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Tuttosport - De Paola: "Nel 2006 la Juve pagò per tutti, la giustizia sportiva ora faccia il suo dovere"


Fonte: di Paolo de Paola per "Tuttosport"
© foto di Federico De LucaOra la parola passa al Consiglio federale e al presidente Giancarlo Abete. Ma ciò che Stefano Palazzi ha consegnato nel­le loro mani è paragonabi­le a un rigore a porta vuo­ta. Fallirlo, questo sì, sa­rebbe da condanna im­mediata. La relazione con la quale il procuratore fe­derale spiega il mancato deferimento dell’Inter ­ma solo perché fuori tem­po massimo - getta un ma­cigno etico sulla società nerazzurra. Insomma, nessun «punto a favore», come aveva frettolosamente commen­tato a caldo Massimo Mo­ratti, latore ieri di una rea­zione incontrollata. La pa­gina 57 di questa lunga e articolata relazione espo­ne il club nerazzurro a una clamorosa figuraccia. Altro che etica, altro che lezioni di morale: qui va rivisto tutto, perché l’uni­ca società uscita con le os­sa veramente rotte da cal­ciopoli è stata la Juventus, mentre dalle parole scrit­te da Palazzi si evince che l’Inter viene collocata quantomeno sullo stesso piano dei bianconeri, stan­ti le medesime violazioni dell’articolo 1 e dell’arti­colo 6 del codice sportivo. Si tratta degli stessi artico­li che furono fatali alla Ju­ventus (con la differenza che l’articolo 6 della Juve fu “strutturale” e non di­retto come ha evidenziato Palazzi per l’Inter) e che le costarono la retrocessio­ne in serie B con penaliz­zazione, la liquefazione del patrimonio giocatori, due scudetti strappati dal pet­to e una vergognosa con­danna universale da par­te del mondo del calcio.Ora sappiamo che tutto ciò è scaturito da una sen­tenza frettolosa. Ora sap­piamo che quella della Ju­ventus non era una cupo­la. Ora sappiamo che an­che altre società erano per lo meno a conoscenza del­lo stesso sistema. Ora sap­piamo che il contesto era diverso e, quindi, avrebbe prodotto sentenze diverse. Palazzi ha dato al Consi­glio federale un primo, si­gnificativo mattone per costruire una giustizia ve­ra. Per di più, sempre ieri è accaduto anche un altro episodio importante: la mancata ricusazione del giudice Casoria al proces­so di Napoli. Il procedi­mento ordinario andrà avanti senza lo spaurac­chio dell’archiviazione e probabilmente si conclu­derà a settembre-ottobre. Che la giustizia sportiva faccia lo stesso: vada avanti!Tuttosport è stato il paladi­no di una battaglia sacro­santa (come testimonia lo stesso Palazzi nella prima pagina della sua relazio­ne), non contro l’Inter ma per il ripristino della verità e il rispetto della giustizia. Abbiamo più volte sollecitato Palazzi da que­ste colonne, invitandolo ad andare a fondo su una vi­cenda ancora tutta da chiarire: gli diamo atto che, sia pure con qualche ritardo, ha agito con un doveroso scrupolo e una inconsueta (per il mondo della giustizia sportiva) coerenza.Lungi dall’essere contenti o sollevati per una simile situazione, rimaniamo però comprensibilmente sbalorditi perciò che pote­va, anzi doveva essere, la sentenza del 2006. Se cer­te intercettazioni fossero state considerate con cer­tosina attenzione e a tem­po debito, l’Inter sarebbe stata retrocessa almeno in serie B, la storia dei recen­ti trionfi nerazzurri an­drebbe riscritta e sicura­mente andrebbe ricorret­ta la traiettoria agonistica della Juventus. Ma forse non è ancora tardi per ri­mediare.