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La Juve prepara i ricorsi: subito alla corte Coni. E Moratti intanto esulta...


Fonte: di Fulvio Bianchi per "La Repubblica"
© foto di ALBERTO LINGRIA/PHOTOVIEWS«Una bella notizia? Certamente ». Così viene accolta lapidariamente da Massimo Moratti la decisione della Figc di non decidere, lasciando quindi quello scudetto 2006 saldamente nelle mani del presidente nerazzurro. Che lo festeggiò e di certo non lo rinnega. L’Inter più in là, almeno per ora, non si spinge ma considera il caso chiuso (e sin dal 2006), con la convinzione che le ultime intercettazioni siano del tutto irrilevanti (stessa opinione dell’ex tenente colonnello Attilio Auricchio). Zero possibilità quindi in una restituzione spontanea del titolo e, ovviamente, di una rinuncia alla prescrizione come suggerito già da Stefano Palazzi nella sua durissima requisitoria e come ipotizzerà anche Abete in uno dei 15 punti della sua relazione “politica” presentata lunedì prossimo al consiglio federale. L’Inter insomma si sfila dalla contesa, pur restando vigile sulle prossime mosse di Figc e Juventus, ma intanto ecco che cresce un fronte che unisce, nell’ira crescente, Juve, Milan e Fiorentina (e presto potrebbe scendere in campo anche Claudio Lotito, con una sua memoria). Andrea Agnelli aspetta solo lunedì, quando la delibera della Figc respingerà, per incompetenza non essendo un organo di giustizia sportiva, il suo ricorso del 10 maggio 2010. Poi il club bianconero si rivolgerà subito all’Alta corte presso il Coni, chiedendo appunto che venga cancellata la decisione della Figc. I legali bianconeri potrebbero spingersi oltre con un secondo quesito sulla “funzionalità”, o meno, della Figc. Ma Abete è convinto di essersi blindato col parere dei suoi legali, e non ha alcun timore anche di fronte alla minaccia di azioni risarcitorie. «Nessuna decisione pilatesca - sostiene il n.1 della Figc - ma la Figc deve rispettare le norme vigenti». L ’Alta corte di giustizia, comunque, non essendoci urgenza, si riunirà solo dopo l’estate (dei veleni). Altro fronte: tutti all’attacco di Auricchio, ora capo di gabinetto del sindaco di Napoli, De Magistris. Lo farà notare con decisione anche Abete, lunedì: la sua indagine fa acqua da tutte le parti, troppe le intercettazioni dimenticate, trascurate, sottovalutate e riportate alla luce solo da Moggi nel processo penale di Napoli. Galliani è infuriato, Andrea Agnelli di più e la Fiorentina la prossima settimana dovrebbe addirittura denunciare l’investigatore principe di Calciopoli. Due le ipotesi di reato allo studio dei legali di Diego e Andrea Della Valle: abuso e omissione di atti d’ufficio, articoli 323 e 328 del c.p. (codice penale). Già, ma la frode? Ma non è facile dimostrare che Auricchio abbia agito per ingannare pure i pm (“piaccia o non piaccia non ci sono telefonate di Moratti…”, disse Giuseppe Narducci, passato pure lui al Comune): forse è soltanto un’indagine nata e condotta non al meglio, in maniera sospettosamente affrettata, e costata più di un milione di euro (150.000 intercettazioni: costo 7 euro l’una). La rabbia di chi ha pagato, per colpe comunque (è bene ricordarlo) passate in giudicato dalla giustizia sportiva, resta. Calciopoli 2006 non finisce mai