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La Juve All’altro Mondo...


di MarcolancSembra ieri, quando molti di noi invocavano: «Presidente, dica qualcosa di juventino!».Queste le sue ultime parole sulla nostra battaglia: «Non possiamo tornare indietro nel tempo. Oggi siamo nel 2011, è un altro mondo. Se avessimo fatto è un esercizio interessante, però non ci porterà da nessuna parte. Noi siamo attenti al tema, ma io trovo personalmente abbastanza sterile l'esercizio di urlare ai quattro venti tutti i giorni qualcosa in cui credo e ho avuto modo di dichiarare, ma poi finisce».Certo, è finito il tempo in cui serviva l’appoggio di tutti gli juventini, anche i “rancorosi”. Ora è tempo di guardare avanti: del resto siamo nel 2011, in un “altro mondo”. Personalmente, credevo che il mondo fosse sempre lo stesso, anche due millenni fa, ma evidentemente mi sbagliavo. Credevo che chi subiva un’ingiustizia avesse il diritto di chiederne conto e battersi alla morte, fino a quando non otteneva il proprio obiettivo, ma evidentemente mi sbagliavo. Credevo che il presidente di una squadra ultracentenaria avesse il dovere di tutelare prima di tutto la propria storia, ma evidentemente mi sbagliavo. Quel compito è delegato agli avvocati, che hanno «strategie che si riveleranno vincenti o non vincenti». Ma perché continuiamo a preoccuparci? Chi se ne frega se la nostra squadra è stata devastata? Chi se ne frega se abbiamo subito la più grande ingiustizia della storia calcistica? Se il fatto che si possa anche perdere (e quindi che l’ingiustizia diventi irrimediabile) è tanto accettabile per il presidente della Juve, perché dovremmo essere noi a prendercela così a cuore? Del resto, il nostro presidente ci ha già spiegato come stanno le cose: siamo in “un altro mondo”.Il mondo attuale è quello in cui Tuttosport viene pubblicamente cazziato se, con qualche mese d’anticipo, scrive che a fine stagione Delneri sarà sostituito, mentre la Gazzetta può permettersi bellamente di sparare granate su quella Juve che in 12 anni vinse tutto, prima di essere uccisa dai giornalisti in rosa e da un manipolo di personaggi che trovarono le porte aperte per saccheggiare la nostra bacheca. Il nuovo mondo è quello in cui dobbiamo dimenticare il vergognoso passato, quando stravincevamo sempre, e dobbiamo concentrarci sul simpatico presente, in cui arriviamo dietro alle corazzate Udinese, Lazio e Napoli e poco sopra al Palermo, mentre il presidente dell’Inter può permettersi di schernirci impunemente. Il mondo attuale è quello in cui un gruppetto di persone tanto innamorate della maglia bianconera da metterci per anni il proprio tempo ed i propri soldi viene guardato con sufficienza dal presidente della loro stessa squadra (in effetti qualche passo avanti l’abbiamo fatto, se pensiamo che un altro presidente di questo nuovo mondo ci definiva “tifosi di serie C”). Il mondo attuale è quello in cui si finge di non vedere cosa sta accadendo a Napoli e si ricorre a mille distinguo e a mille codicilli, pur di nascondere la verità.Il giovane presidente juventino se la prende per un nostro video, in cui pesiamo le sue parole, ma non se la prendeva quando, con la stessa attenzione, cercavamo tra le pieghe dei suoi discorsi qualcosa che ci facesse sperare. Adesso come allora, Nelle sue parole cerchiamo sempre “qualcosa di juventino” e invece scorgiamo ogni giorno di più la completa assenza di sentimenti. E anche questa volta non troviamo una cosa che vorremmo sentire ogni momento: «Rivogliamo i nostri scudetti!». È faticoso dirlo? È sterile? Ma cosa non è sterile nello sport? Lo sport è passione e tutto ciò che è passione, per una persona senza sentimenti, è sterile, completamente inutile. Del resto, a cosa serve emozionarsi per una rovesciata di Vialli o per un gol “alla Del Piero”? Vincere uno scudetto ci riempie lo stomaco o il portafogli?Forse il punto è proprio questo. Nel “nuovo mondo”, quello di John Elkann, Jean Claude Blanc e Andrea Agnelli, dobbiamo dimenticare che il calcio sia passione. Ma se togliamo la passione, cosa rimane?http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1622