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La Repubblica - Scudetto 2006, rischio commissariamento per la Figc...


© foto di Giacomo MoriniL'apertura della pagina calcistica de La Repubblica è dedicata a Calciopoli, e più precisamente al tanto discusso Scudetto 2006. Un caos totale, scrive la testata di via Cristoforo Colombo, con il rischio-commissariamento per la Figc. All'orizzonte spunta anche un “giallo”. Non c’è infatti alcun documento ufficiale o delibera dell’allora commissario Guido Rossi per l’assegnazione dello scudetto all’Inter. In Lega di serie A, sul sito, sono rimasti alla classifica con la Juventus prima, il Milan secondo e l’Inter terza. Classifica mai aggiornata. Erano tempi caotici, d’accordo, quelli di Calciopoli, ma adesso non si sa più come uscirne. In più, c’è il problema, e non da poco, che domani si riunisce il consiglio federale e moltissimi consiglieri - che avranno a disposizione la relazione di Stefano Palazzi, 80 pagine, mentre le parti potranno leggerla già oggi diranno chiaro a Giancarlo Abete che loro non ne vogliono sapere di decidere su quello scudetto, non si ritengono competenti (come sostengono anche i legali dell’Inter). Di sicuro Carlo Tavecchio e la Lega Dilettanti (tutta o una parte?), Renzo Ulivieri con l’assoallenatori, più la Lega di serie A e il sindacato calciatori di Damiano Tommasi hanno deciso di farsi da parte. Ma nel consiglio del 18 luglio non solo si “vota” sullo scudetto a tavolino ma si stabiliscono anche le griglie di partenza dei futuri campionati. Che succede se i consiglieri si astengono, o non si presentano? Saltano i campionati? Non scherziamo nemmeno. Certo, se non viene raggiunto il quorum (la metà più uno degli aventi diritto al voto: sono 25) e la votazione pro o contro Inter finisce deserta, la Figc rischierebbe il commissariamento per “mancato funzionamento”. I Consiglieri rischiano di tornare a casa. A chi tocca decidere? Alla Figc oppure ad un organo disciplinare? La Figc, conclude la testata romana, adesso che è messa sotto pressione, potrebbe chiedere pareri giuridici su competenza e legittimità di un’eventuale decisione. A 14 mesi dall'esposto è uno scandalo.