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Demagogia a buon mercato...


di L. BassoSalgo come tutte le mattine sulla macchina, pronto a fare il solito giro... figlia a scuola, moglie in ditta, e infine il sottoscritto in ufficio.Una canzone alla radio sfuma il suo finale, e come ogni ora il consueto jingle mi annuncia l’inizio del notiziario: solite discussioni sulle frequentazioni femminili dei nostri politici, sulla tenuta o meno del governo, e poi la voce autorevole di un economista che tenta di spiegare anche alla Signora Luisa, casalinga intenta a preparare la parmigiana di melanzane, cosa significhi davvero il fatto che le Agenzie di Rating ci abbiano messo “dietro la lavagna”.Il discorso fila abbastanza liscio per qualche minuto, poi il conduttore scivola su altre questioni economiche interne. Nella fattispecie sul rimprovero fatto da uno dei Manager di spicco del momento alla famiglia Agnelli, colpevole, secondo lui, di aver finanziato la Juventus e il suo stadio con 80 milioni di €uro in un momento di oggettive difficoltà economiche mondiali. Un pò come quelle famiglie che non pagano le spese di condominio ma che vanno a comprarsi il televisore a 50 pollici per vedersi le partite su Sky.Ovviamente il rimprovero viene appoggiato: condensando al massimo l’intervento si potrebbe riassumere così: “Vero che ognuno dei suoi soldi fa quello che vuole, però....”Innanzitutto penso che a pochi sarà sfuggito (e di sicuro non al manager né all’economista intervistato) il carattere squisitamente demagogico di tale affermazione, così simile ai quintali di messaggi che quotidianamente mi escono sulla bacheca di Facebook, quelli (per intenderci) che suggeriscono di eliminare l’intero Debito Pubblico Italiano semplicemente dimezzando il numero dei parlamentari. Ragionando al contrario, è come se allora mia figlia potesse regalare Messi e Rooney alla Juve con le monetine raccolte nel proprio salvadanaio. Ma si sa... alla “ggente” queste cose piacciono. Oh se piacciono.Poi... proprio perchè parliamo di un manager e di un economista e non della Signora Luisa (a proposito? La parmigiana? Un pezzetto? Niente?) non posso credere che si siano dimenticati di botto uno dei fondamenti dell’economia fin dai tempi di Marx e Keynes, cioè che ogni movimento di denaro tende a provocare una spirale virtuosa e a creare ricchezza nel sistema. Tradotto: la Exor ha “gettato” 80 milioni nella Juve e nel suo stadio. La costruzione dello stadio ha creato posti di lavoro, quindi reddito per i lavoratori che compreranno pantaloni, pomodori, libri ed automobili. Inoltre ha un indiscutibile “ritorno” dagli introiti diretti e indiretti (biglietti e marketing), quindi quegli 80 milioni sono stati un investimento, come se avessero comprato lamiera per costruire autovetture della FIAT. Infine lo Stadio costituisce un “volano” anche per le attività circostanti: immaginate l’affluenza al fast-food all’angolo della strada nei giorni delle partite.Vabbè... mettiamo in conto anche questa amnesia, che però a me sarebbe costata un bel 4 dalla professoressa di Economia e Diritto.Volete giocare sul campo della demagogia? No, signori, non mi tiro di certo indietro. E come la nostra Juve blocco l’azione, imposto e faccio male in contropiede; ma l’avete voluto voi.80 milioni sono poca cosa per salvare l’economia nazionale. E non bastano neppure per aiutare i cassintegrati di Termoli, della Irisbus o della Bertone risollevando gli stabilimenti in crisi.Ma 80 milioni (e mi limito agli stessi 80 perchè sono buono) sarebbero stati più che sufficienti a mettere in sicurezza gli impianti di alcuni stabilimenti dove la gente muore (sì, muore, quella cosa quando si chiudono gli occhi e si diventa freddi e rigidi, capito?) perchè fa manutenzione in silos dove non c’è un adeguato sistema di rilevazione gas, o semplicemente abita vicino agli stabilimenti stessi, dove i valori delle emissioni sono “a norma” ma chissà perchè una pecora su due nasce deforme, e chissà perchè i casi di strane neoplasie sono più diffusi che altrove.Peccato che di questo non se ne faccia mai notizia. Già, ma forse “la gente deve sapere” solo ciò che vogliamo fargli sapere, ciò che conviene.... vero? E ho detto tutto.No, non ho detto tutto. Mancava la comica finale: finisce il notiziario, partono alcune inconfondibili note. La voce di Curreri inizia a cantare di “Gaetano e Giacinto” che “parlano piano anche adesso che sono lontano”.Per fortuna sono arrivato in ufficio, spengo la radio e scendo dalla macchina.http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1863