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Giustizia sportiva ancora incompetente?


Giustizia sportiva ancora incompetente?
Facciamo un passo indietro e parliamo della tanto discussa indipendenza della Giustizia Sportiva.Un cavallo di battaglia del Presidente Platinì che da sempre invoca “confini per avere quella sicurezza che permette alle federazioni sportive di condurre al meglio le funzioni statutarie” in quanto per la sua natura lo sport “non può essere considerato come un’impresa commerciale qualsiasi” .In parole povere, la specificità dello sport come strumento utile a contrastare il desiderio di “deregulation” di tanti presidenti di squadre di calcio e la tentazione di uscire dai confini delle Federazioni per sfruttare al meglio il potenziale economico dello sport a loro esclusivo profitto.Riteniamo che parlare ancora, dopo tutto quello che abbiamo visto con calciopoli in Italia, di autonomia dei Tribunali Sportivi e di specificità dello sport sia impensabile.L' UEFA sarebbe dovuta intervenire prima, e tanto più oggi alla luce di quanto emerso. Non lo ha fatto, non lo sta facendo, avallando indirettamente l'operato delle Istituzioni Sportive italiane.Una vicenda recente, quella della dichiarata incompetenza del Presidente Abete e dei consiglieri federali chiamati ad esprimersi sul nodo scudetto 2006, deve far riflettere. Situazione resa ancora più grave dall’evidente strumentalizzazione che ha portato alle note conclusioni, dove si è arrivati ad una pronuncia di incompetenza dopo oltre un anno dalla presentazione dell’esposto della Juventus.Le parole, anche quelle di Abete, servono a poco in questo caso. Il Presidente della FIGC ha fatto melina per un anno sperando in qualche compromesso politico, soluzione a cui sempre aspira. E, vistosi in un vicolo cieco, ha pensato bene di nascondersi dietro un parere legale all'acqua di rose, atto a giustificare, ma non a coprire, la vergogna della tardiva non decisione.L’incompetenza sembra estendesi anche ad altri livelli di Giustizia Sportiva.Tuttosport, nell’edizione odierna, parla di probabile pronuncia di non competenza anche da parte del TNAS, il Tribunale Arbitrale presso il CONI, scelto dalla Juventus per continuare la sua battaglia alla ricerca della “parità di trattamento” , il cui orientamento sembrerebbe quello di sancire un'ulteriore non competenza, con conseguente passaggio della patata bollente all’Alta Corte del CONI.La seduta è stata confermata per il giorno 9 settembre.La FIGC ha già in passato lasciato intendere che la strada intrapresa dalla Juventus è senza ritorno, non essendoci precedenti casi di "traslatio iudicii" da TNAS ad Alta Corte ( frequente invece il percorso inverso ).Tuttosport riporta anche rumors da Torino che vorrebbero la società juventina, in caso di ennesima dichiarazione di non competenza, intenzionata a non accettare l’imposizione a trasferirsi di fronte all'Alta Corte del CONI.L'eventuale rigetto dell'esposto da parte del TNAS potrebbe essere accolto dalla Juventus senza troppo strapparsi i capelli. E forse verrebbe interpretato come il superamento dell'ultimo ostacolo, peraltro in tempi ancor più brevi del previsto, che separa la società bianconera dall'intraprendere finalmente la strada verso il TAR.Senza dilungarci ulteriormente, ci rendiamo conto di cosa hanno fatto e di cosa continuano a fare?Platinì, nel discorso ad ampio raggio sulla specificità dello sport, parla di compromesso necessario per salvaguardare gli ideali sportivi dalle influenze negative (violenza, riciclaggio di denaro, compravendita di partite, scommesse clandestine, razzismo, xenofobia, doping e la tratta di minori).In realtà, in un sistema in tal modo gestito dalla Giustizia Sportiva Italiana in accordo con tutte le altre Istituzioni, di quegli ideali sportivi è difficile trovare traccia. http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1826