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Interviste strumentali ...


La nostra Associazione di tifosi e piccoli azionisti, oramai entrata nel sesto anno di attività, passando per i diversi presidenti e dirigenti che si sono alternati sulle remunerative poltrone bianconere, ha sviluppato una protezione che difficilmente può essere scalfita dalla sequela di proclama e parole al vento che, oggi come ieri, gli amministratori danno in pasto al popolo bianconero. I due aumenti di capitale in quattro anni stanno lì a testimoniare non solo il fallimento dei dirigenti che hanno fatto la staffetta ma soprattutto quello dell’azionista di maggioranza che li ha scelti, indicando loro una strada rovinosa e sposandone appieno gli esiziali progetti. Così, come non ci hanno incantato con il Diego dei 21 gol col Werder, non ci incanteranno con l’Aguero promesso. Sappiamo fin troppo bene che finché non ci sarà una società forte, che possieda le giuste competenze e ne difenda la storia con tutti i mezzi a disposizione, non potrà esserci la riapertura del ciclo vittorioso che spetterebbe di diritto alla Juventus; per ciò che è stata e per l’alto numero di tifosi che la sostengono anche economicamente.A pagare, anche questa volta, saranno chiamati i tifosi/piccoli azionisti quando – con colpevole ritardo – saranno informati dei dettagli di questo ennesimo nuovo progetto. GiùlemanidallaJuve rappresenta 5600 tifosi e piccoli azionisti associati, eppure non c’è mezza slide a disposizione; alla faccia della chiamata alla partecipazione, anch’essa pura chiacchiera strumentale per vendere abbonamenti, magliette e cappellini.L’attuale presidente della Juventus, che rappresenta allo stesso tempo la «famiglia unita» e l’azionista di maggioranza Exor, a seguito dell’esposto presentato dal duo Blanc-John Elkann, si è esercitato molto nell’uso di chiacchiere al fine di rabbonire i tifosi, ma i fatti li ha messi in pratica solo per i nuovi contratti e i sondaggini su cui litigare una cifra inferiore al cartellino di Martinez. Per questi ultimi, pensate un po’, hanno riscoperto persino l’esistenza della giustizia ordinaria e dell’appoggio politico.La scorsa settimana, nel giro di poche ore, si è passati dagli annunci mediatici dei 190 milioni per il mercato ai 120 e infine ai 50 milioni. 50, teoricamente destinati alle prossime quattro stagioni, da cui sottrarre già i quasi 40 degli ultimi riscatti o, per chi preferisce, le prime rate degli ultimi e le rate degli acquisti fatti nelle passate stagioni; non è questo il punto. L’aumento di capitale servirà dunque solo a ripianare i debiti e dare stabilità alla società, il mercato sarà fatto con le cifre che Marotta dovrà essere in grado di reperire dalla cessione dei giocatori, dai movimenti sul monte ingaggi e da qualcuna di quelle plusvalenze tanto detestate da John Elkann. Questo è un fatto.Un altro fatto è l’aver rimandato il discorso sulla restituzione degli scudetti alle sentenze della cassazione su Moggi e Giraudo. Come a dire: “Guardate avanti e non rompeteci le scatole per i prossimi 5-6 anni”. Questo il “lavoro” svolto dallo stesso studio legale che per anni ha patteggiato tutto il patteggiabile; lo stesso che partorì la fenomenale denuncia contro “ignoti”. È in questi legali che ancora oggi si chiede di riporre la propria fiducia. Naturalmente in cassazione i reati contestati giungeranno prescritti e ciò non basterà a togliere quel «minimo dubbio» che porterà John Elkann ad essere coerente con quanto sempre dichiarato: «In nessun caso la Juve chiederà di riaprire i vecchi processi», amen. Allora a cosa serve questo “abetico” rimandare? La funzione è duplice: da una parte si conta di ridurre il numero di tifosi «rancorosi» e «strumentali» passivamente, confidando sul fatto che pochi possano lottare per un decennio; dall’altra servirà a far finire in prescrizione le responsabilità degli ex amministratori nominati da John Elkann. Perché se oggi suo cugino dichiara che la Juve è stata vittima di un processo mediatico, che «questi fatti non sussistano», dovrebbe anche chiamare a rispondere quegli amministratori che non hanno tutelato in maniera adeguata la società. Se non lo fa, significa che le sue dichiarazioni sono il semplice e solito esercizio strumentale utile a raccogliere consensi e allontanare le polemiche.Il celebre “orientamento dell’opinione pubblica” di cui è orgoglioso il direttore della “Gazzetta dello Sport”, edita dal gruppo in cui “si nasce interisti”. E non è un caso se, dopo aver ritirato l’ambita «targhetta della gazzetta» in campo golfistico, tra sorrisi e abbracci, il cugino di John Elkann abbia scelto proprio il giornale rosa per iniziare il suo anno da comunicatore. Uno ius primae noctis in piena regola. La parte che più ho “apprezzato”, il raggiungimento dell’apice della presa in giro del tifoso, è quella in cui critica l’atteggiamento tenuto proprio dalla rosea nel 2006. Il direttore/intervistatore avrà provato profondo rammarico nel sentirsi accusare tra le risatine di rito, prevedendo e assaporando già l’aumento di vendite del giorno successivo proprio grazie all’intervista esclusiva di cui Agnelli gli ha fatto dono (senza contare le sponsorizzazioni). E qui le cose sono due: o è comprovata la teoria della presa in giro o il presidente della Juventus, amministratore di Exor e appassionato golfista è un completo sprovveduto. I fatti concreti sono questi, a voi il giudizio.(Pubblicato da CalcioGP il 27/06/11)http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1694