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Tavaroli è attendibile come Carobbio?


Di G. FioritoA volte ritornano. I fantasmi di un passato affogato nella nebbia dei misteri dove si perdono tanti fatti e misfatti della Repubblica italiana. Accade anche con calciopoli, sul quale ha gravato fin dalla sua genesi il clima ambiguo di una vicinanza scomoda con gli eventi dibattuti nel processo Telecom di Milano. H 14:17. “L’operazione Ladroni mi venne commissionata dall’Inter nella persona di Moratti, poi la feci con Facchetti”: lo ha detto Tavaroli rispondendo alla domanda del legale dell’ex arbitro De Santis. L’operazione Ladroni portò l’ufficio sicurezza di Telecom a indagare Luciano Moggi e alcuni arbitri di serie A. (Luca Fazzo, 06 giugno 2012. Il Giornale.it) Un processo avviato verso la prescrizione, destinato a seppellire i dossier illegali di Telecom sotto la sabbia, quando il presidente della Corte d’Assise Pietro Gamacchio ha deciso che l’ex capo della sicurezza di Telecom avrebbe risposto alle tante domande tra le quali quella principe se l’Ufficio Security di Telecom agisse per proprio conto o, come ha sostenuto di recente una sentenza della Cassazione, per conto della proprietà. Tavaroli ha risposto: tutti gli incarichi venivano dall’azienda, con attività richieste da Buora e Tronchetti Provera.Sullo spionaggio illegale di Telecom relativo agli interessi dell’Inter nel mondo del calcio indagò anche la FIGC e cronologicamente nelle immediate vicinanze del processo di calciopoli dell’estate del 2006. Tentiamo una ricostruzione di quanto accadde.Inizio 2002: diffusione del dossier Ladroni. Fine del 2002. Incontro presso la SARAS con Moratti e Facchetti del quale Tavaroli riferisce alla procura di Milano e nel corso della trasmissione “Sotto lo stadio” di Telelombardia (4 giugno 2010).Autunno 2006. Borrelli ascolta l’ex arbitro Nucini e Moratti. Il “Cavallo di ****” di Facchetti racconta di due contatti con Fabiani il 25 marzo e il 25 settembre 2003, quando avrebbe luogo un incontro presso l’Hotel Concord di Torino nel corso del quale a suo dire Moggi lo invita a rendersi compiacente per far carriera come arbitro e gli consegna una scheda telefonica imballata che getta via. Moratti confonde le date e racconta a Borrelli di aver voluto incontrare Tavaroli alla fine del 2002 per chiedergli non la realizzazione di un dossier, ma per tutelare Facchetti dopo l’incontro del Concord che avverrà quasi un anno dopo.15 marzo 2011. Nucini depone come teste al processo di calciopoli di Napoli. Curiosamente ricorda a distanza di 8 anni l’utenza telefonica della scheda di cui si era disfatto, ma Prioreschi lo sbugiarda affermando che non era imballata, bensì attiva fin dal maggio 2003. Emerge dalla sua deposizione che operò a lungo con Facchetti “per portare alla luce il malessere del calcio” , come dichiarò al giornalista Mensurati di Repubblica nel maggio 2006 e che fu ripagato dallo stesso Facchetti e da Paolillo ottenendo colloqui di lavoro presso importanti istituti bancari. Non si capisce perché tutti i tesserati della federcalcio protagonisti di questa vicenda si siano resi colpevoli di omessa denuncia, secondo il CGS e abbiano preferito giocare a guardia e ladri per proprio conto. Tanto più che lo stesso Nucini ha ammesso nell’udienza di Napoli di essersi recato a discutere di calcio con la signora Boccassini senza specificare chi sporse denuncia e dal momento che quasi fin dall’inizio del processo l’avvocato Gallinelli, legale di De Santis, ha fatto richiesta del relativo fascicolo che non è mai pervenuto per essere aggiunto agli atti.22 giugno 2007: la procura federale della FIGC archivia l’indagine originata da notizie apparse sui giornali sulle intercettazioni telefoniche e i pedinamenti illegali fatti eseguire dall’Inter con un comunicato stampa. 16 luglio 2007. A Borrelli succede Palazzi. Giugno 2012. Di acqua ne è passata sotto i ponti della FIGC. Allo scandalo calciopoli si è sovrapposto scommessopoli, ma è sempre difficile comprendere alcuni atteggiamenti di chi ha il dovere di indagare e impartire sanzioni in maniera equa. E’ bastata la parola di tal Carobbio perché Antonio Conte venisse indagato. La parola di un testimone reo confesso di numerosi illeciti eppure ritenuto attendibile, nonostante si sia ricordato di coinvolgere l’allenatore della Juventus soltanto di fronte alla giustizia sportiva, non dinanzi a quella ordinaria, ma fornendo a quest’ultima l’assist per trattare l’alfiere della Terza Stella alla stregua del peggior delinquente. Per Antonio Conte, come per Bonucci, l’accusa è stata in un primo tempo di omessa denuncia, anche se la grancassa mediatica ha subito amplificato i toni. Come mai per Moratti e i dirigenti dell’Inter questo non è mai accaduto?Solo due mesi prima della condanna sportiva inflitta alla Juventus, un giocatore e un dirigente interista patteggiarono una condanna in seguito all’impiego di passaporti falsi. Da quella indagine venne fuori a stento un altro dirigente che ancora siede sulla poltrona di vicepresidente dell’Inter: Rinaldo Ghelfi. Le dichiarazioni rese oggi a Milano nel processo Telecom da Tavaroli riguardano da vicino Tronchetti Provera e Buora, anch’essi dirigenti dell’Inter. Paolillo, dimessosi solo da 6 giorni da dg dell’Inter, concedeva favori a Nucini in cambio della sua attività di spia. Le prime notizie di dossier ai danni di Vieri risalgono al 2000. Presso una società estera facente capo a Cipriani sono state trovate prove di pagamenti effettuati dalla società Internazionale. Tutto questo non è mai interessato né a Borrelli né a Palazzi, mentre lo scudetto vinto nel 2004/2005 dalla Juventus rimane sulle casacche nerazzurre. Non per meriti acquisiti sul campo, ma determinati a tavolino e suffragati dalla prescrizione e dall’incompetenza.Forse perché anche Guido Rossi faceva parte del cda dell’Inter e fu presidente Telecom immediatamente dopo il processo di calciopoli della giustizia sportiva. Quando Tronchetti Provera fu costretto a dimettersi da tale carica nell’imminenza di uno scandalo al cospetto del quale impallidiscono sia calciopoli che scommessopoli.Il filo sottile che lega calciopoli al processo Telecom non si è rotto. Nemmeno quando a Napoli si è evitato accampando ragioni di tempo di insistere per far testimoniare Massimo Moratti e coloro che quei dossier si trovarono a redigere.Difficile credere che il compianto Enzo Biagi, in quella oscura estate del 2006, avesse torto: “… E mi chiedo: cui prodest? A chi giova il tutto? Perché tutto è uscito fuori in un determinato momento? Proprio quando, tra Laziogate di Storace, la lista nera di Telecom, poi Calciopoli, poi l'ex Re d'Italia ed ora, ultimo ma non ultimo, la compagnia telefonica Vodafone che ha denunciato Telecom per aver messo sotto controllo i suoi clienti. Vuoi vedere che per coprire uno scandalo di dimensioni ciclopiche hanno individuato in Luciano Moggi il cattivo da dare in pasto al popolino?” http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2306