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Quanta fatica costa dire “grazie”


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F. FilippinParliamo di calcio giocato, o almeno iniziamo da qui.La Nazionale, nonostante tutti i disfattismi e le cassandre varie che pronosticavano ben poca strada, ne ha fatta e ne sta facendo, invece, parecchia.Non mi interessa qui tessere le lodi del gruppo o di un allenatore al primo vero banco di prova della carriera, quanto sottolineare il bipolarismo che ha colpito, ancora una volta e senza esclusioni, praticamente tutti i media e, conseguentemente, gran parte dell'opinione pubblica, che da questi trae l'unica fonte di conoscenza.Come noi ben sappiamo, anche quest'estate gran parte della truppa azzurra è arrivata a Coverciano direttamente da Torino, addirittura 7 giocatori su 23 (a voler essere precisi 7 e mezzo, visto che metà formica era già nostra).Come ai bei tempi in Spagna con Bearzot, più ancora che in Germania con Lippi (“solo” cinque). E non si tratta certo di comprimari che non vedranno mai il campo come Sirigu, Ogbonna o Borini (non ce ne vogliano, ma ad ogni competizione in nazionale ci sono “spettatori non paganti”), ma di titolari fissi o prime alternative.Nulla di cui stupirsi, in un campionato dominato e in cui tutte le rivali contano, sì e no, chi quattro, chi tre, chi (indovinate?) nessun italiano nella formazione tipo.Non nascondiamoci: l'unico motivo per cui ancora seguiamo questa squadra e, nonostante i vertici federali, non riusciamo a “gufarla” in pieno, è proprio questo.Personalmente, non so voi (ma sono certo di sì), anche in tempi meno conflittuali di questi, una vittoria azzurra era “più vittoria” se eravamo direttamente protagonisti e se il tabellino contava tra i marcatori un bianconero. L'urlo di Tardelli era “nostro” (andando a ritroso la mia memoria si ferma qui), così come le reti di Schillaci o gli interventi di Cannavaro.Oggi, se possibile, c'è un motivo di orgoglio in più, ma anche un evidente fastidio nel vedere certi comportamenti e sentire certi commenti.De Rossi, che per la Rai è sempre il migliore, ancora prima di scendere in campo (gran giocatore, nulla da ridire) è il Capitan Futuro della squadra della Capitale, e non si perde occasione per ricordarlo.Cassano e Balotelli (quest'ultimo al netto della semifinale, ovviamente) i fuoriclasse dei vicecampioni d'Italia e dei Campioni d' Inghilterra, con medie gol in Nazionale che, se ripetute nei rispettivi club, farebbero chiedere ai tifosi la loro testa.Montolivo, Di Natale, Balzaretti e Diamanti, fieri rappresentanti di realtà “provinciali”, capaci però di non far mai mancare il loro fondamentale contributo alla causa azzurra.Solo quando si tratta di nominare una squadra (e dovrebbe capitare spesso) si nota un certo palese imbarazzo.Evidentemente la Juventus non va ricordata in quanto dà, con pieno merito, la maggior parte dei protagonisti, ma solo perché ha il portiere che parla troppo e butta i suoi (sottolineo suoi) soldi dalla finestra, il difensore che avrebbe dovuto essere mandato a casa, o l'allenatore (che non c'entra nulla con gli Europei, ma a qualcuno fa bene ricordarlo ogni tanto) già squalificato “in pectore”.Salvo, poi, esaltarsi per le parate del numero 1 o per il cucchiaio di Pirlo, come se fossero stati catapultati da Marte direttamente in Nazionale.Non accadrà mai, lo sappiamo, in caso di successo (é stata, comunque, una bella figura per un movimento bistrattato), che ci si ricordi della provenienza dei protagonisti e si ringrazi chi, ormai da decenni, è una garanzia, come nessun altro, per capacità di individuare e formare giocatori ed uomini pronti per dar lustro al Paese nelle competizioni internazionali.Non succederà perché lo abbiamo già visto.Non era successo sei anni fa, quando i bianconeri, evidentemente delinquenti a vario titolo e non sufficientemente bravi nel loro club per vincere qualcosa lealmente, erano diventati fenomeni ed eroi “di tutti” per il solo fatto di indossare la maglia azzurra, con la sgradevole appendice di tornare, una volta svestita questa, facili bersagli.Tutto questo con l'ulteriore peso di dover sopportare il conseguente e stucchevole corteo di dirigenti federali e giornalisti vari, grandi e piccoli, importanti o trascurabili, pronti a magnificare una federazione capace di creare un tal gruppo e ottenere un così prestigioso risultato, nonostante tutto quello che noi (!?!) avevamo combinato e scatenato.Non succederà, e allora lo diciamo sin d'ora prima di conoscere il risultato finale: se capiterà di nuovo ci toccherà per forza turarci naso ed orecchie, per non sentire nulla di quanto abbiamo già visto accadere in passato, ma, almeno noi, potremo dire fieramente “Grazie Juventus” .http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2351--------------------Scarica GiulemanidallaJuve News, clicca qui