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BUFFON A LA GAZZETTA - "RESTO ALLA JUVE. CREDO SI POTRA' FARE BENE


© foto di Giuseppe Celeste/Image SportSi prepara al prossimo matrimonio, ma non disdegna una chiaccherata non solo sulla cerimonia, ma anche sulle recenti difficoltà e sul suo futuro. Buffon racconta oggi alla Gazzetta dello Sport quel che succederà a Praga.Buffon, quando ha capito che Alena era la donna giusta?«Stiamo insieme da sei anni e poco alla volta mi sono accorto che volevo passare la vita con lei. L’attrazione fisica non basta: è fortissima, ma con il tempo si smorza».Come e quando le ha chiesto di sposarla?«La notte di Natale, con un biglietto nascosto tra i vari regali».A Praga ci sono tradizioni particolari per il matrimonio?«Viene celebrato e festeggiato in modo molto simile all’Italia. Magari rispetto alle nostre abitudini sono un po’ più morigerati e distaccati».Quanti invitati arriveranno dall’Italia?«Alla cerimonia ci saranno circa 60 persone, delle quali 40-45 arriveranno dall’Italia. Sarà un matrimonio intimo, la festa per gli amici è in programma al Twiga il 19».Come giudica l’attenzione mediatica sulle sue nozze?«La ritengo abbastanza normale, poi sta a noi gestirla nel modo che riteniamo più consono. E’ giusto che se ne parli, visto che siamo due personaggi pubblici, ed è altrettanto giusto che noi riusciamo a viverlo con normalità e semplicità».Come sarà il suo vestito?«Le posso dire solo che è di Pignatelli».C’è un segreto da rispettare?«No, è che non mi ricordo nulla. L’ho provato solo un paio di volte, l’ultima circa venti giorni fa. E non saprei dirle nemmeno il colore della camicia».Buffon racconta anche com'è la paternità e quali valori vorrà insegnare al proprio figlio.Quanto è bello e difficile fare il papà di Louis Thomas (4 anni a dicembre) e David Lee (2 a ottobre)?«E’ bellissimo e comporta molte responsabilità, perfino nelle cose a cui meno si pensa. Ad esempio bisogna stare attenti ai comportamenti o al linguaggio in casa, perché i bimbi sono delle spugne e non dimenticano quello che sentono spesso. Mi sento sempre un po’ sotto esame e spero di cavarmela bene».Che tipo di papà è Gigi Buffon: permissivo o severo?«Io gioco e mi diverto con i bimbi. Mi piace fargli apprezzare quello che hanno. Sono un po’ più severo di Alena. Per carattere è lei quella tosta e io quello pragmatico, ma con i bimbi è diverso: loro riescono a "comprarsela" con poco e a mandarla in crisi come non fa nessun altro».Il pallone lo prendono con le mani o con i piedi?«Per adesso ci giocano senza impazzirci. Poi decideranno cosa fare: le forzature non vanno bene, l’importante è che stiano con gli altri bambini».Il mondo in cui è cresciuto lei era migliore o peggiore di quello in cui stanno crescendo i suoi figli?«Dipende anche dalla città in cui cresci. Io ho passato l’infanzia a Marina di Carrara che era il posto ideale soprattutto in estate. Crescere in città è più difficile, ma probabilmente adesso anche a Marina di Carrara ci sono maggiori rischi e pericoli rispetto al passato».Lei ha frequentato spessissimo le curve degli stadi: sarebbe felice se lo facessero i suoi figli?«Certo, basta che riescano a far emergere il proprio carattere e i propri valori. Se sanno quale strada seguire e come comportarsi non avranno problemi. Io ho sempre fatto perno sull’educazione che mi avevano dato i miei genitori e penso che si possa frequentare chiunque e in qualunque luogo a patto di ragionare con la propria testa».Qual è il primo valore che cerca di insegnare ai suoi figli?«Il rispetto per gli altri, in particolare per gli anziani. E per le istituzioni».Infine, due parole sull'altro amore di Buffon, dopo la sua famiglia, la Juventus.Il matrimonio tra lei e la Juve è un matrimonio d’amore o resta in piedi solo perché c’è un contratto?«C’è molto amore. Soprattutto con i tifosi, che hanno sempre provato affetto per me al di là del rendimento. Con la società l’ultimo anno è stato di studio, è nato qualche malinteso di troppo, ma non voglio dare colpe a nessuno. Nell’ultimo periodo ho sentito parole molto carine nei miei confronti e credo sia giusto per quello che ho sempre dato alla Juve. I dirigenti hanno imparato a conoscermi meglio e, mi auguro, ad apprezzarmi di più. Quindi non c’è nessun dubbio sul mio futuro: resto alla Juve al 100%».L’obiettivo è quello dichiarato qualche mese fa con quella frase che tanto piacque ai tifosi bianconeri?«Dissi che vincere lo scudetto alla Juve varrebbe più di 1 milione e 200mila scudetti vinti altrove. Lo confermo. E’ quello che sento dentro di me».E come non ricordare, e parlare della nuova avventura targata Antonio Conte.Ha parlato con Conte?«Sì, mi ha chiamato e mi ha detto parole importanti che mi fanno sentire coinvolto nel progetto. Io sono convinto che i singoli aiuteranno la squadra e la squadra aiuterà i singoli. Ricordo una frase di Maradona: "Io ero già Maradona a 16 anni quando arrivavo in fondo alla classifica con l’Argentinos Juniors". Capito il senso? Il singolo è importante, ma senza la squadra perfino il più bravo di tutti non basta. Credo che l’anno prossimo si potrà fare bene. Sono contento che sia rimasto Filippi: è un bravissimo preparatore dei portieri, con una bella metodologia di lavoro».Lei ha vissuto un periodo non facile.«Al rientro dopo sei mesi di stop tutti pretendevano che fossi subito al 100%: a chiunque si concede un periodo per tornare al top, a me no. Ma non importa: io continuerò per molti anni a giocare sui miei livelli».Per realizzare il sogno del sesto Mondiale?«Intanto penso a giocare il quinto da protagonista. E poi se mi facessero il regalo di vivere da terzo portiere l’avventura del sesto Mondiale sarebbe bellissimo...».L'intervista a La Gazzetta, si chiude con le parole sul futuro e su scommessopoli.Intanto si sta già preparando con largo anticipo per il dopo-calcio.«Mi sono tuffato con entusiasmo nell’avventura con la Zucchi, della quale dopo l’aumento di capitale avrò il 20%. Ho sempre il bagno La Romanina a Marina di Massa e a 500 metri da lì abbiamo da poco aperto un albergo. Tutti investimenti oculati di cui devo ringraziare mia moglie e la mia famiglia».Vuole aggiungere qualcosa al commento sul calcioscommesse che ha fatto qualche giorno fa («Siamo sempre l’Italia di piazzale Loreto. Basta un nome in prima pagina e tutto viene infangato, quando il fatto per ora non è chiaro») e che le è costato alcune critiche?«Sono stato frainteso solo da chi vuole strumentalizzare politicamente quel tipo di riferimento. Ma le persone oneste intellettualmente hanno apprezzato