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Calciopoli: effetto domino ...


di Giusy FioritoA Napoli si riparte. FIGC in caduta liberaSecondo le indiscrezioni trapelate alla fine dell’arringa difensiva dell’avvocato Vitiello al processo di Napoli, rafforzate dalle intenzioni del procuratore generale Villari, che durante l’udienza camerale del 28 giugno aveva chiesto l’inammissibilità e il rigetto della terza istanza di ricusazione, oggi, 4 luglio, la settima sezione della Corte d’appello di Napoli ha rigettato di fatto la richiesta di ricusazione della giudice Teresa Casoria. Inoltrata la prima dalle parti civili inizialmente escluse dalla giudice dal processo e poi reintegrate, le altre due erano state formulate dai pm Narducci, che ha lasciato il processo optando per una poltrona di assessore al comune di Napoli, e Capuano. Nelle cinque pagine conclusive della vicenda si fa menzione delle difficoltà caratteriali emerse nella composizione della Corte, ma si mette in evidenza che il comportamento della giudice è stato in udienza giusto e senza alcuna animosità nei confronti dei pm. Si conclude così dopo tre mesi in un nulla di fatto una situazione paradossale che aveva messo a rischio la sopravvivenza del processo stesso, a causa dei tempi della prescrizione dei reati. Il processo riparte domani 5 luglio e si spera nell’assenza di ulteriori intoppi che rendano possibile entro ottobre arrivare a sentenza.Di prescrizione in prescrizione abbiamo assistito in questi giorni agli sviluppi infiniti di calciopoli sul fronte della giustizia ordinaria e su quello della giustizia sportiva. Se il nodo cruciale è la revisione del processo del 2006, il pomo della discordia è lo scudetto 2005/2006, che a cinque anni dalla frettolosa assegnazione si è tinto di giallo. Anzitutto perché il procuratore Palazzi ha annunciato venerdì 1 luglio l’archiviazione del procedimento contro la società internazionale perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte, riservandosi di aggiungere al comunicato ufficiale un’appendice da consegnare ai membri del Consiglio federale che giorno 18 luglio dovrebbero pronunciarsi in merito alla revoca dello scudetto 2005/2006. La strada scelta dalla FIGC per giungere a una revoca che tanto ovvia appare da oltre un anno si è subito palesata come impervia e tortuosa. Le sentenze e le decisioni del 2006 poggiavano su una valenza essenzialmente etica e non sembra a cinque anni di distanza che l’etica sia ancora la prerogativa principale della FIGC, che sposta ancora i termini della revoca dello scudetto alla società nerazzurra pur avendo riconosciuto nel suo comunicato la sussistenza di fattispecie di rilievo disciplinare, che ritiene prescritte. Nel frattempo i tempi previsti dal vecchio CGS sono stati allungati da quello nuovo entrato in vigore giorno 1 luglio 2007 e si è passati da 4 anni a 8 anni. Ne nasce una controversia non da poco, se già in un’intervista rilasciata a Telelombardia lo scorso aprile, Pardolesi, uno dei tre saggi denominati nel 2006 per esprimere un parere sull’assegnazione dello scudetto revocato, si dichiarava favorevole ad adottare il nuovo regolamento. Un punto sul quale la FIGC dovrebbe chiarire la sua posizione, dal momento che ha voluto la modifica dei tempi della prescrizione. La Juventus ha presentato lo scorso 10 maggio un esposto nel quale faceva esplicita richiesta di uguaglianza di trattamento e ha richiesto alla Federazione le motivazioni, gli atti e le indagini in relazione all'esposto. Va da sé che non è possibile accettare che la Juventus sia andata incontro all’ecatombe del 2006 e oggi si possa assistere tacitamente a una grazia egualmente repentina sulle responsabilità dell’Inter almeno quanto lo fu il riconoscimento di una verginità vestita di uno smoking bianco del cui ricordo oggi si dovrebbe iniziare a provare vergogna. Nella consapevolezza di ciò che quel candore mistificava e celava. Non è possibile non essere al corrente delle proprie azioni e fingere per cinque anni, reiterando un comportamento sleale e antisportivo che è sotto gli occhi di tutti negli atteggiamenti spocchiosi e snob dei dirigenti e spesso anche dei giocatori interisti. La vicenda della revoca dello scudetto 2005/2006 avrebbe dovuto provocare una sorta di effetto domino. Spostare gli equilibri, facendo cadere la prima tessera di un gioco ormai improponibile e spianare la strada alla revisione del processo del 2006. Finalmente il procuratore Palazzi avrebbe dovuto cogliere un collage diverso delle responsabilità delle squadre coinvolte in calciopoli e riprendere in esame il quadro delle accuse mosse alla sola Juventus. Invece le tessere sono improvvisamente impazzite e rovinosamente rotolate le une sopra le altre. Perché stamattina La Repubblica ha dato una notizia che aggiunge un’atmosfera ancora più grottesca all’affaire calciopoli, collocandolo in una dimensione che ancora una volta sfugge alle regole e sottolinea il pressappochismo, l’utilizzo sconsiderato delle proprie funzioni, la faciloneria con la quale nel 2006 si presero delle decisioni che hanno avuto l’unico scopo di abbattere e distruggere la squadra di calcio più amata dagli italiani e una tra le più seguite nel mondo e di umiliare 14 milioni di persone ignare. A causa di un delirio di onnipotenza che ha vinto le resistenze di un manipolo di sconsiderati che devono essere fermati a tutti i costi e posti di fronte alle proprie responsabilità. La Repubblica arriva a parlare di nuovo commissariamento della FIGC e di scandalo a 14 mesi dal’esposto della Juve. Secondo la testata romana “Non c’è infatti alcun documento ufficiale o delibera dell’allora commissario Guido Rossi per l’assegnazione dello scudetto all’Inter. In Lega di serie A, sul sito, sono rimasti alla classifica con la Juventus prima, il Milan secondo e l’Inter terza. Classifica mai aggiornata”. L’unico documento che attesta l’assegnazione dello scudetto 2005/2006 all’Inter sembra essere un comunicato ufficiale della FIGC, ma anonimo. Nessuno assegnò dunque quello scudetto? Nessuno può revocarlo? Le parti che costituiscono il Consiglio Federale sembrano orientate a non ritenersi competenti a decidere la nuova revoca e a rifiutarsi di farlo. Ancora una volta assistiamo a una mancata assunzione di responsabilità. E intanto la relazione che Palazzi consegnerà domani ai Consiglieri Federali calca la mano sulle responsabilità del Milan e parlerebbe, secondo Tuttosport, di illecito per la società nerazzurra.Il Consiglio Federale ha all’ordine del giorno i calendari della stagione nuova e Palazzi è costretto a trovare risposte anche a scommessopoli. Il futuro del calcio italiano è davvero sempre più una scommessa. Che la FIGC e l’Inter hanno già perso. http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1709