni, piùche accuse, ignobili e risibili, indirizzate non ai soliti anni della Triade, ma all’intera storia bianconera. Il livoroso opinionista,che mi dicono agente letterario, e dunque un tifoso in libera uscita, scrive che «perdere contro la Juve è di per sé fastidioso» (tanto più fastidioso quanto più è abituale, per lo meno negli ultimi settant’anni); «(...) perdere contro una Juve che per vincere non ha neppure bisogno di rubare come d’abitudine, addirittura insopportabile». Facile ribattere da quale pulpito venga la predica, essendo il Genoa e i suoi tifosi gli ultimi in condizione di dare lezioni di moralità (nessuno ha dimenticato la valigetta piena di soldi), ma non è questo il punto.Distrazione? - Le farneticanti elucubrazioni, ospitate da Il Secolo XIX, senza prendere le distanze, hanno scatenato la reazione sdegnata di tutti i siti bianconeri, ma non della Juve, come se nessuno della Società se ne fosse accorto, o sia in grado di prendere decisioni per difendere la storia e la gloria della Juve. Ci farebbe piacere che Andrea Agnelli desse un colpo, diversamente l’assalto alla diligenza continuerà. Per fortuna c’è chi tiene fermo il punto, non dico tanto a difesa della Juve ma a protezione della verità. Così Oliviero Beha, che su il fatto quotidiano invita Moratti «a dire tutto quello che sa su Calciopoli e quello che deve ancora venir fuori dal processo di Napoli (...) perché quello che ci hanno raccontato è davvero poco. Sappiamo solo una minima parte della verità che somiglia molto ad una montatura. (...) Si è usato Moggi come capro espiatorio (...). Io vorrei sapere tutto di quel che riguarda davvero Inter, Milan e le altre squadre». E Ju29ro così commenta: «Serve altro per far muovere la Juve, non con un espostino, ma mettendo in campo tutto il suo potenziale di fuoco?». Da sottoscrivere e ringraziare.