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Juve, parte la missione del silenzio


© foto di Alberto Lingria/PhotoViews(ANSA) - TORINO, 27 FEB - Un primo sospiro di sollievo è stato tirato, in casa Juventus: Andrea Pirlo viene assolto dalle pseudogomitate a Van Bommel che sarebbero potute costargli la squalifica. Se la cava anche Sulley Muntari, che ha smanacciato Lichtsteiner, ma il club torinese temeva moltissimo che, nel polverone mediatico del dopo Milan-Juventus, potesse rimetterci anche il regista bianconero, ritenuto ben più importante per i torinesi di quanto Muntari o Mexes, che ha ricevuto tre turni di squalifica per il pugno a Borriello, siano per i milanesi. La linea decisa ieri dal club di corso Galileo Ferraris è confermata anche oggi: silenzio assoluto. Nessuna risposta quindi nemmeno al presidente federale Giancarlo Abete, che ha bacchettato duramente le tensioni della settimana, assolvendo Gigi Buffon, al contrario del presidente dell'Aia, Marcello Nicchi: "Conosciamo Buffon al di là del valore tecnico - ha detto il capo della Figc - Non sono mai venuti meno in lui valori comportamentali e onestà intellettuale. Le sue frasi sono state pronunciate in un momento di grande intensità emozionale. Semmai, più delle frasi del post gara, mi hanno preoccupato quelle prima, perché hanno finito per creare troppe tensioni". La Juventus sta riflettendo su quale comportamento mediatico tenere per le prossime settimane. Nei vertici prevale la convinzione che l'allenatore debba limitare, d'ora in poi, certe esternazioni, perché il rischio che vengano fraintese oppure strumentalizzate è molto grande. Ieri - si fa notare in corso Galileo Ferraris - nessuno ha ricordato il netto mani in area di Seedorf a Bologna, con l'arbitro a tre metri: un episodio che avrebbe potuto cambiare la partita esattamente come il raddoppio - valido - di Muntari. Ma allora da parte milanista si usarono gli argomenti scelti dalla Juventus oggi e cioé che il secondo errore (l'annullamento, per fuorigioco inesistente, del gol valido di Matri), è altrettanto grave. Si temeva anche un deferimento e conseguente squalifica per l'allenatore, dopo la lite con l'ad rossonero Adriano Galliani nell'intervallo. Nemmeno la sportività di Conte - che ha ammesso più volte la superiorità del Milan, per lui sempre più il grande favorito - è stata apprezzata e sottolineata dalle fonti vicine al Milan: segno che ormai la guerra diplomatica tra i due club è totale, anche se a tratti sotterranea. Se è difficile stemperare la sostanza (ieri il Milan ha calcato la mano anche sul sito ufficiale e il direttore del canale rossonero ha accusato pubblicamente il responsabile della comunicazione bianconero di avere orchestrato la settimana mediatica di vigilia), almeno si cerca di farlo con i toni, contrapponendo volutamente le accelerazioni accusatorie del Milan al fragoroso silenzio juventino. Mancano ancora 22 giorni (é stata anticipata al 20 marzo) alla sfida tra le due squadre per la semifinale di ritorno di Coppa Italia: a quella data, se non ci saranno nuovi, corrosivi episodi a dividere i due club, è previsto che vada a segno la missione diplomatica di un riavvicinamento almeno formale tra le parti. C'é infatti anche una questione di ordine pubblico tra le tifoserie che non va sottovalutata, anche se di precedenti gravi, per fortuna, a tutt'oggi non ne esistono.