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Noi juventini non ci accontentiamo


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di M. LancieriIl trentesimo scudetto della Juve è ancora lontano, perché le 5 partite che dividono i bianconeri dal successo saranno battaglie da vivere minuto per minuto e il milan, pur essendo stanco e sfilacciato, certamente non abbandonerà le speranze di riprendersi il primato in classifica che deteneva fino a poche settimane fa.Ma per molti giornalisti, soprattutto quelli di chiara fama anti-juventina, i giochi ormai sembrano fatti. Forse è solo un modo per “gufare”, ma un po’ tutti stanno cucendo uno scudetto virtuale sulle maglie della Juve. E così, dopo il triste commiato della Rai giallorossa (in cui si è dato risalto alle farneticazioni di Osvaldo, grazie al cielo unica voce fuori dal coro della squadra guidata dal gentleman Luis Enrique), arriva il turno della carta stampata. E davvero c’è da sorprendersi per la fantasia editoriale che ogni giorno dimostrano i nostri campioni del giornalismo (che, secondo RSF, seguono di un’incollatura i colleghi cileni, beniniani e .namibiani, nella classifica della libertà di informazione).Tra le tante minchiate d’autore che ogni giorno dobbiamo sorbire, ce n’è una che vince per distacco sulle altre. Quelli di Repubblica vivono male il momento: Juve in testa, Juve con l’unico stadio di proprietà in Italia, Juve con il gioco più bello del campionato… a cosa attaccarsi, per sparare l’abituale fregnaccia? Tocca ai poveri (di spirito) Crosetti e Gamba: «Nella Roma non c’erano giocatori di colore, quindi stavolta non si sono uditi cori vomitevoli in curva. Allo stadio c’è stato volantinaggio per suggerire ai razzisti di tacere non perché il razzismo sia una squallida esibizione di violenza e tracotanza, ma perché può portare alla squalifica del campo. D’altronde, ciascuno si sceglie le motivazioni, e gli ideali, che preferisce». E in effetti non gli si può dare torto: ognuno si sceglie i propri ideali. E talvolta anche i propri padroni: alla Repubblica lo sanno bene, stando al livello di servilismo che dimostrano ogni giorno nei confronti dei capi e dei loro amici. Certo che ci vuole anche una buona dose di sprezzo del ridicolo, per scrivere spazzatura di questo livello su un pubblico che ha dimostrato una correttezza ed un rispetto unici, all’interno di uno stadio senza barriere, mentre poche ore prima in un altro stadio di Serie A i tifosi avevano costretto a sospendere la partita perché insoddisfatti del risultato. Siamo di fronte a degli autentici funamboli della notizia, capaci di trasformare un atto di buona volontà in qualcosa di censurabile. Ma se in Italia i nostri giornalisti occupano una posizione di classifica tanto “alta” in termini di libertà di informazione, un motivo ci sarà.Ancora Crosetti. «È l’uscita ufficiale dal viaggio a Rimini e Crotone, e poi – sarebbe bello – la fine dei rancori su carta bollata, delle vere o false ingiustizie da sanare in tribunale, Guido Rossi e Moratti, lo scudetto di cartone e quello degli onesti, “Ibra/sei uno zingaro” e il pallone spettrale di Muntari (mica l’unico). Anche questo significa una partita a suo modo storica come Juventus- Roma: essere di nuovo Juve sul campo, padrona di partite, destino e avversari, e tornare laddove tutto si vince o si perde: uno stadio». Da buon anti-juventino, il giornalista ci prova. Il concetto più o meno è: “Ok, voi vi lamentate di Guido Rossi, il milan recrimina per il gol di Muntari… Chi ha dato, ha dato, chi ha avuto ha avuto: finiamola, con questi rancori!” Ma davvero questi personaggi credono che gli juventini siano tanto imbecilli? Davvero credono che le lacrime di un allenatore sempre più simile all’interista Gigi Simoni per noi valgano quanto la più grande porcata della storia del calcio? Stando al vangelo secondo Repubblica, la Juve «dovrebbe finalmente accettare il computo statistico della Federcalcio: i titoli sono 27, e probabilmente saranno 28, non 30. Non è il caso di pensare alla terza stella da cucire sul petto, perché quello sarebbe un modo per tornare indietro, di nuovo al tempo (era ieri l’altro) in cui la Juve, per vincere e riavere i suoi tre colori, doveva domandare permesso a un giudice, e poi chiedere un risarcimento economico senza senso. Ora le basta battere quasi tutti e non farsi battere mai. Meglio adesso». Ancora una volta, è sorprendente la capacità di travisare e ribaltare la realtà: quando mai la Juve si è rivolta ad un giudice per vincere uno scudetto? La Juve i suoi scudetti li ha vinti tutti sul campo. E sono 29, “piaccia o non piaccia” a Crosetti e a tutti i suoi compagni anti-juventini. Se ne facciano una ragione: se anche la Juve vincerà altri 30 scudetti, nessuno juventino che si rispetti rinuncerà a quei due. Perché non è questione di computi o statistiche, ma di Giustizia, uno degli ideali che abbiamo scelto di seguire (al contrario di altri).Prepariamoci, perché d’ora in poi la musica non cambierà. Da un lato, proveranno in tutti i modi a farci abbassare la guardia, riempiendo di complimenti la squadra ottimamente guidata da Conte, con la speranza che possa commettere qualche passo falso di troppo. Dall’altro, stanno già mettendo le mani avanti: “Ok, avete vinto uno scudetto… ancora un altro e sarà come se farsopoli non sia mai esistita”. Ma la nostra memoria è lunga e la nostra volontà si rafforza ogni giorno di più. Uno scudetto non lenirà la nostra sete di Giustizia, come pure l’idea di attaccare la terza stella alla maglia sarà sufficiente a placarci. Pretendiamo ciò che ci spetta dalle istituzioni. E, fino a quando non lo otterremo, grideremo la nostra rabbia. Chi ha orecchie per intendere, intenda (soprattutto dalle parti di Corso Galfer). http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2231