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Vai avanti tu che mi vien da ridere...


di L. Basso“Vai avanti tu che mi vien da ridere”. Questa celebre battuta da cabaret sembra essere, negli ultimi tempi, il motto della FIGC e di tutti gli Enti che ruotano intorno al pianeta Pallone.Pare infatti che, a partire dai salotti della Federazione fino alle Aule del Tribunale di Napoli, passando per gli Uffici dei procuratori, normali o “super” che siano, sia scoppiata un'epidemia di “attesa degli eventi”. Nessuno vuole prendere una decisione, nessuno vuole fare il primo passo e apporre la propria firma su di un qualsiasi foglio che costituisca un primo, benchè minuscolo, punto fermo nel minestrone che ribolle nel grande pentolone farsopolistico.Chi deve radiare Moggi aspetta la decisione di qualcun altro. Chi deve far restituire l'inopportunamente battezzato “scudetto dell'Onestà” attende gli sviluppi del processo di Napoli. Chi deve pronunciarsi sul processo di Napoli attende quello a Giraudo. E, già che ci siamo, io che devo andare dalla vicina del terzo piano aspetto che suo marito esca per andare al lavoro.Tutti hanno paura di fare la prima mossa, perchè sanno benissimo che, qualsiasi essa fosse, innescherebbe un domino colossale di mosse successive.E, quindi, nessuno vuole essere additato come responsabile; tutti preferiscono di gran lunga il più comodo ruolo di quello che ha dovuto fare una “scelta obbligata”, a seguito delle decisioni prese da qualcun altro.E' un raffinato gioco di equilibrio. Tutti hanno iniziato marciando a grandi passi in avanti. Poi, man mano che la fine della strada si avvicinava, e facendosi via via più chiaro cosa li attendeva laggiù in fondo, tutti hanno cominciato a rallentare. A temporeggiare. A fermarsi per allacciarsi una scarpa (anche se portavano mocassini) nella speranza che qualcun altro li superasse.E ora siamo davanti al baratro. Pochi centimetri separano ormai questi signori dall'orrido che si spalanca davanti ai loro piedi. “Ma prego, prima lei...” “Ma si figuri, prima lei...” “Ci mancherebbe, dopo di lei” “Ah no, guardi che mi offendo, prima lei!”Tutto nella speranza che, prima o poi, qualcun altro sia costretto a fare quel passo fatale, o che dall'esterno intervenga qualche “elemento” che sparigli le carte e cambi la situazione.E così Petrucci, intervistato in merito, lascia che sia Abete a pronunciarsi sulla rilettura di Farsopoli, i PM cercano di allungare all'infinito i tempi del Processo di Napoli sperando che, magari, nel frattempo la Dottoressa Casoria sia ricusata o le prenda un coccolone, Abete e -ahimè- A. Agnelli aspettano invano che dal suddetto processo venga fuori qualcosa che li autorizzi a prendere posizione...Tutti fermi. Con la segreta speranza che la situazione all'improvviso cambi. O -piuttosto- che non cambi, e che il tempo porti la pace dell'oblìo su tutte queste vicende, che cada tutto nel dimenticatoio Maximus come del resto avviene tradizionalmente in Italia per tutte le vicende scomode. Terremoti. Stragi. Vicende poco chiare...Forse a lorsignori andrà bene anche questa volta. Forse il popolo-ovino si lascerà condurre verso nuove direzioni e dimenticherà.Ma non dimenticheremo noi.Noi rimaniamo seduti qui, sulla sponda del fiume. Con una cassa di birra in fresco.http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1636