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BENVENUTO ANDREA


© foto di Giacomo MoriniLe visite mediche sono già state sostenute. Il tempo di arrivare in sede, rimanere un attimo colpito dalla sala dei trionfi bianconera, apporre una firma e il matrimonio sarà ufficialmente compiuto. Andrea Pirlo diverrà a quel punto un giocatore bianconero a tutti gli effetti. E che giocatore. La sua ultima stagione è stata travagliata dal punto di vista fisico, solo 17 presenze per lui, ma la qualità del suo gioco non può essere messa in discussione. Intelligenza, senso tattico, visione di gioco, tecnica sopraffina, personalità: Andrea Pirlo è questo. Il catalizzatore del gioco, l'uomo dell'ultimo passaggio, della verticalizzazione millimetrica. E chi più ne ha più ne metta. Ma non solo. Pirlo, nonostante la timidezza che lo ha sempre contraddistinto, è un leader in campo e nello spogliatoio. Un leader silenzioso, a cui non piace apparire, mostrarsi solo per il piacere di farlo. E' un uomo cui basta una parola per lasciare il segno, un gesto, uno sguardo. E' un uomo che dentro lo spogliatoio, così come in campo, fa la differenza. E di questo la Juventus ha bisogno. La carriera poi parla per lui: titoli nazionali, internazionali, riconoscimenti personali, magie, goal spettacolari. E' cresciuto nel Brescia, ha vissuto la Milano neroazzurra, ha incantato Reggio Calabria per poi divenire grande in rossonero. Nei dieci di Milan ha lasciato il segno come nessun altro. L'insostituibile: così veniva definito. E tuttora la maggior parte dei critici, tecnici, giocatori è convinta che in quel ruolo tanto delicato un elemento della sua stessa caratura debba essere ancora individuato. La notte di Berlino fa da cornice a tutto questo. La Nazionale di Marcello Lippi si è aggrappata a lui, alle sue geometrie, alle sue invenzioni. Come non ricordare il filtrante millimetrico con cui ha mandato in goal Grosso durante la semifinale contro la Germania. Ma c'è un estratto di quell'avventura mondiale che tutti gli juventini si augurano possa rivivere in bianconero. Finale contro la Francia. Sessione dei calci di rigore. Ultimo penalty. Le immagini inquadrano Pirlo che si stringe al Capitano Cannavaro. E sussurra "dai Fabio". Più volte. Fino alla gioia finale. E a quella indimenticabile corsa a braccia alzate, a quell'espressione di gioia e felicità incontenibile esplosa dopo una finale combattuta. Benvenuto Andrea. La maglia della Juventus pesa più di qualunque altra, porta con sé storia e tradizione. Si potrà vincere o meno. Ma te la indosserai con la professionalità e l'orgoglio che ti ha sempre contraddistinto. Di questo i tifosi juventini ne sono sicuri. Ed esultano per il tuo arrivo.