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Qui non è la FIGC...


di Francejuve Il principio di uguaglianza costituisce uno dei cardini di ogni ordinamento giuridico moderno mediamente civilizzato.Nel nostro Paese, ogni volta che si entra in un’aula di Giustizia, ce lo ricorda la scritta: “La Legge è uguale per tutti”; parole che - per dirla con Calamandrei - “tante speranze suscitano, ma anche tante perplessità”(qui).E sarà stato forse per le perplessità suscitate dalla (in)decisione del Consiglio Federale della FIGC che, finalmente, il nostro Presidente ha rotto gli indugi, avanzando una sacrosanta e perentoria istanza di giustizia, posto che non è più tollerabile la disparità di trattamento a cui si assiste dalla gogna giacobina del 2006 ad oggi.Nessuno potrà mai riparare i danni subiti dalla Società di calcio più blasonata d’Italia e (soprattutto) dai suoi milioni di tifosi, costretti a subire – peggio del settimo cavalleggeri - l’affondamento in serie B di uno squadrone che proprio nel 2006 aveva polverizzato sul campo ogni record (vincendo pure la coppa del mondo di calcio per nazioni senza bisogno di Moggi che telefonasse a Sep Blatter tra il primo e il secondo tempo delle partire con le sim svizzere).Ma ciò che rende tutto intollerabile, nei termini di paragone, è vedere come squadre implicate oggi in fatti di certo non meno gravi (per usare un eufemismo) siano sanzionate con penalizzazioni ridicole (che non si ricordano nemmeno ai tempi dell’oratorio) e trattate con ogni riguardo e meticoloso garantismo; per non parlare degli onesti che sono intoccabili per grazia ricevuta, ovvero, in termini più profani, per intervenuta prescrizione. Ed era ora che qualcuno ricordasse come nel diritto la prescrizione serve solo a non punire i colpevoli a distanza di tempo, ma non può essere mai la scusa per non agire in autotutela di fronte ad evidenti errori di cui si sia accertata l’esistenza a posteriori (cioè dopo che si è adottata una decisione sbagliata).Ragionare diversamente significa azzerare il senso della giustizia e calpestare l’intelligenza delle persone.Le parole ascoltate ieri dal Prof. Landi sul punto sono sacrosante e chiarissime; ed è sconcertante che in FIGC non ci sia nessuno che si ponga sulla medesima lunghezza d’onda ad ascoltarle (forse, a proposito di onde, aspettano uno tsunami).E' estremamente interessante l’idea di sollevare la questione anche dinanzi all’UEFA, così come di rivolgersi alle Corti europee di giustizia dopo avere esaurito le vie interne di ricorso.In effetti, negli ultimi anni l’Europa ha indicato principi di diritto innovativi anche in materia di diritto sportivo, confermando il triste assunto che l’Italia, da culla del diritto, è diventata il dormitorio dei prescritti. http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1798