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Per favore, risparmiateci almeno la solita lagna...


© foto di Daniele Buffa/Image SportCosì come nelle scorse settimane abbiamo assistito a un tam tam mediatico per oscurare Calciopoli 2, quella vera, al grido di "basta parlare di Calciopoli, guardiamo al futuro!", in questi giorni opinionisti pseudo juventini, presunti esperti di calcio e giornalisti, quasi tutti spingono all'unisono per la riconferma di Delneri sulla panchina bianconera. Cosa alquanto sospetta, almeno per chi non conosce il meccanismo che spinge, a periodi più o meno fissi, certi personaggi ad aprire bocca: per quale motivo uno che sta facendo come e peggio di Ciro Ferrara, meriterebbe la riconferma? Ma non è che a tutti quelli che piangono in difesa del tecnico di Aquileia in realtà lo fanno perché in fondo gli fa piacere e comodo un Juventus sempre più provincializzata?Chi in un senso o nell'altro spinge per una riconferma di Luigi Delneri, vuole a nostro parere il male della Juventus. Non vuole rivederla in alto, non vuole che la squadra bianconera esca da quel tunnel di mediocrità dove è stata cacciata dalle disastrose gestioni Blanc, Cbolli Gigli e Secco, e ora da quella Marotta, Andrea Agnelli e Delneri stesso.I risultati parlano chiaro: a fine stagione, forse, questa squadra avrà si e no tre punti in più della precedente, disastrosa Juve di Ferrara e una posizione simile (settimo posto) o addirittura peggiore se si farà scavalcare da chi le è alle spalle. La squadra non ha gioco, idee e spessissimo appare confusa, aiutata in questo dalle incredibili scelte tattiche dell’allenatore, troppe volte visto andare in tilt nei momenti topici delle partite importanti.Questa Juventus è, di fatto, la fotocopia di quella dello scorso anno, e Delneri non ha bisogno di nessuna seconda chance per dimostrare quello che già sappiamo di lui: che è un buon allenatore, ma non un grande allenatore. E in una grande squadra che vuole tornare laddove gli compete, ai vertici, serve appunto un tecnico di spessore, se non già affermato che possa diventarlo in poco tempo, come fu per Marcello Lippi quando giunse a Torino da Napoli.E lasciamo perdere anche eventuali discorsi di traghettatori, di pazienza, di permettere all'allenatore di Aquileia di portare avanti un presunto progetto (quale?) programmato dalla società per tornare grandi in tempi brevi (anche se John Elkann ha già messo le mani avanti e allungato i tempi parlando di 2014 per una Juventus competitiva....): abbiamo già vissuto questa esperienza virtuale (nel senso che poi era tutta una bufala) con risultati disastrosi prima con Ranieri, che secondo molti avrebbe poi dovuto lasciare l'incarico a Lippi dopo aver riplasmato una squadra tenace e solida, e con Ferrara, a cui sempre il tecnico viareggino avrebbe poi fatto da supervisore.A conferma, l’ennesima a dire il vero, dell’inadeguatezza di Delneri a stare sulla panchina bianconera anche le ultime frasi pronunciate dall’allenatore juventino alla vigilia della sfida con la Lazio, che semmai ce ne fosse bisogno dipingono un quadro piuttosto chiaro di come egli sembra non aver capito, dopo un anno, cosa sia la Juventus."La squadra arriva da sei risultati utili consecutivi nell’ultimo periodo” ha detto con la solita aria spocchiosa che ultimamente sembra contraddistinguerlo nemmeno avesse appena centrato il Triplete. Sarà, ma viene pure da un campionato disastroso, aggiungiamo noi. Che discorsi sono? Sei risultati utili consecutivi ma fuori da tutto sono, per la Juventus, un fallimento. Forse per Delneri essi possono rappresentare un successo, ma lo sarebbero se allenasse il Chievo, non la più gloriosa società di calcio italiana.Non contento ha continuato: “Ventuno punti persi con le piccole hanno determinato chiaramente il nostro cammino, ma mi sembra che tutte nell'arco del campionato abbiano perso dei punti importanti con squadre anche cosiddette abbordabili, che poi in effetti tante volte sono meno abbordabili di quello che si pensa”. Si, Delneri, ma noi questi punti li abbiamo sempre persi, mica saltuariamente, e praticamente tutti e con tutti. Tant'è che ci sembra che le altre siano davanti a noi a giocarsi lo scudetto o la qualificazione in Champions League...Infine la chicca finale: "Anche l’Europa League mi sembra un obiettivo importante” .In effetti per ogni tifoso juventino questo è il sogno proibito. E lo è anche dei giocatori visto l’impegno profuso da questi ultimi proprio in Europa League in questa stagione. Ovviamente il nostro è un commento ironico, sia chiaro. Piuttosto queste parole confermano ulteriormente come esse rappresentino il trionfo del ridimensionamento: questo è l'obiettivo primario di una squadra che si chiami Sampdoria, Palermo, Genoa. Non Juventus.Qualcuno forse dovrebbe far leggere al signor Delneri e a chi lo ha messo sulla panchina juventina, ogni mattina, questa frase pronunciata da un certo Giampiero Boniperti: "Alla Juventus vincere non è importante. È l'unica cosa che conta".