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Abete: ovunque guardi, il fallimento rimane...


di P. Cicconofri«Il calcio italiano da ristorante di lusso a pizzeria», lo ha dichiarato qualche giorno fa Galliani confermando l’ennesimo segnale di un fallimento conclamato.Perché la classe politica del pallone italico ha fallito veramente in tutti i campi. In dieci anni dal 2000 al 2010 la serie A è stata superata dalla Bundesliga ed è tallonata da Spagna e Francia.Dal prossimo anno l’Italia avrà soltanto 3 squadre in Champions League e solo la Juventus può vantare uno stadio di proprietà. L’ Italia ha perso altri 2 posti nella classifica mondiale stilata dalla Fifa, che vede sempre in vetta la Spagna seguita da Olanda e Germania.Accantoniamo pure la voce “ricavi da stadio”, minimamente paragonabile a quella di Real e United. La nostra classe politica non è riuscita per ben due volte nell’impresa di accaparrarsi l’organizzazione di una manifestazione sportiva importante come quella degli Europei che avrebbe permesso la ristrutturazione degli stadi. Il disegno di legge è rimasto bloccato fra i due rami del Parlamento, e senza legge non si possono costruire nuovi stadi, soprattutto quando i maggiori club stentano anche a raggiungere il pareggio di bilancio.La Spagna si sta imponendo non solo a livello di club, ma anche a livello di Nazionale dove ha vinto tutto negli ultimi anni. La Francia, grazie ad Euro 2016, potrà sistemare gli stadi e rendersi maggiormente competitiva. La Germania, oltre ad avere recentemente ottenuto a danno dell’Italia un ulteriore posto in Champions League, ha strutture imponenti e all’avanguardia dopo aver sfruttato intelligentemente la manifestazione mondiale, oltre a poter contare su un buon introito dal merchandising.I campioni lasciano il nostro campionato. Sull’argomento si è espresso anche Zamparini: «Prima i giocatori dalle nostre squadre andavano al Milan o all’Inter, ora vanno all’estero perché queste società certi soldi non li spendono più». Lo scorso anno aveva lasciato il nostro campionato Balotelli, quest’anno lo hanno seguito Sanchez e Pastore. L’Italia è diventata la terra di passaggio per grandi e giovani talenti in cerca di fortuna. Passaggio o fine carriera. Nulla di più.Galliani arranca giustificazioni parlando di una diversa tassazione come in Spagna e soprattutto della diversa mutualità dei diritti TV che pongono l’Italia in una situazione di sofferenza rispetto alla Spagna, Germania e Francia.I vivai. I tifosi, l'ambiente, la stampa ne impediscono la crescita, cosa che non succede nel resto dell’Europa. I grandi club non possono correre rischi, serve il grande nome per accontentare la tifoseria e gli sponsor. In realtà il settore non è stato mai realmente protetto e incentivato. Lo sciopero. Se già non bastasse i problemi che ci sono, ora la serie A con in testa “l’incompetente” Tommasi minaccia di scioperare mettendo a rischio la prima giornata di campionato. Il presidente Aic accusa: «La Lega è incapace di tirare le fila di 20 persone» ; Il presidente della Lega A replica: «Firme lontane e sciopero insensibile e senza senso». Pensate che c’è anche chi sarebbe contento dello sciopero, sto parlando di De Laurentis che dopo lo show seguito alla presentazione dei calendari, dichiara «Sarei la persona più felice del mondo se il campionato slittasse per il contratto dei giocatori. Si dovrebbe cominciare a metà settembre e abolire la pausa natalizia. Abbiamo subito una rapina da Mediapartner che ha venduto per pochi spiccioli i diritti tv per l’estero. Ora vedremo se i miei colleghi presidenti sanno organizzare un’agenzia per vendere meglio questi diritti, ma temo di no, anche perché abbiamo un presidente assente». Una sorta di rivendicazione che palesa questa povertà di valori…L’Italia del calcio è fallita, gli uomini che la rappresentano, a partire da Abete, hanno collezionato solo fallimenti a catena portandoci piano piano nel baratro. A seguito della conferenza stampa indetta da Andrea Agnelli, il presidente Abete, ha dichiarato: «Ho rispetto per le decisioni che assume il club, ma oggi sono concentrato sulla partita della Nazionale, come presidente della Figc. Certo la conferenza stampa di Agnelli era 'annunciata', visto che già prima della decisione del 18 luglio si era manifestata da parte della società la voglia di andare avanti. Come cittadino più preoccupato per la situazione economica ed il crollo in borsa, e quindi per il futuro, che impegnato a guardare sempre con lo specchietto retrovisore»Abete non può nascondersi più dietro a frasi di circostanza. Può guardare indietro e spaventarsi per quanto ha avallato; può guardare avanti e vedere la miseria a cui ci ha portato.Guardi pure dove vuole: fallimento conclamato rimane in ogni ambito. Nessuno può più coprirlo. Basta prenderci in giro!http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1795