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Il calcio è un gioco...


di M. SottosantiNel lessico popolare raramente si usa la parola sport per identificare il calcio da sempre definito gioco; anche la Federazione si chiama Federazione Italiana Giuoco Calcio a differenza della Federazione Sport Invernali o Federazione di Atletica Leggera.I calciatori vengono definiti giocatori, questo perché nell’immaginario popolare un calciatore è visto come un privilegiato, che tirando calci ad un pallone, praticando un gioco guadagna un sacco di soldi. I calciatori difficilmente suscitano idea di fatica fisica, sedute d’allenamento stressanti, sacrificio per ottenere il risultato o uno stile di vita consono ad un atleta come un ciclista o un centometrista, un maratoneta o un canottiere, un ginnasta o un rugbysta. Questo gioco è da sempre associato ai pronostici e all’idea che con il calcio tutti si possono arricchire facilmente. E’ un concetto antico, dai tempi della famosa SISAL dove giocare una schedina di due colonne, se la fortuna era dalla tua, il 13 al Totocalcio ti cambiava la vita.Il calcio italiano è sempre stato oggetto di scommesse, dal Totocalcio appunto alla scommessa da bar dello Sport (10 caffè per la vittoria tra il Roccacannuccia e la Gallaratese). Poi il calcio si è evoluto, si è trasformato in maniera rapida e continua; il calcio oggi è business ed ha snaturato completamente lo spirito del gioco in tutte le sue componenti.Farsopoli nel 2006 è stato uno tzunami per il calcio italiano e senza riferirmi nello specifico alla Juventus, vorrei che si analizzasse in generale quello che ha provocato. Le sentenze contro la Juventus nel 2006, per la prima volta nella storia nel gioco del calcio, hanno regalato delle vittorie a chi non l’ha meritate sul campo, si è creato un precedente gravissimo che ha permesso a chi non meritava la vittoria sportiva di fregiarsi di essa. Oggi con lo scandalo scommesse c’è già chi pregusta la seria A, non perché l’ha meritata ma per quel famoso precedente del 2006; chi non è riuscito a vincere sul campo si erge a paladino dell’onestà ed esige che venga tolta la vittoria a chi l’ha sudata per raggiungerla.Ma in nome di che? Dell’onesta? Ma siamo sicuri che chi si dice onesto sia veramente onesto?Ritorniamo al gioco del calcio, ritorniamo ad una sana passione sportiva, rimettiamo ordine in un mondo che ha perso il senso della misura. Come si può accettare che per un giocatore “sospettato”, tutta una squadra sia penalizzata, una tifoseria umiliata? questa non è giustizia è accanimento, è perdere il senso della misura. Lasciamo che la giustizia ordinaria faccia il suo corso, squalifichiamo il calciatore sospetto, ma non distruggiamo il lavoro di una stagione di altri 21 giocatori che hanno sudato sul campo per raggiungere la vittoria. Ritorniamo alla dimensione del gioco perché fa male vedere un ragazzo di vent’anni stracarico di soldi, accompagnarsi con delle figure non proprio rassicuranti a fare un giro “turistico” per Scampia. Educhiamo questi ragazzi miliardari affinché vadano a Scampia a giocare gratis con i ragazzi per trovare anche solo un talentino da portare lontano da quell’ambiente, prima che il clan di turno questo ragazzino sconosciuto, lo usi per il suo interesse.Dal 2006 è iniziata la stagione dei sospetti perchè creare il sospetto può regalare un’affermazione non decretata dai risultati ottenuti sul campo. Scrivo questo perché sono innamorato del gioco del calcio indipendentemente dal fatto che sono anche juventino.Ferniamo questa giostra impazzita, facciamo pulizia di quei personaggi che hanno trasformato un gioco in una lobby di potere. Il calcio è il gioco più bello del mondo o forse lo era.a.http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1670