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Tuttosport - Abete: crisi 2006. Si cerca un parere?


Uno stralcio dell'articolo del collega del quotidiano torinese Alvaro Moretti, sempre informatissimo in materia Calciopoli.Fonte: di Alvaro Moretti per "Tuttosport"
© foto di Giuseppe Celeste/Image SportUn piccolo sforzo di fantasia: immaginatevi Abete col panama bianco alla Antonello Venditti. Canterebbe: «Ci vorrebbe un parere, per poterlo dimenticare (il caso scudetto 2006)». Abete, però, non è Venditti e certe cose non può cantarle: la voce che il parere lo abbia chiesto, che l’abbia già fatto, anche su suggerimento dei legali “ intramoenia”, delegati alla raccolta . Alcuni di loro la pensano così: il consiglio federale forse non ha la veste giuridica per decidere sulla revoca dello scudetto, ma forse su altro sì, per esempio sull’effettività di quella prescrizione scudo usata nella relazione da Palazzi. Non si può arrivare al consiglio federale del 18 senza stampelle, ma anche senza un’idea, un dibattito interno compiuto e per farlo la sintesi deve essere già fatta. La riunione prevista in settimana tra le componenti della Figc sarà presto convocata.IL CONTRIBUTO Vogliamo contribuire al dibattito pure noi, con un esempio di archeologia giuridica. Uno dei tre saggi autori del parere scudetto del 2006, documento quanto mai disatteso e vilipeso, Roberto Pardolesi è da tre anni - oltre che docente di diritto priva to comparato - uno dei giudici dell’Alta Corte Coni, il massimo della giurisdizione sportiva. Ebbene nel 2010, subito dopo l’emersione delle nuove telefonate, parlò in due circostanze: attualissime le sue riflessioni. Disse, il Pardolesi all’agenzia Grt, il 7 aprile 2010: «Se ci fossero elementi nuovi, evidentemente il procedimento andrebbe reistruito, ma io non ho elementi nuovi, ho semplicente elementi di stampa che per me sono impalpabili». La relazione Palazzi rende tutto più palpabile. «E’ ovvio che se si configurassero elementi nuovi rispetto a quelli che sono stati offerti alla nostra valuta zione, questa - afferma Pardolesi - dovrebbe essere fatta ex novo o quanto meno integrata. Se il materiale che abbiamo avuto a disposizione fosse sta to incompleto, la nostra valuta zione sarebbe superata dai fatti. Se emergessero fatti nuovi, questi potrebbero essere esa­minati; bisognerebbe aprire un nuovo procedimento e dunque sotto questo profilo non ci sono ancora i termini per la prescrizione ». Venti giorni dopo a Te­lelombardia e Antenna 3 ripetè e ampliò: «Il nostro parere, dal quale non abbiamo mai preso le distanze, si basava sul le istanze processuali dei giudizi sportivi. Il problema era rappresentato dal fatto che le risultanze processuali potessero fotografare un quadro incompleto. C’è un precedente che risale al 1927 quando Arpinati, al di là degli illeciti provati, ri tenne che ci fosse una diffusa situazione di illeciti e scelse di non assegnare il titolo. Un po’ come nel 2006. Guido Rossi aveva reso testimonianza da vanti a una commissione parlamentare e aveva parlato di diffusa illiceità. Pensavamo che avrebbe propeso per la non assegnazione dello scudetto».