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ESCLUSIVA TJ - Christian Mauriello (Viking Juve): "I tifosi organizzati? Alla Società non servono.


 Agnelli si fa negare da chi lo ha voluto presidente
© foto di Giuseppe Celeste/Image SportQuello che è seguito dal rinvio della partita Napoli-Juventus ha creato non pochi disagi ai tifosi bianconeri al seguito della squadra verso il capoluogo campano e lo sciopero che ne consegue per la sfida di questa sera è figlio di quanto successo il 6 novembre. Christian Mauriello, responsabile dei Viking Juve, gruppo storico del tifo organizzato bianconero, ha commentato la scelta firmata da tutta la curva juventina nel non seguire la squadra per la trasferta di stasera al San Paolo, spiegandone le ragioni nel tentativo di dare un segnale alla Società. In esclusiva per TuttoJuve.com:Christian Mauriello, Napoli-Juventus senza il tifo organizzato bianconero. Come spieghi questa scelta?“È stata una decisione unitaria di tutti e 5 i gruppi di tifosi organizzati e ha due significati: il primo riguarda il fatto che il 6 novembre non si è giocato e non ha fatto per niente piacere, visto che a Napoli c’era il sole e c’era gente che per affrontare la trasferta ha preso ferie e speso soldi. Ma soprattutto ci ha ferito il fatto che la Società non abbia avuto una presa di posizione sulla vicenda. Già un po’ di anni fa ci erano state vietate trasferte all’ultimo minuto, come ad esempio una volta a Cagliari quando c’era gente che aveva già speso i soldi per il volo, ora quest’altra beffa e nessuno della Juventus che ha speso una parola, fatto un comunicato. Noi siamo tifosi e la Juventus continua ad avere un atteggiamento di assoluto distacco”.Delusi da Agnelli?“I tifosi organizzati non sono mai stati ben visti, però la paternità della elezione a presidente di Andrea Agnelli la consideriamo un po’ nostra. Per un anno intero abbiamo intonato cori in suo favore e spinto affinché divenisse lui diventasse presidente. Quando si è presentato ha detto che avrebbe tenuto in considerazione i tifosi, ma alla fine solo belle parole e fatti che non si sono concretizzati tanti. Quando aveva bisogno eravamo tutti bravi, poi ha tirato l’acqua al suo mulino. La verità che a livello economico noi ultras non serviamo a niente, la Società di noi ne farebbe a meno, quello che a loro interessa è il tifoso occasionale che si compra il panino al bar, la famiglia che spende 100 euro per fare contento il figlio e va allo shopping center. Persino le iniziative promosse sul sito ufficiale riguardano solo i club iscritti e i clienti che portano i soldi”.In questo sembra che il discorso dello stadio di proprietà non abbia aiutato voi tifosi organizzati“È un discorso abbastanza articolato. Si pensava in realtà che si potesse instaurare un discorso con i tifosi e noi della curva siamo tutti tesserati, abbiamo l’ok del Viminale, perciò siamo alla pari di tutti gli altri tifosi. Invece no, l’ultras è emarginato. Noi dalla nostra stiamo mettendo la buona volontà, facendo bel tifo senza dare problemi, però niente. Pensavamo davvero di poter far parte del progetto di rifondazione della Società e invece ci sentiamo esclusi. Siamo un po’ come il bambino che torna da scuola dopo aver fatto una bella cosa, che si aspetta una carezza dal genitore e invece non viene gratificato”.Credi che la nomea che hanno gli ultras come potenziali pericoli  per la sicurezza incida?“Il problema secondo me è economico. Noi fruttiamo meno soldi del tifoso occasionale e della famiglia. Perché per quello che riguarda i pericoli che possiamo causare avviamo dimostrato che, nonostante c'erano 5 gruppi di tifosi organizzati che si facevano la guerra, essi hanno dato prova di serietà e maturità coesistendo. Paradossalmente i problemi che ci sono stati son provenuti dalla curva nord e dalla tribuna ovest. Da noi zero. I Viking hanno fatto 700 abbonamenti e con tessera del tifoso. Deve essere una cosa da non  trascurare, perciò non possiamo essere trattati da tifosi di Serie B”.Avete mai chiesto un chiarimento con la Società?“Abbiamo chiesto da mesi l’incontro con Andrea Agnelli e lui da mesi chissà perché si fa negare. Dico io, perché ti fai negare da gente che per un anno la curva ti ha sostenuto a spada tratta? E poi lo vedi sbandierare ai quattro venti il fatto che per parlare con lui basta bussare alla sua porta. È vero solo a parole, perché con noi ha dimostrato il contrario”.Lo sciopero che ci sarà a Napoli lo possiamo considerare un caso isolato o prevedi che la curva possa continuare su questa strada?“Scioperiamo a Napoli perché è a Napoli che è successo il disagio. Spero la cosa non si ripeta più e che la Società spenda due parole. In fondo il tifoso chiede solo di essere coccolato, e noi che seguiamo con passione la squadra anche in trasferta è il minimo che ci sentiamo di meritare. Poi, quando Agnelli si deciderà a parlare con noi ci farebbe piacere. Lui rappresenta la Juve che per noi è tutto e non faremmo mai cose contro la Juve. Speriamo si dimostri coerente”.