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Lepore è sicuro che...


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di E. LoffredoPer chi è fresco di pensione le vicende dell'ambiente di lavoro appena lasciato sono sempre vive e coinvolgenti. È stato così anche per Giandomenico Lepore, il quale non ha voluto ignorare le motivazioni del processo calciopoli: «In base agli elementi che avevamo in primo grado e che sono emersi nelle indagini, la serietà dei sostituti mi rende più che sicuro che non ci possa essere un ribaltamento della sentenza di primo grado. Posso dire che gli elementi in mano all’accusa erano fondati sia per il rinvio a giudizio che per la successiva condanna». Leggendo le dichiarazioni dell'ex procuratore capo di Napoli è evidente che non abbia speso tempo per leggere le cinquecentocinquantotto pagine di motivazioni.Al di là del fatto che il casto Giandomenico dovrebbe sapere bene che «gli elementi emersi dalle indagini» non hanno superato il setaccio critico del dibattimento (cosa stabilita senza metafore e malizia nelle motivazioni), siamo curiosi di sapere dove scorge «la serietà dei sostituti». Sempre per restare alle motivazioni vergate da Teresa Casoria ci corre l'obbligo di evidenziare a Lepore che Narducci e Beatrice (i seri sostituti...) hanno vagliato il campionato 2004/05 «con parzialità per correre dietro soltanto ai misfatti di Moggi», rendendosi per di più ridicoli ostinandosi «a domandare di sfere che si aprivano, sfere scolorite ed altri particolari». Se poi vogliamo riscontrare la serietà dei pm attraverso la serietà dei testi proposti, beh, allora delle ottime cartine tornasole sono i vari Carbone, Nucini, Martino, e chi più ne ha più ne metta.Tuttavia della dichiarazione del neo pensionato Lepore preoccupa la fermezza con la quale questi si dice certo che il verdetto di condanna non sarà ribaltato in appello. L'ex procuratore capo è «più che sicuro» di ciò. E questo elemento è assai preoccupante. Non dimentichiamoci che Lepore è colui che «tiene sotto schiaffo il Tribunale di Napoli». Non vorremmo che la sicumera di Giandomenico sia quella del padre-padrone dell'ambiente magistratuale napoletano. In questo caso sarà bene non confidare troppo nell'appello, che a queste condizioni potrebbe al più limare a Moggi i cinque anni e quatto mesi. Unico argine residuo alle sicurezze di Lepore pare essere la Cassazione, laddove si scruta la legittima applicazione del diritto. Prima di allora abituiamoci a veder sguazzare i vari Lepore, Narducci, Gualtieri e Pandolfi nel cortile napoletano della giustizia italiana.http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2126I chiarimenti di Giandomenico LeporeIl “casto” Giandomenico