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Gazzetta - Calciopoli, ripartire a viso aperto


© foto di Alberto FornasariE vissero tutti infelici e scontenti… La favola nera di Calciopoli e dello scudetto 2006 rischia di chiudersi così, con una morale che non accontenta nessuno. Si va verso la «soluzione» (parola grossa) che la Gazzetta ha anticipato unasettimana fa: oggi Abete annunceràalle componenti della Figc che, secondo i pareri prevalenti dei legali, il consiglio federale non ha la competenza per revocare il titolo all’Inter. Ma proporrà di accompagnare la delibera con una censura - quanto forte si vedrà il 18 luglio - nei confronti della società nerazzurra. Come dire, il procuratore Palazzi ha ragione però non possiamo più farci nulla. Difficile pensare che Moratti digerisca il rospo. Altrettanto improbabile che la Juve e le altre società penalizzate nel processo sportivo accolgano di buon grado il non luogo a procedere sebbene accompagnato da una bacchettata. E’ invece assolutamente sicuro che i tifosi delle opposte fazioni non accetteranno una conclusione, magari fondata sul piano giuridico, ma che ha il sapore amaro di una non-decisione. Il clima con cui inizierà il prossimo campionato ve lo lascio immaginare. Alla luce dei fatti, lo scudetto della discordia sarebbe stato meglio non assegnarlo affatto. O no? Nel mezzo di questo acquitrino piomba un comunicato della Fiorentina, certamente ispirato da Diego Della Valle, destinato a sollevare parecchie onde. Anzitutto la viola  chiede al colonnello Auricchio, autore dell’inchiesta, di spiegare «storture e lacune» ovvero perché certe intercettazioni siano state consegnate ai magistrati di Napoli e altre no. E se il commissario straordinario Guido Rossi fosse informato della «trasmissionesolo parziale» di atti sicuramente rilevanti, almeno per la giustizia sportiva. Poi una proposta che vale la pena di considerare con attenzione: «I presidenti delle società interessate si siedano attorno a un tavolo, si confrontino a viso aperto e chiudano definitivamente la questione conchiarezza e onestà reciproca». L’invito è rivolto a tutti: «Bisogna fermarsi e riflettere. E’ arrivato il momento di compiere, prima dell'inizio del campionato, un'opera di pacificazione fra società e tifoserie che stemperi le tensioni e aiuti a recuperare i valori di etica sportiva e sana competizione». Qualcuno dirà che Della Valle è molto furbo o molto ingenuo, e noi con lui visto che è azionista della Rcs. Che mai e poi mai Moratti e Agnelli accetteranno di sedere allo stesso tavolo. Sarà pure così, ma non è una buona ragione per bocciare una proposta sensata o per non lavorarci sopra. La dolorosa epopea di Calciopoli merita una morale limpida che guardi al futuro. Se non altro per dire a milioni di appassionati che da questo pasticciaccio brutto il calcio italiano ha davvero imparato qualcosa.