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Calciopoli, doppio fronte: due Juventus contro Abete...


Stavolta il club bianconero non arretrerà davanti all’ipotesi del Tar. Tnas o Alta Corte, nessuna differenza in caso di “no” sullo scudetto 2006: si va in tribunale per i danni. L’Inter alla finestra, per ora. Ma il fronte raddoppia, si muove anche Moggi. L’avvocato Prioreschi: «Caso Preziosi, Palazzi indaghi sui segreti della Figc». Un altro verbale sta per essere desecretato dal Tnas: «Nelle carte svelate la prova: due pesi sulle radiazioni»Abete: «Non guardo al passato»Agnelli: «Pronti a tutto»VILLAR PEROSA, 12 agosto - Dopo la dichiarazione di guerra, è il giorno delle domande. Dopo che la Juventus mercoledì po­meriggio a Roma ha ufficia­lizzato con 4 esposti e un ri­corso la sua intenzione di non arrendersi da­vanti a nulla pur ria­vere i due scudetti revocati dalle sentenze di Cal­ciopoli, si inizia a riflettere sulle battaglie che attendono i bian­coneri, la Figc ed eventualmente pure l’Inter nei mesi autunna­li. A partire da quella del Tnas, il tribu­nale naziona­le di arbitrato per lo sport presso il quale la Juventus ha impugnato la delibera del Con­siglio Federale che il 18 luglio si è dichiara­to incompetente a decide­re sullo scudetto assegnato al­l’Inter nel 2006. All’interno del Coni, c’è chi ipotizza in­competenza del Tnas e imma­gina che questo stesso possa deviare la questione all’Alta Corte del Coni. D’altra parte i due organi sono il frutto del­la scissione della vecchia ca­mera di conciliazione del Co­ni.LE PIEGHE La questione di per sé non sembra turbare il campo bianconero. Anche perché lo spirito che sta gui­dando l’azione promossa da Andrea Agnelli non si arresta certo di fronte a un tecnici­smo giuridico: c’è molto più sciabola che fioretto nella filo­sofia che ha ispirato i bianco­neri che si sono riavvicinati alla giustizia sportiva con una certo disincanto, leggibi­le fra le pieghe delle dichiara­zioni di Agnelli (che mercoledì ha fatto riferimento a una fi­ducia della Juventus nella giustizia sportiva, tradita fi­nora da quest’ultima) e dello stesso Elkann, sibillino fino a un certo punto ieri pomerig­gio, quando ha fatto riferi­mento al fatto che qualcuno «ha qualcosa da nascondere». IL DADO Insomma, se la giustizia sportiva dovesse ter­giversare troppo, la Juventus - come ha d’altronde annun­ciato - non avrebbe troppe esi­tazioni a passare al Tar, var­cando decisa il Rubicone del­la clausola compromissoria e alzando il livello dello scontro alla giustizia ordinaria. An­che se per il momento si at­tende che passi il Ferragosto e dai palazzi romani arrivino i primi segnali. E una possibi­lità è proprio che il Tnas ri­metta la pratica nelle mani dell’Alta Corte, in virtù del fatto che lo scudetto 2006 e tutto quello che comporta è una questione che interessa tutto il calcio italiano e, quin­di, rientrerebbe nelle compe­tenze dell’Alta Corte il cui co­dice (articolo 1, punto 3) par­la proprio di «notevole rile­vanza della controversia per l’ordinamento sportivo nazio­nale ». Tutto ciò potrebbe far slittare di qualche settimana e il trascorrere del tempo po­trebbe non essere indifferen­te alla giustizia sportiva, per­ché a ottobre è attesa la sen­tenza di Napoli, un punto di riferimento importante, forse troppo importante, per la­sciarselo sfuggire. La Juven­tus, invece, ha piuttosto fret­ta, ma non ha ancora deciso cosa fare in caso di cambio di programma. I DETTAGLI Se il Tnas si considerasse competente, la grande curiosità sarebbe la presenza dell’Inter, parte in­teressata alla quale la Juven­tus ha fatto pervenire la noti­fica del ricorso. Non sembra che i nerazzurri abbiano tut­ta questa voglia di presentar­si davanti a un tribunale, sep­pure “di arbitrato”, per discu­tere di Calciopoli e delle te­lefonate dimenticate. Proba­bile, quindi, che Moratti di­serti il Tnas. C’è infine il rischio che la legge 49 del 2011 della Corte Costituzio­nale limiti il campo del ricor­so al Tar al semplice risarci­mento danni e lasciando fuo­ri l’atto di assegnazione dello scudetto ai nerazzurri. Altro capitolo che non sembra spa­ventare la Juventus, anche perché di spaventoso potreb­be esserci la cifra di quel risarcimento. LE MOSSE DI MOGGIUn’istanza al