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La mancanza di rispetto verso i tifosi...


di L. BassoTra poche ore, o giusto qualcuna di più, è probabile che la Sampdoria dovrà salutare la Serie A. Un girone di ritorno disastroso ha prima ridimensionato le ambizioni della squadra blucerchiata, prima allontanandola dalla parte alta della classifica, e poi giù giù fino alla Geenna della zona retrocessione.Certo, qualcuno commenterà: “E che me ne cale della squadra con le maglie da ciclisti?”Giusto. Ma sbagliato.Perchè se è vero che, in quanto Juventini, non dovrebbero interessarci i risultati delle squadre che giocano all'ombra della Lanterna (o del Vesuvio, del Cupolone e chi più ne ha più ne metta) è altrettanto vero che, come tifosi per giunta rancorosi, ci interessa eccome.Tutti abbiamo letto sui giornali delle contestazioni degli ultrà doriani. Degli assalti ai giocatori e del “Se retrocedete vi ammazziamo”.Gesti e parole da condannare, senza se e senza ma, e infatti l'informazione ha condannato ad una sola voce quanto avvenuto.Nessuno, però, ha posto l'accento su di una questione che io giudico tutt'altro che trascurabile.Siamo in estate, il periodo riservato più che mai al Calcio stampato. Giobatta Parodi, il tifoso medio doriano sfoglia la Gazzetta sotto l'ombrellone e legge di mirabolanti trattative: Messi e Cristiano Ronaldo sarebbero stati visti in sede per firmare un precontratto... ma si vocifera anche di Iniesta e Arshavin...E così, dopo aver letto dell'impresa del giorno prima, con la vittoria per 3 a 1 sul temibile dopolavoro ferroviario (coi giocatori in campo in infradito e cappello di paglia) prende la decisione.Che -permettetemi la battutaccia- per un uomo nato sul Golfo del Tigullio, è doppiamente dolorosa. Va a casa, apre la scatola dei sigari che teneva nascosta sopra l'armadio, ne estrae qualche biglietto da cinquanta e va a farsi l'abbonamento.Sa benissimo che la sua squadra del cuore non dispone di una rosa numerosa come quella dei “top team”, e che si basa più sulla buona volontà di tanti onesti operai del pallone che non su una “raccolta di figurine” che raduni stelle del calcio da ogni dove. Ma il gruppo è collaudato, e là davanti la coppia Cassano – Pazzini lo lascia sognare un buon campionato.E in effetti così è. Cassano sembra calarsi nei panni di un nuovo fantasista con più genio e meno sregolatezza, Pazzini sfrutta al meglio le occasioni che il talento barese gli propone... tutto bene, insomma.Ma la sorpresa è dietro l'angolo. Prima la lite tra Cassano e il presidente con conseguente esclusione dalla rosa del giocatore, poi il mercato con la cessione di Pazzini e l'accasamento di Cassano al Milan. La squadra è allo sbando e inevitabilmente imbocca un tunnel sempre più buio che la porta prima nella parte “destra” della classifica, e poi giù, giù, giù fino alla zona retrocessione.Con il logico “turbamento” (diciamo così) dei tifosi genovesi che avevano sognato ben altro epilogo per il campionato; magari non una riedizione della gloriosa Sampdoria di Vialli e Mancini, ma certamente non questa Caporetto.Per carità, come in ogni ditta il rispetto è tutto, e un dipendente non deve permettersi di mandare a “fan” il proprio datore di lavoro (e ovviamente viceversa) ma credo che quando la dirigenza della Samp ingaggiò Cassano, oltre alle indubbie doti calcistiche del ragazzo fosse a conoscenza anche del suo caratterino. Non si può chiedere un appuntamento galante a Lorena Bobbitt e poi lamentarsi se la ragazza ci ha inseguito tutta la sera con un paio di forbici, insomma!Riguardo a Pazzini, per carità, nessuno chiedeva né alla Samp né al giocatore di fare scelte economicamente masochistiche. Ma da che mondo è mondo la squadra che cede il suo talento migliore provvede poi a rinforzarsi. La Samp invece non ha assolutamente “tappato” il buco che si era andato a creare con queste due partenze.E questo, prima ancora che “incompetenza” o “supponenza” lo chiamo “mancanza di rispetto per i tifosi. Che -non dimentichiamolo- fino a prova contraria sono quelli che pagano per mantenere la baracca. Per carità, io per primo mi sento ridicolo a parlare di “rispetto per i tifosi”. Potrei andare a citare ciò a cui il tifoso bianconero si è ormai abituato dopo anni e anni di accuse infamanti, di sfottò generali e -soprattutto- delle eterne prese in giro del “projettò” e di questi scudetti che diventano 27 o 29 a giorni alterni con l'aggiunta -talvolta- di sibillini asterischi, ma queste sono questioni troppo “di casa nostra” e sappiamo benissimo che in Italia ciò che è contro la Juve non può, non deve fare notizia.E' un dato di fatto, invece, che in tutta Italia per tutta la stagione ci siano state contestazioni riguardo alle partite all'ora di pranzo. Vi risulta che qualcuno, lassù ai “piani alti”, si sia anche solo posto il dubbio se fosse stata una buona scelta? A me no. Senza poi parlare della regolarità del campionato. Fatti salvi infortuni e squalifiche, le squadre che si incontrano “dovrebbero” essere sempre le stesse. Una squadra che ha incontrato la Samp con Cassano e Pazzini ha fatto i conti con un certo tipo di ostacolo, chi l'ha incontrata dopo le cessioni ha sicuramente avuto un compito più agevole.Ma si sa... l'unica cosa che importa è che lo spettacolo vada avanti e che porti palanche. Poco importa se il campionato è falsato, o se si cambiano le carte in tavola. Noi tifosi Juventini, almeno quelli rancorosi, ci siamo abituati a vedere che il gregge (di qualsiasi colore) si lascia sempre condurre placido alla tosa. E se qualche belato isolato può dare fastidio, lorsignori non si preoccupino. Sono, appunto, casi isolati, non vanno sui giornali.Lo spettacolo può continuare.Venghino signori venghino. Più gente entra, più bestie vedrete. http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1592