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Radiazioni, apparizioni, sparizioni...


Giulemanidallajuve su calcio GP
Il prossimo 19 maggio, innanzi la commissione disciplinare della FIGC, si discuterà sulla proposta di “radiazione” (in termini tecnici: “preclusione”) che venne deliberata a carico di Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Innocenzo Mazzini con la sentenza sportiva del 2006 per i notti “fatti” del processo Calciopoli.Il procedimento in questione si caratterizza (come del resto l’intera vicenda) per un’anomalia, dovuta al fatto che dalla data sentenza sportiva ad oggi sono cambiate le regole del gioco, con specifico riferimento all’organo competente ad irrogare la massima sanzione. Il codice di giustizia sportiva vigente nel 2006 prevedeva, infatti, che l’Organo di giustizia - oltre ad irrogare direttamente la sanzione dell’inibizione per la durata massima di cinque anni - potesse formulare, per i casi più gravi, una motivata proposta al presidente della F.I.G.C. perché da questi fosse dichiarata la “radiazione” da ogni carica federale.A seguito dell’entrata in vigore del nuovo codice di giustizia sportiva (emanato il 21 giugno 2007) il presidente della FIGC è però oggi privo di qualunque potere in merito, poiché ogni decisione sulle sanzioni da irrogare è rimessa alla competenza esclusiva degli Organi di giustizia sportiva.Secondo la prima interpretazione della normativa prospettata da Abete (attuale presidente della FIGC) la radiazione si sarebbe posta come un provvedimento vincolato (una mera “presa d’atto”) e, pertanto, siccome si riferiva a fatti accaduti nel 2006, poteva essere (anche col nuovo codice) da lui adottata; per non sbagliare però (visti i precedenti …), l’anno scorso venne chiesto un parere all’Alta Corte del CONI, la quale rispose di non poterlo dare (perché era come chiedere un parere alla Cassazione prima di iniziare una causa).Così, in mancanza dell’autorevole parere richiesto, la FIGC ha congegnato una soluzione tutta italiana: rifare il processo sportivo limitatamente alla questione della “radiazione” (Comunicato Ufficiale n. 143/A del 3 marzo 2011).Contro tale decisione è subito insorto l’ex vicepresidente della FIGC Innocenzo Mazzini che ha proposto ricorso all’Alta Corte del CONI (come volevasi dimostrare), sostenendo di avere maturato il diritto a non essere più punito (e ovviamente giudicato) un’altra volta per gli stessi fatti a seguito dell’inerzia del presidente della FIGC (che oggi, per l’appunto, è privo di potere in merito).La decisione della FIGC di riaprire il giudizio sportivo (anche se limitatamente all’aspetto legato alla “radiazione” ) , potrebbe rivelarsi un boomerang per la stessa Federazione, perché le difese hanno il diritto di presentarsi con tutto quello che è saltato fuori nell’Aula 216 del tribunale di Napoli (intercettazioni “sfuggite”, prove d’accusa inconsistenti), sbugiardando il principio del “piaccia o non piaccia” con il quale nel 2006 si affossò la Juventus e i suoi dirigenti.La riapertura del processo disciplinare diventerebbe così una sorta di “cavallo di troia (giusto per restare in tema) e il passo successivo che si imporrebbe sarebbe la revisione dell’intero processo sportivo, auspicata dai tifosi juventini a cui tutta questa vicenda piace sempre di meno; ciò del resto è possibile perché è previsto dallo stesso codice di giustizia sportiva (art. 39): il punto sarà trovare la volontà di fare tutto questo. Tutto perfetto se si seguisse la logica e il regolamento, anche se in realtà quello istituito dalla Figc potrebbe essere un procedimento anti-revisione, creato proprio per evitare richieste di risarcimento e di revisione totale del processo, incentrandolo sulla sola radiazione e magari permettendo ai soggetti inibiti di rientrare dopo aver scontato la squalifica, quindi nell’immediato.Di Francejuvehttp://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1560