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Calciopoli. La giustizia calpestata...


di M. LancieriLo confesso, stavolta mi risparmierò la fatica di leggere le oltre 500 pagine con cui è stata motivata la condanna per associazione a delinquere a Moggi e malcapitati compagni. Questa almeno è la mia intenzione attuale. Se poi in una notte di insonnia mi verrà l’improvviso desiderio di una lettura surreale, vorrà dire che affronterò anch’io questo mattone, come altri hanno fatto e stanno facendo in queste ore. Ma, per quanto mi riguarda, non ne vedo l’utilità.Le poche righe che mi sono capitate sotto gli occhi raccontano perfettamente il tenore dell’intera opera d’arte: un voluminoso riassunto di tutte le prese in giro che abbiamo subito in questo lustro, in quanto cittadini italiani ancora prima che tifosi. Di fatto, la morale è questa: “Cari imputati, siete stati oggetto di una persecuzione da parte dei rappresentanti dello Stato (di conseguenza vostri dipendenti, ché gli pagate il pane con cui mangiano e le sigarette che fumano anche in aula, quando ne hanno voglia), non avete commesso nessun illecito e in aula non è stato provato nulla contro di voi. Ma vi condanniamo ugualmente, anche se concordiamo con voi che si tratta di una porcata”. Perché dovrei sforzarmi nel tentativo di comprendere un aborto del genere? Anche volendo assecondare il pensiero dei giudici, in che strano tipo di realtà virtuale dovrei proiettarmi? Che Moggi e Giraudo avessero costruito una squadra incredibilmente forte è sotto gli occhi di tutti: in porta c’era Buffon, a parere di molti critici internazionali il migliore portiere di sempre, in difesa Cannavaro, che di lì a poco avrebbe vinto il Pallone d’Oro, poi Thruam, Zambrotta, a centrocampo Nedved, che il Pallone d’Oro l’aveva vinto poco tempo prima, Emerson, Camoranesi… senza contare l’attacco, con Ibrahimovic, Del Piero, Trezeguet e Mutu. Sfido chiunque a trovare ancora adesso una squadra del genere in tutto il mondo. Ma Moggi decise di creare un’associazione a delinquere, non si sa bene a che pro. Fatto sta che questa associazione a delinquere, stando alle recenti motivazioni della condanna, non alterò l’andamento del campionato, che fu regolarmente vinto dalla Juve. Ma una domanda me la faccio dal primo giorno e nessuno ha ancora risposto. Perché? Perché Moggi, potendo contare su una squadra del genere, avrebbe dovuto mettere in piedi un’associazione a delinquere? E a questo punto sorge un altro dubbio: dal momento che questa associazione a delinquere l’aveva realizzata, perché non l’ha messa in funzione? Ci hanno sempre descritto Moggi come un grande furbo. Ora ci dicono che era il più stupido di tutti gli stupidi della terra. A chi dovrei credere?Ma in fondo sono domande inutili: è insensato cercare una logica anche minima in un documento che gli stessi autori non si sono preoccupati di rendere minimamente credibile.Queste motivazioni faranno comodo solo agli onanisti anti-juventini, che potranno cercare qua e là qualche chicca da sfoderare al bar, contando sulla microscopica probabilità di imbattersi in qualcuno con quel minimo di preparazione per rispondergli a tono.Personalmente, da molti anni la mia battaglia giulemanista si è spostata dal lato sportivo a quello etico: certo, pretendo la restituzione di quei due scudetti depredati, ma c’è qualcosa che mi preoccupa molto più di un 29 trasformato da Abete e Guido Rossi in 27, anche perché io quegli scudetti li ho festeggiati e, spiace per loro, quella gioia non potranno mai togliermela, così come la consapevolezza di averli vinti perché eravamo i più forti, senza bisogno di eliminare le concorrenti per appiccicarmi qualcosa al petto. Ciò che da molto tempo mi preoccupa è l’assenza totale di capacità critica nella stragrande maggioranza degli italiani. Teniamoci stretto Olivero Beha, che, pur essendo tutt’altro che juventino, denuncia da anni l’oscenità di questa vicenda. Per il resto, dobbiamo fare i conti con personaggi accecati dal tifo e dall’odio, che augurano la morte a tutti gli juventini e che ancora oggi gioiscono per quanto accadde all’Heysel. Cosa dobbiamo aspettarci da questi individui? Poi, c’è chi legge solo un giornale rosa e sarebbe pronto a scommettere che gli asini volano, se lo trovasse scritto lì sopra. Infine c’è qualcuno che ha qualche piccolo dubbio sulla correttezza di quanto sta avvenendo dal 2006 in poi. Ma quel “qualcuno” generalmente zittisce la propria coscienza: “Sono passati tanti anni, mettiamoci una pietra sopra… Poi Moggi e Giraudo erano antipatici e se li hanno puniti qualcosa avranno pure fatto”.Ecco ciò che mi preoccupa, bene al di là del fatto sportivo: mi preoccupa che in Italia si riesca a commettere un’ingiustizia enorme, nell’indifferenza quasi totale. Mi preoccupa che nessuno si stupisca del silenzio mediatico riservato a questa sentenza scandalosa. E bene ha fatto Ravezzani a chiedersi cosa potrebbe accadere se un giorno un magistrato decidesse di concentrarsi sulla Tv per cui lavora. La risposta è amaramente semplice: subirebbe anche lui la stessa “giustizia” riservata a tanti altri, tra il menefreghismo generale.Egoismo e menefreghismo hanno raggiunto dimensioni enormi e consentono al dilagante sentimento forcaiolo di prendere il sopravvento. Nessuno si pone domande quali “perché succede questo?”, “è giusto quello che sta succedendo?”, “siamo sicuri che?” . Se qualcuno che ci sta antipatico viene abbattuto, esultiamo. Se ad essere distrutto è qualcuno che definivamo nostro amico, dimostriamo costernazione per un paio di giorni. Poi è già storia vecchia.Il guaio ora non è più il 27 anziché il 29 e non è neppure il risarcimento milionario invocato in ambienti juventini. Anche se un giorno ci imbattessimo in una corte che assecondasse le nostre richieste, rimarrebbe un dato di fatto: la vita di tante persone è stata distrutta senza nessuna sollevazione popolare. Quando un popolo accetta di calpestare la verità e la giustizia senza battere ciglio, il sopruso diventa regola. E come vada a finire una società regolata dal sopruso l’abbiamo visto anche in Italia meno di un secolo fa. Auguri!http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2115