gior­no toglie il segreto di torno. Gli avvocati di Luciano Moggi, Flavia Tortorella e Maurilio Prioreschi, hanno inviato un’altra richiesta per cercare di chiarire il giallo della radia­zione mai intervenuta per En­rico Preziosi. Adesso il Tnas sta per dissecretare anche i verbali relativi ad un’altra conciliazione, quella dell’otto­bre 2005 con cui Preziosi ri­nunciava ai ricorsi al Tar con­tro le sentenze su Genoa-Ve­nezia e ad eventuali richieste di danni. Dopo aver ottenuto il via libera alla riesumazione ufficiale dei verbali di conci­liazione su Sabatini e Prezio­si (casi Milito-Motta e Falli­mento Como) i legali di Lucia­no Moggi vanno all’attacco del vero mistero che riguarda la fine fatta fare alla proposta di radiazione partorita dalla Caf Figc il 27 luglio 2005 per l’ille­cito sportivo sanzionato alla luce del passaggio della famo­sa valigetta nel caso Genoa-Venezia. Perché nei documen­ti della Camera di Conciliazio­ne già ottenuti per la difesa Moggi, c’è ancora altro di inte­ressante anche se - probabil­mente - non ancora tutto quanto serve a far luce sul perché la radiazione che au­tomatica per i protagonisti di Calciopoli non lo fosse per Preziosi, sotto squalifica fino al 27 luglio 2010.LA VICENDA Il Genoa da pochi mesi, in quel drammati­co 2005, aveva cominciato il campionato di C1 con penaliz­zazione, ma forte era la pole­mica con la Figc per il caso dei bigliettini durante il pro­cesso d’appello. In ogni caso da quanto emergerebbe dai documenti, Pre­ziosi si sarebbe ritirato in buon ordine: perché? E in ogni caso re­sta inesplora­ta la doman­da delle do­mande: perché il pronuncia­mento della Corte di Giustizia Figc sulle radiazione auto­matiche e quindi la norma sui “radiandi” non toccava il presidente del Genoa, sanzio­nato coi cinque anni e propo­sta di radiazione i cui effetti ­in realtà - spiravano un anno prima di quelli della sanzione irrogata a Moggi & C. PRIORESCHI ATTACK Maurilio Prioreschi è duro: «Mi meraviglia la reazione del presidente Abete sulla circo­stanza che il Tnas abbia tolto il segreto sulle conciliazioni di Sabatini e Preziosi. Mi mera­viglia perché Luciano Moggi con le sue richieste sta eserci­tando il suo diritto di difesa per verificare se c’è stata tra lui e gli altri disparità di trat­tamento sul tema radiazioni. E quello alla difesa è un dirit­to garantito anche dalle nor­me federali, ma che viene ta­lora ignorato dai suoi organi. Dopo aver letto il contenuto di quei verbali di Preziosi e Sa­batini, però, capisco perfetta­mente perché la Figc preferis­se che rimanessero segreti. Attraverso la conoscenza di quei verbali, abbiamo avuto conferma della nostra intui­zione: ancora una volta la Figc quando si tratta di Moggi usa due pesi e due misure. Da un lato vengono cancellate o spa­riscono delle preclusioni a ca­rico di un soggetto recidivo per fatti gravi, dall’altro viene coniata una norma ad perso­nam per radiare Moggi (Gi­raudo e Mazzini, ndr). Noi ab­biamo ora la prova che c’è sta­ta disparità di trattamento, che ovviamente faremo valere in tutte le sedi competenti. Non solo la Juve, infatti, ma anche Moggi ha subìto danni ingentissimi dei quali chie­derà certamente il ristoro. Tra l’altro non è vero quanto det­to da Abete alla Gazzetta del­lo Sport: la clausola di riser­vatezza non è stata richiesta dal solo Preziosi e le concilia­zioni con lui non riguardano solo un ultimo periodo della sua squalifica. Non serve fare i conti, basta leggere quei ver­bali. Mi auguro che quanto di­chiarato da Abete sia dovuto a difetto di informazioni sulla vicenda. Anche se due delle tre conciliazioni sono state fat­te sotto la sua presidenza, e quindi... Se così non fosse sa­rebbe molto grave questa uscita del presidente». DOPPIA SFIDA «Se Abete ritiene che in questa vicenda non sia stato nascosto nulla ­prosegue nell’affondo, il lega­le -, tolga egli stesso il segreto su quei verbali e li renda pub­blici. Così tutti potranno veri­ficare la legittimità di quanto fatto: a mio giudizio trattare in modo diverso degli associa­ti e tenere nascosto tutto que­sto contrasta con l’articolo 1 del codice di giustizia sporti­va. E il procuratore Palazzi ha il dovere di indagare». http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/j...us+contro+Abete