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Juve, lotta per i diritti tv...


La contesa vede opposte due fazioni: da una parte le cinque big, guidate dalla Juve, dall'altra tutte le altre squadre della serie A, con Lazio e Chievo in testaFonte: Tuttosport 01-05-2011
© foto di Daniele Buffa/Image sportDal 2010/2011 è entrato in vigore un nuovo regolamento riguardante i diritti tv, che ne prevede la ripartizione collettiva. Si tratta di un business che vale circa 930 milioni, da spartirsi tra le squadre come segue: il 40% in parti uguali, il 30% in base ai risultati ottenuti dal 1946 ad oggi, il restante 30% da spartirsi in base al bacino d’utenza. Proprio su questo 30% è iniziata la lotta tra le cinque big da una parte (Juve, Inter, Milan, Roma, Napoli) e le restanti quindici squadre di serie A. Il criterio del bacino d’utenza dovrebbe premiare i club che vantano il maggior numero di tifosi in Italia. Ed è proprio su come contare i tifosi che le due fazioni non riescono a trovare un accordo. I numeri lanciati ieri da “Il Sole 24 Ore”, che vedrebbero l’Inter in vantaggio sulla Juve per numero di tifosi, con 7,5 milioni contro 7 milioni, sono solo un esempio di quanto siano complicate simili statistiche. La soluzione sembrerebbe allora quella di affidare il conteggio a delle società specializzate. Il gruppo dei quindici propone un accordo con tre società del settore: Doxa, Crespi e Flexi Group. Ma le cinque grandi temono che questa sia una scelta di parte. Ed è proprio Andrea Agnelli, spalleggiato dall’avvocato bianconero Michele Briamonte (33), a guidare le cinque big nelle azioni legali intraprese contro le “piccole”. Nel caso in cui non si raggiungesse un accordo, le big possono sfoderare un’arma micidiale. La legge Meandri- Gentiloni infatti non obbliga le società a mettere nel pacchetto dei diritti collettivi il pre-partita, il post-partita e l’intrattenimento nell’intervallo. I 5 club potrebbero vendere questi diritti singolarmente, intascando così cifre più alte. Il pacchetto collettivo andrebbe così ad impoverirsi a danno delle piccole. Ma per ora resta una eventualità remota.