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Ricusazioni nel paese dei cachi...da glmdj...


di M. LancieriQuando si parla di farsopoli ed annessi, non finiamo mai di stupirci. In un solo giorno, abbiamo avuto l’ennesima conferma (questa volta clamorosa) di quanto si possa essere rapidi ed “efficienti”, oppure lenti all’inverosimile, secondo i casi.Nel 2006, Moggi, Giraudo e Mazzini furono condannati in maniera esemplare a cinque anni di inibizione dalla Figc. Come se non bastasse, fu anche proposta la radiazione degli stessi. Per quasi un lustro, la giustizia sportiva sembrava essersi dimenticata dei tre mariuoli. Poi, come d’incanto, proprio in prossimità della scadenza della squalifica, tutti si sono improvvisamente svegliati. Certo, alla luce dei fatti emersi durante il processo di Napoli, ci sarebbe anche da riconsiderare la losca vicenda che, tra l’altro, condusse la Juve in B e le milanesi al vertice del calcio italiano ed europeo. Ma chi se ne frega? Ora bisogna bastonare i tre distruttori dell’Eden pallonaro. E così si corre nuovamente davanti ad una corte. Per gli scudetti di cartone e le coppe di plastica, c’è tempo. Ma per bastonare tutto ciò che puzza da Juve pre-2006, bisogna correre.Ma la sorpresa è sempre in agguato: i legali di Moggi chiedono la ricusazione dei giudici Sergio Artico, Gianfranco Tobia e Riccardo Andriani, dal momento che già lo avevano condannato (sempre in sede sportiva) riguardo la vicenda delle SIM svizzere.Abituati ai tempi biblici della giustizia nostrana, ci aspettavamo che questa richiesta trovasse risposta in un paio di decenni. E invece no! Se riuscirono a distruggere la squadra più titolata d’Italia in meno di un mese, quanto occorreva per l’ennesimo due di picche al solito Luciano? Un giorno! Ebbene sì: ventiquattrore per respingere la richiesta, dal momento che «il precedente procedimento al quale Luciano Moggi fa riferimento aveva ad oggetto una vicenda diversa e del tutto distinta». Ma come, non era con le schede svizzere che Moggi comandava la sua organizzazione mafiosa? Ancora una volta, chi se ne frega! La coerenza in Italia non sappiamo neanche più cosa sia.Quasi contemporaneamente, ci si aspettava una risposta su un’altra richiesta di ricusazione: quella a carico di Teresa Casoria, giudice al processo di Napoli, che vede sempre Moggi tra i protagonisti.E ancora una volta arriva la sorpresa: decisione rimandata. Motivo? Il relatore del caso è in ferie! Verrebbe da ridere, se non ci fosse da piangere.Spesso si parla di “giustizia a due velocità”, ma qui siamo di fronte ad una variabile impazzita (ma di quelle forme di pazzia che non convincono del tutto): Juve demolita in un batter d’occhio; processo “vero” che, dopo circa 6 anni dai fatti contestati, non ha concluso neppure il primo grado; radiazione di tesserati Figc imbucate in un sarcofago per 5 anni, che poi vengono riesumate e possibilmente comminate in un paio di settimane; ricusazioni respinte ancora prima di essere presentate; altre ricusazioni che restano in bilico per cent’anni… Qualcuno obietterà: ma la giustizia sportiva e quella ordinaria sono cose diverse. Sarà anche vero… ma il dubbio è che l’acceleratore e il freno siano premuti sempre con lo stesso intento. Indipendentemente dal fatto che si tratti di giustizia sportiva o giustizia ordinaria.Siamo proprio nel paese dei cachi.Commenta l'articolo sul nostro forum!