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Terza stella e rispetto...


di E. LoffredoTra un po' sapremo se alla questione terza stella sarà messo un punto o un punto e a capo. Sapremo se si vorranno dissipare i veleni di calciopoli o se si innalzerà ulteriormente la temperatura di per sé già bollente. Nel primo caso ci sarà qualcuno che si imporrà (o fingerà di farlo) e qualcun altro che perderà non poco la faccia (sarà esso Andrea Agnelli o Abete/Petrucci). Nell'altro caso si aprirà una nuova battaglia di una guerra mai finita. Un conflitto non solo istituzionale tra la Juventus e il resto del calcio mondiale (Blatter si è già reso protagonista del primo atto di guerriglia). L'elemento nuovo rispetto al 2006, quando ebbe inizio lo scontro, sono i milioni di tifosi juventini che rivendicano i trenta scudetti e pretendono la terza stella.In attesa degli sviluppi si assiste ad una situazione quasi paradossale: Petrucci e la Lega di Serie A che non pronunciano o scrivono “28”, come invece vorrebbero fare. Abete parla dagli studi di mamma-comare RAI e distilla una delle sue insipide dichiarazioni di circostanza: «sono ventotto». Insieme a loro parlano personaggi a vario titolo interpellati. Alcuni, soprattutto tifosi, spingono per l'apposizione della terza stella. Altri, in prevalenza avversari, reclamano il rispetto delle sentenze.E proprio questo pare essere diventato l'ultimo baluardo al pieno e unanime riconoscimento di tutti i trenta e reali scudetti bianconeri: il rispetto delle sentenze. Il paravento dietro al quale ci si nasconde è “le sentenze si devono rispettare”. E allora, al di là del fatto che tutte le sentenze finora rese hanno escluso l'alterazione e il tentativo di alterazione dei campionati scippati alla Juve (questa è davvero una incongruenza per una sentenza di condanna che vuole essere credibile), chi se la sente di sostenere che una sentenza ingiusta si deve rispettare? Sicuramente anche Petrucci e Abete conoscono la nefandezza consumatasi con calciopoli. In cuor loro sanno che il teorema di Narducci - sposato poi da Palazzi - non ha dimostrato alcuna aderenza alla realtà dei fatti, per questo non forzano una situazione che potrebbe ritorcerglisi contro. Loro non hanno alcuna intenzione di fare il necessario passo verso la revisione dei processi del 2006, sarebbe una sconfessione che gli imporrebbe poi di levare il disturbo e non farsi mai più rivedere. Ma questi sono due personaggi mitologici, per metà uomini e metà poltrona, sono abituati a sgusciare tra una grana e l'altra, l'importante è non perdere la metà del corpo con braccioli e rotelle. Per questo stanno facendo buon viso al cattivo gioco di Andrea Agnelli.Il presidente bianconero invece dovrebbe andare oltre alle innocue e scenografiche esibizioni della terza stella. Ma forse lui ha dei tempi un po' più lunghi di quanto i nostri desideri chiedono per riavere ufficialmente il 28 e il 29. A meno che anche a lui non basta sentirseli nel cuore.http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2266