Sarebbe facile liquidare tutto, alla Moratti, come una storia tra cornuti litiganti, dove nessuno si vede bue ma non è che riconoscersi asini sia poi tanto meglio.L'ennesima puntata della televonela (solo) mediatica è iniziata ieri con una frase del rappresentante della famiglia Elkann in società: «Se la Figc ci mette più di un anno per rispondere al nostro esposto, allora forse non ha la coscienza troppo pulita». Pronta, dai microfoni di Sky, è giunta la replica del più amato del palazzo: «Sono problemi di Agnelli con la federazione. Non vedo perchè debba entrare in questa polemica. C'è una tale aggressività in giro che non mi piace fomentarla». Così a “fomentare l'aggressività” non è chi sfrutta ogni occasione per offendere una storia amata da milioni di tifosi; no: Moratti è noto per i suoi messaggi distensivi alla piazza. E, parlando sempre di distensione, chissà perché è molto più calmo da quando ha avuto il famoso “incontro” con Palazzi. Così tranquillo e sicuro da replicare: “sono fatti loro”. Come sarà la coscienza di Moratti?Se il presidente interista manifesta, vera o presunta, serenità, meno placido è l’esponente citato prima. Visibilmente nervoso in ogni occasione, soffre di lesa maestà perché la tifoseria comincia a credere che la venerazione arbitraria non faccia bene né a lui né soprattutto alla Juventus. Oggi ce l’ha con la FIGC, non per l’esposto di John Elkann, ma sempre per la storia dei diritti televisivi. Basti dire che l’esposto era indirizzato anche al CONI e che, nonostante non si sia mosso, il presidente della Juventus ha recentemente dichiarato: “Per fortuna abbiamo il CONI che ci tutela”. Le solite prese in giro. Nessun affondo sulla questione scudetti, non c'è il permesso del patriarca e nemmeno più del patriarchino, per fortuna resta l'esposto a fare da paravento. Troppi sudori freddi nel rispondere se gli scudetti saranno richiesti: «sicuramente», «eventualmente» o «in nessun caso». Dice però di dedicare a calciopoli un paio di ore al giorno. Visti i risultati, si vede che fa male anche questo.Quella frase contro la FIGC ha naturalmente raccolto alcuni consensi e la missione “leone per un giorno” è stata portata a termine con successo. Come una persona saggia ricordava a un giovane Montezemolo: recitare la parte e prendersi un applauso non significa nulla. Gli applausi hanno una durata limitata e sanno raccoglierli anche i pagliacci, che siano allegri al circo o tristi a teatro. C'è gente che si è scorticata le mani all'ultima assemblea di Cobolli Gigli. Semplici comportamenti di facciata: l'affetto, la fiducia e il consenso sono un'altra cosa. Per conquistare tutto ciò non bastano i fiumi di parole che si continuano a spendere, non basta l'esercito di media asserviti, ma bisogna passare ai fatti; chiari e incontestabili fatti. Chi rappresenta la Juventus e si fa carico di rappresentare anche milioni di tifosi, ha l’obbligo morale di non far passare nemmeno il sospetto che ci siano trofei immeritati, che la società potrebbe arretrare di qualche passo o ritrarsi dalla lotta. Invece abbiamo un azionista di riferimento in prima linea solo quando fa comodo agli affari e alle ambizioni dei singoli utilizzatori. Se c'è da alzare la voce per difendere la Juve, nuocendo ai propri affari, pensano bene di nascondere la pelle del lupo per far sfoggio della lana grezza.Alla fine provano pure a raccontarci che le colpe sono dei tifosi. Che non dovrebbero protestare. Che non dovrebbero pensare a calciopoli ma «guardare avanti». Un invito che irrita oggi come irritava ieri, palese segnale della sufficienza e dell’insofferenza adottata nei nostri riguardi. Se i tifosi protestano, se oltre a guardare avanti “vigilano” anche su ciò che hanno di caro dietro, lo sbaglio non è dei tifosi ma di chi è incapace di trasmettere fiducia o, peggio, di chi quella fiducia l'ha tradita. Senza l'impegno dei tanto criticati tifosi, farsopoli sarebbe stata archiviata nel 2006. Senza i fischi e le proteste di quei tifosi oggi scomodi, qualcuno non sarebbe mai diventato presidente della Juventus ma starebbe ancora a raccogliere palline sui campi da golf. Mi pare di capire che, in quanto a coscienze sporche, la FIGC è in ottima compagnia.
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