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Calciopoli: combattere sul serio...


Dario (Juve 1897-2006)A distanza di qualche settimana dalla bellicosa conferenza stampa convocata da Andrea Agnelli in quel di Roma, con la quale si è finalmente passati dalle parole ai fatti, proviamo ad analizzare in breve quali siano gli effettivi obiettivi, le strategie e i bersagli da colpire dall'azione legale intrapresa dalla società Juventus.Obiettivi – Sul fine ultimo della sua battaglia il Presidente juventino non ha voluto ambiguità di sorta: si fermerà solo quando i due scudetti rubati (a noi, non da noi) saranno tornati al sicuro a casa loro.Questo però è un risultato che cercherà di conseguire a medio/lungo termine, quando e se i Tribunali penali avranno certificato la correttezza dell'operato dei vecchi vertici societari.Per il momento si agisce solo per ottenere la tanto sbandierata “parità di trattamento”, oggetto dell'esposto dell'anno scorso e della recente mancata decisione della FIGC, che di fatto si traduce nella necessità di sfilare all'Inter quello scudetto frettolosamente assegnato e certamente non meritato.L'esito positivo dei processi a Moggi e Giraudo diviene pertanto, per esplicita ammissione, la condicio sine qua non per chiedere la revocazione delle sentenze del 2006.Strategie – La strategia tracciata dai legali juventini è quella di percorrere la via della giustizia interna, prima sportiva (gli arbitri del TNAS) e poi, eventualmente, amministrativa (TAR e Consiglio di Stato).Ricordando come presso la giustizia amministrativa è possibile chiedere anche il risarcimento dei danni, c'è da dire che al momento questi sarebbero solo quelli, principalmente d'immagine, causati dalla già citata disparità di trattamento.Dato atto che la Società di Corso Galileo Ferraris al momento prudentemente non ne ha quantificato l'ammontare, attendendo forse ulteriori sviluppi, è comunque palese che il grosso dei danni potrà essere chiesto – anche questo – solo una volta accertata l'ingiustizia delle sentenze sportive del 2006. Bersagli – E' stato finalmente chiarito anche un altro punto controverso: al di là delle roventi polemiche e del motivato astio nutrito dai tifosi, il vero nemico della Juventus oggi non è l'Inter ma le istituzioni calcistiche.A parte la necessità di scucire lo scudetto della discordia non vi sono altre esplicite rivendicazioni indirizzate verso la società nerazzurra, almeno per il momento.Inutile sognare sanzioni sportive che colpiscano l'Inter: agli attuali vertici societari della Juventus questo argomento non interessa (o non conviene? ) e pertanto il discutibile provvedimento con cui Palazzi ha ritenuto prescritti gli illeciti commessi dalla banda Moratti non verrà – da parte bianconera – messo in discussione. L'autentico bersaglio della strategia societaria è invece la FIGC, ritenuta incapace di governare il calcio italiano e di garantire la già citata “parità di trattamento” tra tutte le società affiliate.La Federazione sarà insomma chiamata ad assumersi le proprie responsabilità patrimoniali, erariali ed anche politiche, dato che gli esposti inoltrati presso Corte dei Conti, CONI, Ministero dell'interno e persino UEFA hanno come obiettivo nemmeno troppo nascosto quello di sollecitare un eventuale commissariamento della stessa FIGC.La risolutezza mostrata da Andrea Agnelli, lo stuolo di avvocati che lo circondava, l'enfasi data alla conferenza stampa e le frasi al vetriolo di John Elkann danno, forse per la prima volta nell'era post-calciopoli, un'idea di compattezza e unità d'intenti che lascia ben sperare.Rimane l'ombra del ritiro del ricorso al TAR (estate 2006) che, per quanto lontana, continua ad agitare i sonni dei tifosi più scettici.In realtà, nonostante il grave ritardo con cui la Juventus è passata dalle parole ai fatti, non é troppo tardi per ottenere finalmente giustizia.L'importante è che questa volta la dirigenza e la proprietà decidano di fare sul serio e di combattere con risolutezza su tutti i campi e, lasciatemelo dire, con tutti i mezzi. Dario (Juve 1897-2006)http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1830