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Incoerenze post-farsopolare...


di M. LancieriLa recente disavventura capitata a Rocchi fa tornare alla mente un paio di arbitri non più in attività.Il primo è Collina. Sarebbe fin troppo facile ricordare la valanga di danni che il fischietto pelato arrecò smaccatamente alla Juve. Tanto vale citarne un paio: la partita fatta giocare nella piscina di Perugia, con il pallone che, ad ogni tentativo dell’arbitro munito di ombrello, pareva una pietra e si piantava nell’erba, senza accennare ad un rimbalzo, e il gol rugbistico regalato all’Inter in un finale concitato di partita contro i bianconeri, con Buffon letteralmente placcato nella propria area dai nerazzurri, mentre i commentatori satellitari sentenziavano: “Sì, è un errore, ma in fondo è giusto così”.Che fine ha fatto il compagno di merende (anzi, di cene) di Meani e Galliani? Dopo avere arbitrato 240 partite in Serie A, 4 finali di Coppa Italia, 2 di Supercoppa italiana, una finale e 3 semifinali di Coppa Campioni, una finale di Coppa Uefa e svariate partite di Mondiali ed Europei (a suo modo memorabile quella tra Olanda e Repubblica Ceca), è stato nominato dapprima designatore plenipotenziario della Serie A italiana, riuscendo nell’ardua impresa di collezionare nella sua era un en-plein di successi interisti, e successivamente designatore arbitrale della Uefa.Il secondo è De Santis. Qualsiasi juventino di discreta memoria ricorda bene gli scongiuri che si facevano quando l’arbitro romano veniva designato per una partita dei bianconeri: con lui, in genere si perdeva o al massimo si pareggiava. Ma il destino per lui fu beffardo. Durante uno Juventus-Parma, assegnò erroneamente un corner ai parmensi. In campo, spesso gli arbitri hanno la percezione immediata dei propri sbagli: in quel caso, poi, era fin troppo facile capire che quel calcio d’angolo fosse inventato, dal momento che i primi a sorprendersi per l’assegnazione furono gli stessi emiliani. E allora, come spesso accade, l’arbitro cercò di rimediare goffamente, fischiando il più classico dei “falli di confusione”. Tanto, in area c’è sempre qualcuno che strattona qualcun altro. E invece quella volta il buon De Santis fu sfortunato: non solo nessuna moviola trovò un giocatore attaccato ad un altro, ma Cannavaro (allora in forza al Parma) fece pure gol. Ovviamente, non ci fu un solo giornalista che evidenziò l’antefatto del corner inesistente e si creò quindi la favola dell’“amico” della Juve, cucendola addosso ad un arbitro che aveva (e avrebbe in futuro) fischiato sempre contro i bianconeri. A proposito, qualcuno ricorda la finale di Supercoppa Italiana Juve-Inter arbitrata dal tiburtino?Che fine ha fatto De Santis? Nonostante i suoi sforzi, non riuscì mai più a togliersi il marchio bianconero d’infamia stampatogli addosso e, colmo dei colmi, fu addirittura indicato come il “capo della combriccola romana” degli arbitri pro-Juve. Così, mentre Collina marciava trionfante verso i vertici del calcio continentale, al povero De Santis veniva negato il sogno di arbitrare i Mondiali, sostituendolo con l’incubo di un processo per associazione a delinquere e l’amara scoperta di essere stato spiato e pedinato come in un film ambientato nella Berlino Est degli anni ’70.E allora, tornando al povero Rizzoli, che destino avrà un arbitro che ha suo malgrado danneggiato una milanese e che è accusato di avere aiutato, non il Napoli, avversario in quella partita dell’Inter e accreditato a correre per lo Scudetto, ma la Juve? (Sì, perché nella mente malata di tanti anti-juventini, quando un arbitro sbaglia contro qualcuno che non sia la Juve, sbaglia sempre a favore della Juve, sia essa in campo oppure no!) Facile immaginarlo: per lui ora la strada sarà in salita, se non addirittura un vicolo cieco. Ma se l’è cercata: gli sarebbe bastato cogliere l’insegnamento delle avventure di Collina e De Santis. Nel dubbio, mai fischiare contro gli onesti.Tutto questa storia fa pensare anche ad un altro aspetto. Decidere chi deve arbitrare una partita non è mai stato semplice. Qualsiasi scelta comporta una serie di rimproveri: “Quell’arbitro due anni fa mi negò un rigore, quell’altro contro di noi è sfortunato, quello poi so che tifa per i miei avversari…”. Non se ne viene mai fuori. Ma è paradossale che l’unica stagione messa sotto la lente di ingrandimento sia stata una delle poche in cui gli arbitri venivano scelti mediante sorteggio. Nessuno nota questa incredibile situazione? Da oltre un lustro, discutiamo di sorteggi taroccati, che poi taroccati non erano, di griglie suggerite, che poi suggerite non erano… e nel frattempo, nell’era del calcio pulito e delle vittorie degli onesti, il rimedio è stato quello di eliminare i sorteggi e conferire ad una sola persona il compito di decidere chi arbitra cosa! Ma è normale?E allora perché dovremmo stupirci se nessuno rileva la “stranezza” di una punizione immediatamente comminata a Rocchi su richiesta di Moratti e dei suoi adepti? Questo è il mondo pallonaro che i gazzettari nerazzurri volevano, in cui vige la legge del più forte ed ogni minimo sospetto di avere favorito, anche indirettamente, una squadra a strisce bianconere di Torino equivale ad una sicura condanna a morte.Ciò che ogni giorno dovrebbe scandalizzarci non sono le accuse infondate ai danni di tante persone, ma l’assoluta mancanza del minimo spirito critico della stragrande maggioranza degli sportivi italiani, disposti a sorbirsi qualsiasi genere di vomito dentro al proprio piatto, purché sia servito su una tovaglia di colore rosa.http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1904