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Farsopoli, il momento della sostanza...


di M. VighiCome si dice in gergo, Andrea Agnelli ha sbroccato: “Questo non è il tempo della burocrazia, questo è il momento della sostanza”.Che turbine impetuoso! In tempi non sospetti, una simile dichiarazione sarebbe stata senza dubbio accolta a furor di popolo, juventino ovviamente, come l’urlo di battaglia lanciato da Braveheart al quale andrebbero a far seguito schiere di esagitati.Peccato però che, in sostanza, GiulemanidallaJuve, e non solo ovviamente, si sia resa conto che Farsopoli era una buffonata già cinque anni fa, mica ieri in seguito alle indiscrezioni su eventuali comportamenti pilateschi della FIGC, in merito all’assegnazione del titolo di campione d’Italia 2006. Le telefonate degli altri, che smontavano la teoria del rapporto in via esclusiva di Moggi, caposaldo del teorema accusatorio fondante sulla famosa cupola, si conoscevano già ai tempi. Insomma, senza farla troppo lunga, che in sostanza il popolo juventino (ed in generale tutto il popolo italiano e gli sportivi nel loro complesso) sia stato preso in giro per tutto questo tempo, e lo sia tutt’ora, è lampante ormai da un lustro. Se non che, ed anche questo è lapalissiano, che l’inquisizione guidata da Rossi cinque anni fa abbia agito in maniera un tantino ingiusta, comincia ad essere evidenziato anche su tutti gli organi di stampa. I quali, è bene sottolinearlo, continuano comunque imperterriti a raccontarci improbabili frottole, circa la non competenza del Consiglio Federale di decidere in merito alla revoca dello scudetto 2006 (e non è vero!), o riguardo la prescrizione in merito ai reati commessi dalla seconda squadra di Milano (e anche questo non è vero!).A prendere con le pinze quello che riportano i media (prendere con le pinze, ribaltare, anagrammare le parole, conoscere la storia del giornalista, indagare le sue amicizie, non trascurare quali azionisti siano di riferimento nella proprietà del mezzo stampa o televisivo) ormai siamo avvezzi. Siamo immuni da false illusioni, non crediamo più ad una parola di ciò che veicolano senza prima documentarci. E soprattutto siamo stanchi, esausti dalle parole.In sostanza, se alle parole seguiranno i fatti allora crederemo, e forse gioiremo, e all’occorrenza non ci tireremo indietro dal condividere.In sostanza però, ad oggi, di parole ne abbiamo sentite tante. Mentre ai fatti, da parte della Juventus e dei suoi azionisti di maggioranza, stiamo a zero.In sostanza, tutti si difesero nel 2006 dalle accuse dell’inquisizione, ed oggi proseguono a difendersi. L’unica a "patteggiare", fu la Juventus. Che tutt’oggi, nelle arringhe difensive, si premura di specificare che in caso di eventuali accuse provate su Moggi, lei non centra.In sostanza il giornale sportivo poco pulito, rosa, corsera e l’altro giornale rosa di economia fanno parte del gruppo R.c.s., dove gli uomini Exor contano non poco. La Stampa è di proprietà di John Elkann. Il gruppo L’Espresso di De Benedetti, uomo da sempre vicino alla real casa. Questi sono stati gli organi di stampa autori di una furiosa campagna mediatica denigratoria della Vecchia Signora, iniziata due mesi prima del giugno 2006, preparando il sentimento popolare, e mai conclusa. E questi sono gli organi di stampa che stanno cavalcando argomentazioni ben diverse in questi giorni.Viene pertanto da chiedersi se Andrea Agnelli sia consapevole che le sue parole siano macigni. Perché è proprio la sostanza che attendiamo con ansia: dell’apparenza siamo stracolmi oltre il limite della sopportazione.La domanda che ci poniamo è: ma queste parole di Andrea Agnelli, e questo cambio (parziale) di rotta dei mezzi di comunicazione, è apparenza o sostanza? Il timore enorme è che possa essere solo apparenza. Che sia tutto un teatrino montato ad arte: le mezze verità suggerite, Moratti che finge di essere indignato, la famiglia Agnelli/Elkann che recita il copione dei valorosi disposti ad ogni mezzo per riavere l’onore, e tutto che termina con la revocazione (o magari neanche, con la non revoca e sculacciatina morale) per i beneficiari (calcisticamente parlando) della farsa del 2006. Altro che sostanza: sono anni che fanno leva sul motto popolare “homo de panza, homo de sostanza” . Non pare per nulla ridicolo ritenere che tanti juventini, ragionando di pura emotività, sarebbero capaci di accontentarsi della revoca di un qualcosa di mai vinto, e ritenerla giustizia.La sostanza deve essere vera, e non stupefacente. Drogare i cervelli delle persone con concetti etici, morali, e lavaggi del cervello per accettare compromessi e chiudere definitivamente la vicenda del 2006, come avvenuto fino a ieri l’altro, è un qualcosa che potrebbe far tracimare il livello di indignazione raggiunto ormai non solo dagli juventini, ma da chiunque si sia in parte avvicinato alle vicende farsopolesche. E la sostanza ci spaventa: può Andrea Agnelli muoversi in autonomia senza l’appoggio di John Elkann? E se così non fosse, il popolo juventino dovrà augurarsi che quello che alcuni hanno indicato come carnefice si trasformi nel paladino per riportare giustizia? Forse. E se dovesse così essere, lo perdonerà? L’idea fa impallidire. Ma non escluderei nemmeno di vederlo, in quel caso, addirittura acclamato.Si possono vedere, immaginare, intuire tanti possibili scenari dai nuovi sviluppi di farsopoli.Noi concordiamo solo con il fatto che sia arrivato il momento della sostanza. Se davvero il Consiglio Federale si laverà le mani dalla decisione della non assegnazione sullo scudetto 2006, il re sarà nudo.E allora, in sostanza, cosa farà la proprietà ed il presidente della Juventus? Questa dichiarazione di Andrea Agnelli peserà come un macigno. La sostanza. La sostanza di cui siamo fatti noi, diceva Shakespeare, è la stessa dei sogni. E come diceva Lisandro (il generale spartano del 400 a.C., non l’attaccante argentino) “Una vita senza sogni è banale sopravvivere, tacita resa agli eventi, lento volgere all’imbrunire. “E’ noto che di arrendersi agli eventi, per quanto ci riguarda, non se ne parla.Oggi siamo attenti osservatori, smaniosi e speranzosi che sia tutto vero; ovvero che le parole di Andrea siano l’inizio della sostanza. Ma rimaniamo con i piedi per terra: siamo sempre stati indipendenti, da tutti, più dei suonatori del consorzio, che cantavano di forma e di sostanza.La revoca del cartone è solo forma.Se il presidente parla di sostanza, essa deve essere altro, e allora saremo con lui.Altrimenti, per noi, non rappresenterà nulla.E tra gli stolti juventini che eventualmente festeggiassero revoche o sculacciate, statene pur certi, NOI NON CI SAREMO! http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1735