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ILLECITA ONESTA'...


"Nel 2006 l'Inter compì illecito sportivo".www.tuttojuve.com
© foto di Matteo Gribaudi/Image SportHai voglia ad avere la faccia tosta di negare l’evidenza continuando a definirti onesto. Hai voglia a dichiararti scandalizzato da quanto sta avvenendo in queste ore nel mondo del calcio. I fatti dicono il contrario, prove, questa volta si ci sono, alla mano. Altro che “illeciti strutturali” o intercettazioni taroccate ad hoc dai media e dai farsopolisti, insomma.Di scandalizzati, semmai, siamo noi juventini che da sei anni siamo costretti a ingoiare fango, per usare un termine non volgare, praticamente ogni giorno. A sentirci ripetere che la squadra di Ibra, Thuram, Nedved e cinque campioni del mondo aveva bisogno di rubare. Che Moggi chiudeva gli arbitri negli spogliatoi o truccava con la telepatia i sorteggi. Noi onesti per davvero, che le vittorie ce le siamo sempre godute e meritate sul campo, noi che gli scudetti ce li sentiamo tutti nostri, che sono VENTINOVE non per partito preso, ma per logica, per verità dei fatti. E che ancora dobbiamo sorbirci i piagnistei di chi, come il presidente dell'Inter, nemmeno davanti all'evidenza ammetterebbe le proprie colpe.Ma oggi forse qualcosa è cambiato e magari finalmente potremmo scoprire che in Italia esiste ancora un po’ di Giustizia, di quella con la “G” maiuscola. Nel nostro caso quella sportiva, che ha dato ieri finalmente un segnale di vita con la relazione di Stefano Palazzi a proposito delle recenti prescrizioni sulle telefonate riemerse ad aprile 2010 per merito della difesa di Luciano Moggi. Quelle, per intenderci, che per Narducci nemmeno esistevano…Dice il Superprocuratore federale: “Giacinto FACCHETTI aveva una fitta rete di rapporti, stabili e protratti nel tempo con entrambi i designatori arbitrali, Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, fra i cui scopi emerge tra l'altro il fine di condizionare il settore arbitrale. [...] Alla luce dei principi posti dalla decisione della CAF (del 14 luglio 2006), va rilevato che la condotta del Facchetti appare presentare notevoli e molteplici profili di rilievo disciplinare. In questa trattazione specifica della posizione del Facchetti, è appena il caso di rilevare che la società Internazionale F.C. di Milano, oltre che essere interessata da condotte tenute dal proprio Presidente che, ad avviso di questa Procura federale, presentano una notevole rilevanza disciplinare per gli elementi obiettivamente emergenti dalla documentazione acquisita al presente procedimento, risulta essere, inoltre, l'unica società nei cui confronti possano, in ipotesi, derivare concrete conseguenze sul piano sportivo, anche se in via indiretta rispetto agli esiti del procedimento disciplinare, come già anticipato nella premessa del presente provvedimento e come si specificherà anche in seguito.Dalle carte in esame e, in particolare, dalle conversazioni oggetto di intercettazione telefonica, emerge l'esistenza di una fitta rete di rapporti, stabili e protratti nel tempo, intercorsi fra il Presidente della società Internazionale F.C., Giacinto FACCHETTI ed entrambi i designatori arbitrali, Paolo BERGAMO e Pierluigi PAIRETTO, fra i cui scopi emerge, fra l'altro, il fine di condizionare il settore arbitrale.La suddetta finalità veniva perseguita sostanzialmente attraverso una frequente corrispondenza telefonica fra i soggetti menzionati, alla base della quale vi era un consolidato rapporto di amicizia, come evidenziato dal tenore particolarmente confidenziale delle conversazioni in atti...”Ma Palazzi ne ha anche per Moratti stesso, che viene definito a sua volta colpevole, in quanto era “comunque informato della circostanza che Facchetti avesse contatti con i designatori, come emerge dalle telefonate commentate, nel corso delle quali è lo stesso Bergamo che rappresenta tale circostanza al suo interlocutore.”Per poi concludere: “Ne consegue che la condotta del tesserato in esame (Moratti –Ndr), in considerazione dei temi trattati con il designatore e della frequenza dei contatti intercorsi, appare in violazione dell'art. 1 CGS vigente all'epoca dei fatti, sotto i molteplici profili indicati. [...] E’ emersa l'esistenza di una rete consolidata di rapporti di natura non regolamentare diretti ad alterare i principi di terzietà, imparzialità e indipendenza del settore arbitrale”.Curioso, infine, quanto scrive sempre Palazzi a proposito della prescrizione del reato comunque compiuto dall’Inter: "I fatti sono prescritti, ma alla prescrizione si può rinunciare".Come a dire “visto che siete onesti, rinunciate alla prescrizione…”.Noi, invece, aggiungiamo solo che nemmeno il più fanatico degli interisti, a oggi, forse avrebbe il coraggio di aprire bocca o accampare scuse. Per cui ci auguriamo che non serva altro per smuovere Abete e la FIGC.