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Palamara vs Narducci


Palamara vs Narducci
Di E. LoffredoIl salto di Giuseppe Narducci dal banco dell'accusa alla poltrona di assessore nella giunta del neoeletto sindaco di Napoli è stato innegabilmente un evento singolare. Salto consentito dal vuoto normativo che c'è in materia (Napolitano e CSM hanno sollecitato di colmarlo), ma non consueto.Dopo quasi cinque mesi dall'insediamento ad assessore dell'ex pm del processo calciopoli anche l'ANM, il sindacato dei magistrati, ha deciso di chiamare Narducci a rispondere della scelta di entrare in politica nella stessa città in cui fino ad allora aveva esercitato la funzione di pm. Il che è in conflitto con quanto stabilito dal codice deontologico dell'associazione presieduta da Palamara, ma non vietato dalla legge. Eccezione quest'ultima che ha sollevato lo stesso assessore alla legalità del comune di Napoli, per il quale è il codice deontologico ad essere sbagliato.Se c'è una cosa però che ci diverte dell'attuale situazione di Narducci, oltre alla condizione di “accusato”, è la scompostezza con la quale ha risposto ai rilievi mossi dall'ANM, arrivando ad accusare il presidente Palamara e il suo vice di non avere le qualità morali per giudicarlo. Inoltre l'assessore lamenta un singolare zelo nei suoi confronti da parte del sindacato che non dimostra altrettanto nei confronti di «magistrati che violano i propri doveri e che hanno comportamenti in contrasto con le regole deontologiche dell'attività». Ma non basta. Narducci ha anche trovato modo di polemizzare con il ministro della giustizia, reo di essersi domandato perché mai l'associazione dei magistrati non intraprendesse azioni contro l'ex pm.In merito all'intervento del ministro riscontriamo però l'aspetto più singolare di tutta la replica di Narducci, il quale rimprovera a Palamara di non aver rivendicato l'indipendenza della magistratura dalla politica: «la giunta dell'ANM, che pure spende molte parole sull'autonomia e indipendenza della magistratura non ha ritenuto di dover ricordare al ministro della giustizia che quelle sono questioni interne alla vita dell'ANM». Narducci in questo caso parlava da magistrato o da politico?Il punto è proprio questo caro assessore. Lei è l'esempio di magistrato che quando fa comodo reclama l'indipendenza della magistratura dal “potere politico”, ma poi non ha esitato ad accantonare la sacralità del proprio ufficio per una comoda poltrona da politico, poltrona sicura e non costata nemmeno le fatiche di guadagnarsi il consenso degli amministrati.Narducci doveva aspettarselo, piaccia o non piaccia non ci sono altri casi si magistrati passati alla politica nella stessa città in cui prestano servizio, solo lui ha percorso la strada tra l'ufficio di procura e l'assessorato. Quanto a vederlo azzuffarsi dialetticamente con Palamara non ci fa altro che piacere, se si scornano tra loro...http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1907