juveland

Il Tavolo Della Pace Di Abete...


  Calciopoli, Abete spalanca le porte ai clubPer ospitare il tavolo della pace i saloni della Federazione sono aperti. Giancarlo Abete questa volta ha voluto affidarsi a un atto ufficia­le: una lettera su carta intestata Figc, firma in calce e destinatario «istituzionale», il presidente della Lega, Maurizio Beretta (che ha immediata­mente dato seguito all’iniziativa inviando a sua volta 20 lettere ai presidenti della A). Il primo in­tervento di Diego Della Valle aveva suscitato il suo interesse; il secondo, quello di giovedì sera, lo ha convinto che bisognava fare un «passo», av­viare una iniziativa concreta, «politica». Lo ave­va spiegato nella conferenza stampa che aveva fatto seguito al Consiglio Federale dello scorso 18 luglio, quello sull’esposto della Juventus per la revoca dello scudetto del 2006: «Sono interessa­to a tutte le iniziative che vanno nel segno della pacificazione. Però mi pare che tra i club non vi sia una grande volontà di pacificazione».Una impressione che nel presidente federale si è con­solidata ieri dopo la lettura delle dichiarazioni di Massimo Moratti in risposta a Diego Della Valle. Ma questi percorsi sono spesso contorti e fatico­si e, comunque, il presidente federale non può far finta di nulla e voltarsi dall’altra parte. SIGNIFICATO -Dopo aver valutato con attenzione l’intervento del presidente onorario della Fioren­tina, Abete ha analizzato la situazione con i suoi collaboratori spiegando che bisognava dare un seguito a quel che era stato detto nel Consiglio Federale del 18 luglio e in interventi successivi. A quel punto, il presidente ha preso carta e pen­na e scritto a Beretta sottolineando che «la Fede­razione guarda con attenzione a tutte le iniziati­ve utili a ritrovare un clima di serenità tra le So­cietà di Serie A»confermando «la propria dispo­nibilità a essere parte attiva per un chiarimento tra i Club, con l’obiettivo di favorire, nell’interes­se comune, un sereno avvio del prossimo campio­nato ».Un assist per il presidente di Lega che ha immediatamente replicato investendo della que­stione i capi delle società e mettendo in rilievo la «disponibilità in qualunque momento per ogni iniziativa e approfondimento che i Club decides­sero di condividere»perché è «un valore l’obiet­tivo di favorire la massima serenità all’avvio del prossimo campionato». Ora si tratta di attendere le risposte dei club. Abete, che naviga nell’ocea­no del pallone da più tempo di Beretta, sa che Calciopoli è un capitolo ancora ricco di potenzia­lità polemiche e veleni verbali. Le accentuazioni dialettiche che hanno accompagnato il ricorso bianconero ne sono una conferma. E lui è finito nel fuoco delle polemiche perché tutti hanno sca­ricato su di lui attese, speranze, anche desideri di rivalsa. La scelta compiuta a proposito del ricor­so juventino (la prescrizione scattata sulle telefo­dinate che riguardano l’Inter, la dichiarazione di non competenza) non è servita a chiudere Calcio­poli, né a rasserenare gli animi. NIENTE SCAMBI -Bisogna provare a percorrere una strada diversa. Ai collaboratori Abete ha fatto ca­pire che l’iniziativa deve vivere di vita propria, non essere vista come merce di scambio: noi fac­ciamo un tavolo e voi rinunciate alle iniziative le­gali. L’iniziativa deve avere una sua «purezza»: l’organizzazione di un «tavolo della pace» dovrà avvenire a prescindere dalle scelte dei singoli club che continueranno, se lo vorranno, a tutelar­si nelle sedi ritenute più opportune (un discorso che riguarda in particolare la Juventus che vuo­le attivare i tribunali nazionali e internazionali). Ai suoi collaboratori Abete ha detto: «Vorrei an­dare avanti ma non posso farlo da solo». I com­pagni di viaggio forse glieli troverà la Lega.http://www.violanews.com/news.asp?idnew=82569